CICLISMO

Sui Pirenei Tadej Pogacar mette le mani sul Tour de France

Lo sloveno si impone in solitaria al Pla d'Adet e al Plateau de Beille, stroncando la resistenza di Vingegaard, adesso a 3’09” in classifica generale

(Una Ferrari gialla su due ruote)
14 luglio 2024
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I Pirenei hanno sancito la supremazia di Tadej Pogacar, lanciato verso la terza vittoria al Tour de France. Nel weekend sulle montagne al confine con la Spagna, la maglia gialla slovena ha piazzato due colpi che hanno distrutto la concorrenza, in primis quella di Jonas Vingegaard, ultimo vincitore della Grande Boucle. Il capitano della Uae Emirates si è imposto in solitaria sia al Pla d'Adet, sia al Plateau de Beille, portando il suo vantaggio in classifica generale a superare i tre minuti (3’09” per la precisione). Che questo Tour de France non avesse storia (al netto di possibili incidenti che nessuno si augura) lo si sapeva fin dall'inizio, con un Pogacar strepitoso già sulle strade del Giro d'Italia e un Vingegaard a corto di preparazione dopo l'incidente tremendo al Giro dei Paesi Baschi. Certo, mancano ancora la terza settimana di gara e le Alpi, tuttavia la supremazia dello sloveno sembra metterlo al riparo da sgradite sorprese.

Sabato, lungo la salita verso Saint-Lary-Soula/Pla d'Adet, Pogacar ha sferrato il suo attacco a poco meno di cinque chilometri dalla fine ed ha approfittato di un tratto in leggera discesa per tagliare definitivamente le gambe a un Vingegaard che sembrava in grado di chiudere il buco. Nell'ultimo chilometro e mezzo, lo sloveno ha ulteriormente schiacciato il piede sull'acceleratore e ha conquistato la maggior parte dei 39” (ai quali si è aggiunto l'abbuono) che lo hanno separato dal rivale danese, con Remco Evenepoel capace di contenere i danni a 1’10” dal vincitore.

Ma il capolavoro Pogacar se lo è riservato per la frazione più dura, quella che in teoria, con caldo e salite lunghe, avrebbe dovuto favorire il detentore della maglia a pois. Il quale, fin dalla partenza di Lundevielle ha messo davanti la sua Visma per controllare la corsa e tenere in punto di mira la fuga di giornata, il cui vantaggio non ha mai superato i 5’. Un atteggiamento che stava a indicare la chiara volontà del danese di passare all'attacco e provare e restituire al rivale lo schiaffo del giorno prima. E così, con Vingegaard davanti, Pogacar alla sua ruota e Evenepoel incollato allo sloveno, si è sviluppata la maggior parte dei 197 chilometri di una frazione che prevedeva il superamento del Peyresourde (prima categoria), del Col del Menté (prima categoria) del Portet d'Aspet (prima categoria), del Col d'Agnes (prima categoria), per chiudere con la salita hors-catégorie verso il Plateau de Beille. All'inizio dell'ultima ascesa di 15,8 km al 7,9% di pendenza, Vingegaard ha messo davanti Mateo Jorgenson e lo statunitense ha impresso al gruppo principale un'andatura folle che lo ha mandato in pezzi. A 11 km dall'arrivo, però, Jorgenson non ce l'ha più fatta e Vingeggard è stato costretto a prendere l'iniziativa. Uno scossone al quale Pogacar ha reagito senza minimamente scomporsi, mentre Evenepoel ha perso gradatamente terreno. I due sono andati a recuperare uno a uno i superstiti della fuga di giornata, fino a 5,5 km dall'arrivo, quando il danese si è alzato suoi pedali e ha provato una nuova accelerazione. Quando è tornato a sedersi sulla sella, Pogacar, che non aveva perso nemmeno un centimetro, gli è scattato in faccia e si è involato verso la vittoria finale. Cinque chilometri in solitaria lungo i quali ha scavato un divario di 1’08” che ha di fatto messo la parola fine a questa Grande Boucle. Evenepoel ha chiuso al terzo posto a 2’51”.

Manca una settimana e mancano le Alpi, tuttavia il vantaggio accumulato in classifica generale (3’09” su Vingegaard, 5’19” su Evenepoel, mentre il quarto, Almeida, è addirittura a 10’54”), permetterà a Pogacar di correre in difesa (sempre che ne sia capace), senza doversi sfiancare oltre misura. Una crisi è sempre possibile (per non parlare di una caduta), ma Vingegaard sembra potersi attaccare soltanto a questo dettaglio, perché la supremazia espressa sin qui da Pogacar sembra essere inattaccabile.

Intanto, domani seconda giornata di riposo in attesa di tornare in strada martedì con una frazione dedicata ai velocisti, in un Tour de France che ha reintrodotto l'uso delle mascherine per combattere i numerosi casi di Covid (sabato non è partito Thomas Pidcock).

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