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‘Nulla è già stato deciso e la Scozia è un leone ferito’

Michel Aebischer richiama tutti alla massima concentrazione: ‘Abbiamo il potenziale per andare lontano, ma dobbiamo compiere un passo alla volta’

17 giugno 2024
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Non è mai stato un fromboliere di razza. Nella sua carriera a livello professionistico, iniziata con la maglia dello Young Boys nella stagione 2016-17, ha realizzato 16 reti. E quest’anno, in 37 partite con il Bologna – 26 delle quali da titolare – non è andato in gol nemmeno una volta. Tuttavia, sabato pomeriggio a Colonia, Michel Aebischer ha realizzato quello che, con ogni probabilità, è il gol più importante della sua carriera, il primo in rossocrociato alla 21ª apparizione. Un gol fondamentale anche per il momento nel quale è arrivato, a pochi secondi da una pausa che, a quanto ha poi affermato il tecnico dell’Ungheria Marco Rossi, ha permesso di sistemare l’inghippo tattico alla base della netta supremazia rossocrociata. Va da sé, di conseguenza, che il gol del 2-0 ha avuto un peso specifico determinante sulle sorti del confronto. E ha regalato alla Svizzera la sua seconda vittoria all’esordio nella fase finale di un Campionato europeo. Nelle cinque precedenti partecipazioni, infatti, soltanto nel 2016 in Francia la Nazionale rossocrociata era riuscita a imporsi nella prima partita, nel caso specifico contro l’Albania con un colpo di testa vincente di Fabian Schär. In precedenza c’erano stati i pareggi contro Inghilterra (1996) e Croazia (2004), la sconfitta con la Cechia (2008) e l’1-1 di Baku contro il Galles (2020).

La maturità raggiunta dalla Nazionale elvetica la si evince anche dal modo in cui certe vittorie vengono assimilate e digerite. Al di là dell’immediata euforia seguita al più che positivo esordio, il 3-1 contro l’Ungheria è stato immediatamente riposto nel cassetto delle pratiche evase e l’attenzione focalizzata sulla strada ancora da percorrere… «Sono state 36 ore molto intense – ammette Michel Aebischer –. La nuova posizione, i pensieri su come mi sarei adattato, il 3-1 all’esordio con tanto di assist e di gol… Uno stillicidio di emozioni. Tuttavia, sono conscio, così come lo sono i miei compagni, di aver compiuto soltanto un piccolo passo avanti, ci rimangono due sfide importanti, la prima già mercoledì contro la Scozia. E lì, si ricomincia daccapo, il successo di sabato è stato importante, ma non ha deciso la sorte del nostro Europeo. Dobbiamo focalizzare l’attenzione sul prossimo impegno e scendere in campo con lo stesso spirito con il quale abbiamo affrontato i magiari».

Il 27enne friborghese («sono nato in un villaggio di lingua tedesca, quindi mi sento più svizzero-tedesco che romando») predica umiltà e concentrazione, ma ammette senza remore che questa Nazionale ha un potenziale difficile da nascondere… «In gruppo ci sono giocatori che militano con successo nei club più importanti d’Europa. Dobbiamo continuare a crescere come squadra, ma il nostro potenziale è sicuramente molto elevato, abbiamo le carte in regola per andare lontano. Tuttavia, lo ripeto ancora una volta: il prossimo obiettivo è rappresentato dalla Scozia, avversario che ci porrà senza dubbio dei grattacapi, per cui non dobbiamo guardare troppo avanti, ma affrontare il torneo passo dopo passo».

La selezione delle Highlands, che non ha mai superato una fase a gironi, arriva all’appuntamento trascinando il peso delle cinque reti incassate nell’esordio contro la Germania. Una scoppola che, a detta di Aebischer, conferirà un ulteriore tasso di difficoltà alla sfida di mercoledì sera… «Saranno ancora più pericolosi, proprio perché la loro prima uscita è stata un disastro. Vorranno senza dubbio rifarsi e noi dovremo farci trovare ponti. Quando un percorso come quello di un Europeo inizia con il piede sbagliato, la voglia di un immediato riscatto aiuta a trovare forze nuove alle quali attingere. Dobbiamo analizzare molto bene il loro gioco e, soprattutto, evitare di prendere l’impegno sottogamba, sarebbe un drammatico errore».

Dal ritiro della Nazionale, come è logico che sia, non filtra nessuna indicazione in merito alle scelte di Yakin per il secondo appuntamento a Colonia. D’altra parte, la titolarizzazione di Duah ed Aebischer contro l’Ungheria aveva colto tutti di sorpresa… «Murat mi aveva parlato già martedì dell’idea che gli frullava in testa: voleva che in fase di possesso palla mi unissi al centro per formare con Granit e Remo un tre contro due, per poi andare a ricoprire la fascia per difendere la profondità quando il pallone era nei piedi degli ungheresi. Sul gol incassato si sarebbe potuto fare meglio, ma nel complesso dei 90’ mi sembra che la tattica abbia dato i suoi frutti».

Michel Aebischer è diventato il primo friborghese ad andare in gol con la Nazionale «da Johan Vonlanthen nel 2004. Sono passati vent’anni. Vent’anni di troppo… Quando ho scoccato il tiro, ho capito subito che si trattava di una buona conclusione. Poi ho visto il pallone in fondo al sacco e non ho capito più nulla».

In linea di massima, dopo un successo come quello di sabato, “squadra che vince non si tocca”, a maggior ragione per uno come Aebischer, sul cui personale cartellino fanno bella figura un gol e un assist… «Per il momento non ne abbiamo parlato. Certo, dopo una prestazione come l’ultima è logico attendersi di giocare dal primo minuto. Ciò nonostante, a decidere è sempre l’allenatore e nelle prossime ore vedremo quali saranno le sue scelte e se avrà ancora bisogno di me. Dobbiamo anche pensare che gli scozzesi analizzeranno quanto abbiamo fatto contro gli ungheresi e cercheranno delle contromisure per metterci in difficoltà. Ciò significa che da parte nostra dovremo trovare nuove strategie e non è detto che le scelte di Murat cadano di nuovo sulle stesse persone. Tuttavia, poco importa chi scende in campo, conta solamente la squadra. Far parte della Nazionale è motivo d’orgoglio, anche senza giocare un solo minuto. Ovvio, tutti desideriamo leggere il nostro nome nell’undici titolare, ma sappiamo benissimo quanto elevata sia la concorrenza. Se Murat avrà ancora bisogno di me scenderò in campo per fare il meglio possibile, in caso contrario sarò il primo tifoso dalla panchina. E sono certo che pure gli altri la pensano allo stesso modo».