In Azerbaigian la pista s’adatta allo stile di Charles Leclerc, ma la Ferrari dovrà anche fare attenzione a non ripetere i suoi molti microerrori
Le corse, da sempre, sono fatte di minuziosità. Ricordiamo anche di recente come le tante sbavature di Lewis Hamilton nel corso del Mondiale 2021 lo portarono a doversi giocare tutto all’ultima gara con Max Verstappen. La Ferrari sta commettendo un errore simile: è forte, molto forte, è dolce e parsimoniosa, tratta bene le gomme, entra ‘seduta’ giusta nelle curve dolci, ha un pilota in splendida forma. Ma nelle prime gare del Mondiale, anziché allungare ha perso punti preziosi. Lo ha fatto in primis per l’incapacità cronica di dare un ordine di squadra ai piloti, e mantiene Charles Leclerc e Carlos Sainz in un limbo di parità che è nocivo, a differenza di ciò che succede alla Red Bull ove Marko ha posizionato in modo palese Sergio Perez versus Max Verstappen. Poi, la Rossa commette molti microerrori, su tutti quello di cui al punto sopra, accettando che Sainz potesse rifiutarsi di entrare ai box al momento richiesto, mettendo in tensione i propri uomini. Si scrive molto di una pista di Baku che sia adatta allo stile di Leclerc, ed è vero. Ma oggi come oggi in questo Mondiale così bilanciato non esiste un autentico dominatore e questo lo rende un campionato avvincente.
Nella seconda sessione delle libere si confermano le gerarchie usuali, e anche qui emerge un tema riguardo ai due team: mentre la Red Bull lotta con due monoposto, la Rossa in mezzo si ritrova Alonso. L’obiettivo deve essere il recupero di un Sainz partito bene, ma che un po’ come facevano Barrichello e Massa lamenta di non trovarsi a suo agio, e via dicendo. Semplicemente, specie quanto a killer instinct, Leclerc lo batte regolarmente.
La decisione adottata dall’Unione europea di mettere uno stop ai motori a benzina e diesel dal 2035, così come il niet ai carburanti sintetici ed ecologici ha aperto qualche ulteriore tensione in merito al futuro della massima formula. Le grandi case automobilistiche dietro le quinte sono coscienti quanto l’attuale auto elettrica non sia sostenibile e percorribile. Mentre la politica che cerca demagogia in un tema chiave quale quello del clima cavalca il cambiamento, non cosciente di andare contro un muro.
Le soluzioni sono in fase di avanzata ricerca, ma che futuro avrà la F1 ‘full electric’? Verso la Formula E? Molte case automobilistiche hanno in casa motori endotermici che possono consumare un litro per cento chilometri, alla ricerca di un buon compromesso con l’ibrido (tipo: vado a Zurigo sfruttando il propulsore termico, entro in città in modalità elettrica ed esco con quella termica e ricarico, uguale poco consumo). La stessa F1 sta pensando di adottare propulsori più attenti, meglio correlati tra le due funzionalità: ma che senso avrà sviluppare una tecnologia condannata anzitempo? Sarà quello il tema centrale, che coinvolgerà la gloria del Motorsport rispetto a un’ondata ecologista che parla di temi cruciali ma li affronta spesso in modo retorico. Non una buona cosa per la Formula 1 e per tutto il mondo delle corse, soprattutto dall’ottica degli sponsor, che in questo momento crescono primariamente in un settore delle criptovalute che sta diventando il settore emergente.
Domani, intanto, a Baku è tempo di qualifiche, con il monegasco della Ferrari che farà bene. Ma, ancora una volta, è la domenica ciò che conta.