A prescindere da chi verrà incoronato campione, l'Europeo ha già emesso i suoi verdetti e tra le conferme/rivelazioni ci sono Sommer, Akanji, Xhaka e Shaqiri
Una parata di stelle con molte conferme, ma anche tante sorprese. Il mese europeo riscrive gerarchie, fornisce indicazioni alle squadre per un mercato ricco. Tra i giocatori a suscitare i maggiori consensi ci sono Sterling, Jorginho e Pedri, ma anche le sorprese (relative) Damsgaard e Dani Olmo. Il funambolico esterno del City, cresciuto alla scuola di Guardiola, simbolo della lotta per i diritti civili, ha attraversato il torneo da protagonista soccorrendo l'Inghilterra nelle rare fasi di difficoltà. Il regista del Chelsea, già vincitore della Champions, sta crescendo di livello ed è ormai il perno insostituibile dell'Italia di Mancini. Si fa poi fatica a credere che Pedri abbia 19 anni: il talento del Barcellona, che Luis Enrique ha valorizzato, non sbaglia una partita e già fioccano i paragoni con Iniesta.
Ma sono tanti i volti che hanno segnato la manifestazione, a partire dai portieri. Donnarumma ha fatto felici i tifosi italiani, ma anche i dirigenti del Psg che lo hanno avuto a parametro zero. È ormai senza dubbio l'erede di Zoff e di Buffon. Meno classe ma ottimo rendimento per Pickford, ma hanno acquisito grandi meriti anche il nostro Sommer e il danese figlio d’arte Schmeichel.
Un grave incidente lo ha tolto di mezzo per mesi mesi dopo avere sbalordito per il suo rendimento, ma Leonardo Spinazzola ha lasciato un segno profondo con le sue sgroppate alla speedy gonzales che hanno agito da grimaldello per l'Italia di Mancini: così su di lui si dice abbiano messo gli occhi le grandi d'Europa, Real in testa. Tra gli esterni di difesa gode l'Atalanta perché si è avuta la conferma dell'alto livello raggiunto dal goleador di complemento Gosens, ma soprattutto dei progressi del danese Maehle. Tra i ministri della difesa spiccano i baluardi delle due finaliste, ma di grande rilievo è pure il comportamento di Kjaer, e non solo perché ha salvato la vita a Eriksen e lo ha protetto da occhi indiscreti. A 32 anni e dopo tanto girovagare, ha trovato la maturità giusta per stare di diritto sui grandi palcoscenici. Altro elvetico da annoverare tra le rivelazioni/conferme, Akanji.
Nei ruoli di centrocampo hanno brillato in tanti, a cominciare dalle due vecchie volpi come Busquets e Modric. Tra i registi Xhaka ha messo in mostra (come tutta la Svizzera) delle prestazioni in crescendo toccando l’apice con un match praticamente impeccabile contro la Francia, prima di dover soffrire in tribuna (squalificato) nel quarto di finale perso con la Spagna. Uno dei pochi a salvarsi tra i francesi è stato Pogba, mentre De Bruyne ha dovuto convivere con i suoi acciacchi, che non gli hanno però impedito di offrire lampi del suo genio. Menzione particolare per Mount, per l'austriaco Sabitzer e per il citato danese della Sampdoria Damsgaard. Una citazione la merita anche Shaqiri, nonostante la forma precaria capace di realizzare tre gol diventando così il miglior marcatore della Svizzera nelle grandi competizioni internazionali (7 reti).
Tra gli attaccanti in grande spolvero – ben oltre al rendimento delle loro squadre – Ronaldo, Lukaku e Benzema, ma la vera rivelazione è il ceco Schick, che con le sue 5 reti e la sua personalità ha trascinato i suoi fino ai quarti. L'azzurro Chiesa ha condotto strappi micidiali che hanno trascinato l'Italia mentre Svezia e Danimarca si sono giovate dei gol e del rendimento di Forsberg e Dolberg. Citazione finale per il talento del Lipsia Dani Olmo, che ha mostrato di poter diventare protagonista con la Spagna di Luis Enrique ai Mondiali del prossimo anno.