Il gemellaggio tra i tifosi rossocrociati e la Tartan Army: ‘Il 3% della popolazione è arrivato in Germania. E oggi siamo qui, anche senza biglietto’
Come sono lontani i tempi in cui assistere a una partita di calcio significava correre il rischio di rimanere coinvolti in scontri dentro e fuori gli stadi. Non solo quando in campo c’erano squadre di club, ma anche in occasione di fasi finali mondiali o europee. Nel 2006, proprio in Germania, di incidenti ne erano capitati parecchi con feriti e interventi pesanti delle forze dell’ordine. Le leggi anti-hooliganismo (anche la Thatcher qualcosa di buono l’ha fatto…) e una maggiore repressione del fenomeno, hanno dato risultati tangibili e da diversi anni la situazione è tornata entro i limiti della tolleranza. Quest’anno, almeno per il momento, tutto si sta svolgendo senza particolari problemi. Certo, siccome la mamma degli imbecilli è sempre incinta, qualche atteggiamento sopra le righe c’è stato, ma tutto sommato anche la partita più temuta di tutta la fase a gironi, quella tra Inghilterra e Serbia, è trascorsa in tono minore, almeno per quanto concerne gli scontri tra tifosi. Qualche scaramuccia sì, ma nulla a confronto di quando i centri città venivano letteralmente messi a ferro e fuoco. E anche l'episodio di Amburgo, con la polizia costretta a sparare e ferire un uomo munito di ascia e molotov, è risultato slegato dal contesto del tifo.
E una festa nel vero senso della parola sarà la sfida tra Svizzera e Scozia, al di là del risultato finale. Da una parte una nazione con quattro idiomi, dall’altra una che fa parte di un regno con quattro etnie e una sola lingua… Già alle prime ore del mattino, Colonia è stata letteralmente invasa dalla Tartan Army, con circa 60’000 tifosi calati dalle highlands, la stragrande maggioranza dei quali, ovviamente, senza un biglietto per la partita. Hanno preso possesso del centro cittadino, familiarizzando ben presto con la nutrita schiera rossocrociata che, va da sé, appariva sparuta nel confronto con la marea blu. Tra canti e cornamuse, partite di pallone improvvisate lungo il Reno, bevute a tutta birra nei bar della città (c’è chi ha fatto da sé, portandosi direttamente una cassa da 20) e una piazza del duomo letteralmente tappezzata di blu (con qua e là qualche puntino rosso), le due tifoserie si sono trovate sulla stessa lunghezza d’onda. E non solo quelle di Svizzera e Scozia. A loro si sono uniti sparuti tifosi tedeschi in attesa dell'impegno della Mannschaft contro l’Ungheria, un gruppo di spagnoli di passaggio a Colonia sulla strada verso Gelsenkirchen, dove domani la Roja sfiderà l’Italia e, poco prima delle 15 una spolverata di albanesi e croati diretti agli schermi giganti per assistere al primo confronto di giornata.
Nella Fan Zone di Heumarkt, a un quartetto di tifosi intenti a osservare scozzesi e svizzeri che si divertono a cercare di non far toccare terra a un pallone calciato il più in alto possibile (è un miracolo che non sia andato in frantumi nemmeno un vetro di bar, ristoranti e appartamenti ai piani alti), chiediamo se in Scozia sia rimasto ancora qualcuno, perché sembra davvero che l’esodo di massa abbia portato in Germania l’intera popolazione, dalle Shetland giù giù fino al confine con l’Inghilterra… «Certo – risponde Josh ridendo fragorosamente –, mia moglie. Scherzi a parte, il 3% della popolazione scozzese ha preso armi e bagagli per seguire la Nazionale. Il 3%, capisci? Stiamo parlando di qualcosa come 250’000 persone. E 60’000 oggi sono qui a Colonia per la partita con la Svizzera. Sessantamila, quando i biglietti a disposizione superano di poco le 10’000 unità».
Può darsi che Josh esageri, la presenza scozzese in Germania è stata valutata attorno alle 150’000 - 200’000 unità, ma anche se così fosse sarebbe comunque un numero da record. Anche perché il 90% di loro, Josh e compagni compresi, la trasferta l’ha intrapresa pur sapendo di non avere alcuna possibilità di assistere a una delle tre partite. E quando gli chiediamo cosa abbia spinto lui e i suoi amici a lasciare Glasgow anche senza biglietto d’entrata, la risposta è lapidaria… «Scusami tanto, ma questa è una domanda sciocca – afferma alzando il bicchiere di birra che tiene in mano –. C’è forse bisogno di entrare allo stadio per divertirsi? Non so dove guarderemo la partita, forse nella Fan Zone appositamente allestita per ospitare la Tartan Army, forse in qualche bar. Poco importa, ciò che conta è continuare a fare festa». Festa che proseguirà, perché Josh e compagni, pur senza biglietto d’entrata allo stadio, continueranno a sventolare la Croce di Sant'Andrea fino a domenica, quando a Stoccarda la Scozia affronterà l’Ungheria.
Una cosa è certa, il Nord della Gran Bretagna non festeggerà il titolo europeo, ma senza dubbio ha già conquistato la finale del tifo. Per quanto visto nel primo turno di Euro 24, se la gioca con il fiume olandese che domenica ha invaso Amburgo. Una finale davvero molto incerta. Fosse per noi, finirebbe in parità.