L'ex calciatore e commentatore tv punta su Chiesa e non dimentica Shaqiri: ‘Gli elvetici sanno fare bene tante cose e hanno un blocco collaudato’
Lele Adani, ex calciatore e oggi commentatore tv per la Rai, uno dei più ascoltati del panorama italiano, riempie la Svizzera di complimenti, ma continua a vedere favorita l’Italia, a patto che cambi qualcosa. E non si fida di Shaqiri, che “è ancora un fattore, anche se a minutaggio ridotto”.
L’Italia non ha iniziato bene. Le scelte sono risultate un po’ strane a volte, con Spalletti che ha cambiato e ricambiato. Cosa potrebbe inventarsi con la Svizzera?
Credo che Spalletti abbia ambizione, ma deve cercare di aiutare i calciatori a performare meglio. L’Italia, ad oggi, sta dimostrando meno valore di quello che ha come performance. Sappiamo benissimo che ci sono 4-5 Nazionali più forti, ma si può fare di più. Ed è un discorso sia di singoli che di collettivo.
Quali sono i singoli che potrebbero dare di più? O che magari il ct potrebbe usare di più.
Diversi. Penso che Di Lorenzo e Dimarco possano fare meglio. I tre centrocampisti, Jorginho, Barella e Pellegrini, ma mettiamoci anche Frattesi, possono fare meglio. Chiaramente davanti, dove l’Italia ha qualche problema, gli attaccanti devono essere aiutati dagli interni e dagli esterni.
E i più criticati, Di Lorenzo e Jorginho?
Di Lorenzo, nonostante sia stato il primo ad ammettere che il suo rendimento è sotto il suo livello, è ancora padrone del ruolo. Mentre Jorginho, in un contesto dove gli altri giocatori spingono e stanno bene, serve, ma se la squadra gioca bassa è un giocatore che gioca un po’ in un fazzoletto. Sennò si può valutare di inserire Fagioli, perché scalpita e perché contro la Croazia è entrato molto bene.
E la Svizzera come sta?
La Svizzera è una squadra credibile. Sa quello che deve fare. Ha un blocco di calciatori esperti come Sommer, Akanji, Schär, Rodriguez, Freuler. E come Xhaka, che assolutamente è il perno di tutto. Davanti non ha giocatori di grandissima qualità o ispirati, però a turno, ruotandoli – perché ha cambiato tre punte in tre partite – riesce a ottenere buone ripartenze ed è pericolosa. Ndoye arriva da una bella stagione a Bologna. E anche Aebischer, è un po’ adattato, ma sta facendo il suo. Parliamo di una squadra temibile, vera.
Alla luce delle prestazioni e del percorso delle due squadre, per una volta si può dire che parte favorita la Svizzera?
Non potrà mai partire favorita la Svizzera. Perché sennò diremmo delle bugie. Ma se tu dici, “in questo momento l’Italia se la porta da casa con la Svizzera?”, ti rispondo di no. Perché se l’Italia non alza le performance singole e collettive rischia, perché la Svizzera sta giocando bene.
È cambiato tanto in tre anni, se pensiamo al 3-0 dell’Olimpico nell’Europeo vinto dall’Italia…
È cambiato tanto, ma l’Italia si è già scottata. Mi riferisco all’eliminazione dal Mondiale, che è passata proprio dalle partite con la Svizzera. La Svizzera ora è compatta, la sue cose le fa bene, ed è sempre meglio in fase difensiva. Quando riparte, riparte bene. Quando accelera va a definire, perché la Svizzera sa concludere pur non avendo una punta devastante, anche perché Embolo non è mai stato bene fisicamente. È un avversario temibile, molto, ma molto più di tre anni fa.
E Shaqiri può essere ancora un fattore? Ha già dimostrato di poterlo essere contro la Scozia…
Shaqiri è un fattore nelle situazioni. Sappiamo che è un giocatore che non può reggere i 90 minuti ad alto livello. Ma parliamo di uno che ha fatto quattro Mondiali e tre Europei, lui è un giocatore che merita grande rispetto. E quindi può svoltare la gara anche con un minutaggio ridotto. Se pensiamo alle altre squadre un giocatore con quella tecnica e quella esperienza lo hanno in pochi.
E chi può essere lo Shaqiri dell’Italia?
Tutti, me compreso, ci aspettiamo una partita devastante, alla Shaqiri, da Chiesa. Con la Croazia, partendo dalla panchina è entrato bene. Non ha fatto quasi nulla con la Spagna, ha fatto un buon primo tempo con l’Albania. Ma i colpi di Chiesa sono colpi alla Shaqiri. Quindi mi aspetto che possa lasciare un segno anche questa volta, sennò sarebbe troppo impalpabile.
Finiti i gironi, le favorite a questo punto chi sono?
Voglio rivedere la Germania, perché non ha fatto bene con la Svizzera, anche per merito della Svizzera. Ed è una squadra che ha tante soluzioni. Non posso pensare che Francia e Inghilterra siano così apatiche. Secondo me nelle sfide secche, nei “mata mata”, torneranno a essere forti. E poi la Spagna, che non solo ha giocatori forti, ma li ha anche ispirati. E in un torneo corteo, se una squadra sta così bene insieme diventa difficile da affrontare.
Possibili outsider?
Sicuramente l’Austria. E ci metto la Svizzera. A me è piaciuta molto la Slovacchia. Poi c’è il Belgio, squadra che ha qualità e rotazioni, anche se è un po’ titubante dietro, perché ha cambiato tanto rispetto alla generazione che l’aveva portato al primo posto del ranking.
E Cristiano Ronaldo?
Ha un bell’atteggiamento. La squadra sta con lui e l’ho visto anche altruista. A differenza del Mondiale è molto connesso al progetto. Secondo me ci crede, anche perché potrebbe essere il suo ultimo grande torneo. La squadra è forte e può arrivare in fondo, anche se è nella parte più complicata del tabellone.