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La Bibbia, la birra e il vassoio di magliette ‘madeleine’

A Stoccarda fin dal mattino è invasione spagnola. Cantano: ‘Dove sono i tedeschi?’. I biglietti rivenduti anche a 8mila euro

Gol! Sì, uno, ma ai tedeschi non è bastato
(R. Scarcella)
5 luglio 2024
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Vorrei avere l’incrollabile fede – se non in Dio, almeno in quello che fanno – dei due adepti del movimento religioso che, sotto il sole di mezzogiorno, a poche ora dalla partita, fermano i tifosi spagnoli con le birre in mano per chiedere loro – in tedesco e in inglese – se leggono la Bibbia.

Non demordono. Anzi a un certo punto spostano il loro leggio portatile più vicino a Karlsplatz, diventato nel frattempo il quartier generale del tifo spagnolo. Sarà che di tedeschi per strada se ne vedono pochi.

A certificare la massiccia presenza degli uni e la quasi assenza degli altri è il coro “Donde están los alemanes, los alemanes donde están?” (“Dove sono i tedeschi?”), lanciato da un gruppo di tifosi disposti in maniera vagamente piramidale per via di una triplice scalinata, a ricordare i folcloristici castells catalani. Sulla cima della piramide virtuale c’è una statua equestre reale, quella del kaiser Guglielmo.


R. S.
Nostalgia anni Novanta

Le maglie indossate dai tifosi spagnoli sono invece un vassoio ricolmo di madeleine da far lacrimare gli occhi a chi – come chi scrive – ha un’età sufficiente da essersi visto passare davanti abbastanza calcio: Fàbregas, Torres, Iniesta (Xavi non pervenuto, chissà perché), Guardiola, Mendieta, la maglia anni Novanta di Luis Enrique e perfino quella di Julen Guerrero, talento basco rimasto oggetto di culto tra gli appassionati, uno di quelli per cui se senti qualcuno parlarne, è già un fratello acquisito.

I tedeschi, quando arrivano, arrivano tutti assieme, dopo, come se la siesta fosse cosa loro: al posto di celebrare la storia, celebrano il presente, maglie nuove, scintillanti, con sopra i nomi di questa generazione, da Musiala a Wirtz (e anche tanti Füllkrug). Per vedere non dico un Rummenigge, ma almeno un Podolski aspetto un’ora, per vedere un Völler devo arrivare allo stadio, dove si aggira pure una vecchia maglia con sopra il 5 e la scritta Der Kaiser (non Guglielmo, ma quell’altro, Franz, Beckenbauer). Ma c’è anche chi ha deciso di scriversi sulla schiena “Fiore Amore" (“Dammi due parole...”)


R. S.
Il Kaiser Franz

Sul trenino che porta allo stadio c’è un tedesco dall’aria simpatica, di quelli che sanno diventare subito il centro dell’attenzione senza strabordare che ha fraternizzato con due galiziani che vivono in Germania. Spiega che ha una casa a Maiorca (e una, per non farsi mancare nulla, mi dice la moglie, in Ticino, a Lugano), si fa prestare dagli spagnoli quella specie di rossetto per il viso con i colori della bandiera Spagna e mostra con orgoglio la sua nuova guancia iberica sfoggiando, al contempo, la maglia della Germania.

All’ingresso c’è anche un ragazzo con un cartello tutt’intorno alla faccia e la scritta Tor (gol), dentro la “o” c’è la sua testa. Dall’altro lato, quindi dalla nuca, c’è scritto “Suche Ticket” (“Cerco un biglietto”). L’ha trovato, pagandolo 450 euro. Chi gliel'ha rivenduto, l'aveva pagato 60.

Gli è andata perfino bene: i prezzi sui siti del cosiddetto “secondary ticketing” (bagarinaggio online evidentemente suona male, ma si capisce meglio) sono schizzati col passare dei giorni. Il biglietto in piccionaia da 60 euro ieri veniva venduto a 600 euro (più 150 di misteriose commissioni, che apparivano solo nell'ultimo passaggio, quello del pagamento), quelli di tribuna tra i 2mila e gli 8mila, Skybox extralusso esclusi, che per permetterti quelli devi avere almeno una citazione nelle classifiche di Forbes. La forbice per la partita di oggi della Svizzera, in rete, va dai 300 ai 7’300 più spese. Ma se hai in tasca 7’300 euro per la partita, non saranno certo le spese a fermarti.


R. S.
La maglia vintage con il nome del basco Julen Guerrero

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