A qualificazione ormai raggiunta, il Ct elvetico Yakin contro la Germania dovrebbe dare spazio ai rincalzi, soprattutto per salvaguardare i diffidati
La qualificazione dei rossocrociati agli ottavi di finale, benché non ancora sancita dalla matematica, è ormai cosa fatta per la sesta volta consecutiva per quanto concerne i grandi tornei. Da quando gli Europei si disputano con 24 squadre alla fase finale (2016), infatti, non è mai successo che una squadra capace di raccogliere 4 punti nel primo turno non si sia poi qualificata agli ottavi.
«Si tratta di un passo avanti», si è limitato a dire il selezionatore Murat Yakin giovedì, all’indomani del pareggio per 1-1 ottenuto contro la Scozia nella seconda gara giocata in Germania dagli elvetici. Un atteggiamento fin troppo prudente e dettato dal fatto che, come detto, i giochi non sono ancora fatti al 100%.
Mercoledì sera appena terminato il match, ad ogni modo, il Ct elvetico si era sbilanciato un po‘ di più. «Non dovremo giocare con troppa pressione domenica contro la Germania», aveva detto lasciando intendere che l’ultima sfida della fase a gironi avrà valore soltanto per il prestigio, oltre naturalmente che per la definizione della classifica finale del gruppo A. E ricordiamo, a questo proposito, che la Svizzera – se vuole chiudere in vetta al girone – dovrà per forza battere i tedeschi.
Stando così le cose, si può comodamente immaginare che domenica Francoforte, contro i padroni di casa, Murat applicherà un massiccio turnover, sia per non affaticare inutilmente i suoi uomini sia per evitare che i quattro diffidati subiscano una nuova ammonizione che impedirebbe loro di scendere in campo in occasione degli ottavi di finale: parliamo di Silvan Widmer, Remo Freuler, Ricardo Rodriguez e Vincent Sierro.
Yakin, insomma, non vorrà ripetere l’errore commesso al Mondiale di Russia del 2018 commesso dal suo predecessore Petkovic. Vlado, infatti, aveva deciso di schierare contro la Costarica – gara anche in quel caso priva di rischi – Fabian Schär, Stephan Lichtsteiner e Valon Behrami, tutti diffidati: col risultato che i primi due vennero di nuovo ammoniti, e non poterono disputare la sfortunata partita degli ottavi contro la Svezia.
Se la pratica-qualificazione è ormai archiviata, resta però il fatto che la prestazione offerta mercoledì a Colonia contro la Scozia – fatto salvo il gol capolavoro di Xherdan Shaqiri, il suo decimo in una fase finale – non è certo stata troppo positiva.
Anche a causa dell’ottimo lavoro svolto dallo scozzese Scott McTominay su capitan Xhaka – che si è spesso trovato tagliato fuori dal gioco – i rossocrociati non hanno infatti saputo ripetere la bella prova mostrata qualche giorno prima al cospetto dell’Ungheria.
Non certo brillanti come tutti ci aspettavamo, i rossocrociati non si sono trovati a proprio agio contro la Scozia, e inoltre dobbiamo ricordare che Fabian Schär, già protagonista dell’autorete che al 13’ ha consentito ai britannici di portarsi in vantaggio, ha poi dovuto giocare tutta la partita (dal 19‘) col naso fratturato in seguito a un contrasto con Ralston. Il 32enne difensore del Newcastle non dovrà comunque essere operato: gli basterà riguardarsi da qui al giorno dell’ottavo di finale.
Celebrato dai tifosi rossocrociati nel corso del giro di campo pre-partita, Murat Yakin aveva stupito qualcuno schierando titolare contro gli scozzesi Shaqiri. Il tecnico basilese ci aveva però visto giusto: malgrado i limiti di tenuta atletica del fantasista dei Chicago Fire – che non gli permettono di giocare più di un’ora – Yherdan si è infatti rivelato decisivo.
Pochi, ad ogni modo, credono che il selezionatore vorrà riproporre il numero 23 fra gli 11 di partenza domenica sera contro la Germania, partita in cui – verosimilmente – i rossocrociati, invece di creare gioco, dovranno soprattutto rincorrere il pallone.
Dopo aver giocato dall’inizio contro la Scozia, e dopo il suo magnifico gol, c’è però da immaginare che Shaqiri accetterà abbastanza volentieri di tornare a sedersi in panchina contro i teutonici e nel prosieguo del torneo, ruolo che gli permetterebbe comunque di entrare a gara iniziata per magari confermarsi, speriamo, determinante ai fini del risultato.
Di certo, la gara di mercoledì ha confermato che in casa rossocrociata non si vede ancora nessun giocatore in grado, a livello di classe, di prendere il posto del 32enne dal sinistro fatato, sempre a segno almeno una volta in tutte e sei le fasi disputate dagli elvetici a partire dal 2014.
Confortante è sapere che Yakin, ora, dispone di una decina di giorni per preparare al meglio l’ottavo di finale, che secondo logica i suoi uomini dovranno disputare a Berlino contro la seconda classificata del gruppo B, con ogni probabilità una fra Italia e Spagna, quando non potranno certo permettersi di giocare come contro la Scozia, se vorranno avere qualche chance di superare un ulteriore turno.
Per Murat, l’ottavo di finale sarà una sorta di partita della vita: se condurrà la squadra al successo, potrà far dimenticare Vladimir Petkovic e l’exploit riuscito al tecnico ticinese, che fu capace di battere ai rigori la Francia nel 2021 e di accedere, per la prima volta nella storia moderna del calcio svizzero, a un quarto di finale.
Dovesse farcela, si ritroverebbe nel giro di poche settimane a diventare – da Ct criticatissimo – ad allenatore più grande degli ultimi decenni.