Come per la Svizzera, per la squadra di Günes le residue possibilità di accedere agli ottavi di finale passano dallo ‘spareggio’ di domenica a Baku
Le attese erano davvero notevoli, al pari di quella della Svizzera. E come quelle rossocrociate, sono andate disattese, quasi completamente. Già, perché la Turchia era considerata una temibile mina vagante una squadra in grado di ritagliarsi un ruolo da protagonista, in una competizione che la vede invece con l’acqua alla gola, costretta a battere la svizzera domenica a Baku per quantomeno sperare nel ripescaggio quale una delle quattro migliori terze. Lo stesso destino della selezione di Petkovic, per un duello tra poveri dal peso specifico enorme (l’una delle due contendenti, se non entrambe, se ne tornerà a casa lunedì mattina). Spalle al muro, senza via d’uscita, se non la vittoria, ossia l’obiettivo non ancora centrato, per il quale c’è un ultimo tentativo a disposizione.
Per molti osservatori, forse abbagliati da un percorso nelle qualificazioni piuttosto brillante, la Turchia di Senol Günes è superiore alla squadra che nel 2002 ai Mondiali nippocoreani e nel 2008 agli Europei in Svizzera e Austria seppe giungere fino alla semifinale. È chiaro che di fronte a cotante speranze e analisi improntate all’ottimismo, il ritorno alla realtà di una doppia brutta sconfitta, condita da due brutte prestazioni, è quanto di più brusco ci possa essere. Dall’euforia alla disillusione. “Lo choc del 3-0 contro l’Italia ha avuto ripercussioni anche contro il Galles - ha analizzato il ct Senol Günes -. Dopo il primo gol abbiamo perso la bussola. Nella ripresa, nel momento in cui abbiamo iniziato a ragionare sul modo di vincerla comunque noi, ci siamo autodistrutti».
Dura, la reazione della stampa turca. “Siamo la squadra peggiore del torneo, per quanto attiene l’organizzazione di squadra”, ha tuonato il popolare quotidiano “Hürriyet”.
Venerato prima degli Europei, artefice della semifinale mondiale del 2002 e tornato alla guida della Nazionale più di due anni fa, Senol Günes ha condotto la selezione turca fino a questi Europei per 26 partite, solo 3 delle quali perse. Nelle qualificazioni la Turchia ha pareggiato 1-1 in trasferta e vinto 2-0 in casa contro la Francia campione del mondo e ha battuto 4-2 l'Olanda. Lo 0-3 contro gli Azzurri e lo 0-2 contro il Galles non se li aspettava nessuno. «Dobbiamo constatare che non siamo al punto in cui speravamo di essere - ha analizzato il tecnico -. Il sogno era il passaggio del turno, ma oggi la situazione non è rosea. Guardiamo avanti, dobbiamo lottare per l’ultima piccola possibilità che ci resta».
Come la Turchia, anche la Svizzera può confidare nel passaggio del turno, previa la conquista del terzo posto. Una posizione che però ancora non garantisce l’accesso agli ottavi. In Francia, cinque anni fa, nella prima edizione a 24 squadre, venne eliminata, benché terza con 3 punti, a causa della differenza reti, a beneficio dell’Irlanda del Nord, anch’essa a quota 3. «Dimentichiamo ciò che è stato - chiude Günes -. Auspicavamo che la situazione fosse un’altra, prima dell’ultima partita, ma indietro non si torna. Sono io il responsabile dei nostri risultati».
Nel mirino della critica è finita la fase difensiva di una squadra che nelle dieci partite di qualificazione aveva incassato solo 3 reti (miglior difesa tra tutte le partecipanti). Va però detto che nei 15 incontri internazionali dello scorso anno la Turchia aveva subìto ben 4 sconfitte con 3 reti al passivo, e 5 con 2. «Dobbiamo chiedere scusa - interviene il difensore Umut Meras -. Contro il Galles volevamo vincere a tutti i costi, ma non è successo. Abbiamo sbagliato tutto e disatteso i buoni propositi. Ora non ci resta che fare tutto il possibile per battere almeno la Svizzera».