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Pogacar, ovvero quando il ciclismo è arte

Lo sloveno ha stravinto l'ultima delle tappe italiane del Tour, a cui hanno fatto da cornice diverse esposizioni con protagonista il mondo del pedale

Quattro giorni al seguito del Tour de France, un'occasione non solo per assistere alla più prestigiosa corsa a tappe, ma anche di conoscere nuovi artisti e opere ispirate dai campioni del pedale. A Firenze, sede del Grand départ 2024, ci si imbatte in Piazza Duomo in biglie giganti con raffigurati all'interno, come succedeva sulle spiagge negli anni Settanta, i ritratti di grandi ciclisti di oggi e di ieri. Ci sono Gino Bartali, motivo principale per cui si è partiti dalla Toscana, e poi Coppi, Pantani, Anquetil, ma pure campioni contemporanei come Pogacar, Van der Poel, Sagan, Alaphilippe e Cavendish. Sono opere dell'illustratore di Nottingham Karl Kopinski. La mostra si chiama Remporter le Jaune ed è organizzata da Lucca Comics & Games.

«Il ciclismo è una passione che mi è arrivata tardi nella vita - racconta l'artista a La Regione - ma subito mi ha ispirato per la sua enorme storia. Cerco di dipingere i volti dei corridori al massimo dello sforzo e della fatica. Tra le opere esposte mi piace molto quella di Cavendish, ma Van Aert è il mio ciclista preferito. La biglia di Pantani sprigiona più energia di tutte, mentre la più fotografata è quella di Bartali».

Un pronostico per questo Tour dopo quattro tappe? «Penso che lo vincerà Pogacar». In effetti lo sloveno in questi giorni ha dimostrato di andare forte, prendendosi la maglia gialla a Bologna alla seconda tappa, per poi lasciarla a Carapaz a Torino e rivestendola ieri a Valloire. Vingegaard non è tra le biglie fiorentine, chissà se l'infortunio subito nei mesi scorsi ha contribuito a questa scelta: sta di fatto che il danese in gara c'è, e sta pure bene. Cavendish, connazionale dell'artista, invece dopo la prima giornata drammatica, in cui ha vomitato anche l'anima in corsa, non è ancora riuscito a battere il record di Merckx per quando riguarda il numero di vittorie di tappa complessivo.

A Larciano, cinquanta chilometri da Firenze, la famiglia Nencini ha curato la mostra "Giallo Incanto - Undici artisti per Gastone Nencini". Un giusto omaggio per il quarto uomo in Italia a vincere il Tour. Il "Leone del Mugello" era un grande appassionato di pittura e si cimentava lui stesso con tele e pennelli. Il re degli artisti a Cesenatico è Simone Tribuiani, autore di due opere gigantesche su Marco Pantani esposte in occasione della seconda tappa del Tour. Una gigantografia del Pirata, inaugurata allo stadio comunale della località balneare, e una bici sul mare composta da boe gialle, proprio tra il grattacielo e il Grand Hotel. Entrambe le opere sono costruite per essere godute principalmente dall'alto.

"Tribu" ha il suo studio in centro a Cesenatico e l'ispirazione per i suoi lavori arriva dall'immaginario della sua adolescenza: lo sport soprattutto, ma anche tv e cinema. Il suo studio è pieno di disegni su legno, meglio se di recupero, perché più vivo: campioni Nba, ciclisti eroici, calciatori anni Ottanta, frammenti di gara epiche, anche di Coppa Davis. A Cotignola (provincia di Ravenna), terra natale di Michele Gordini, che ha corso ai tempi di Ottavio Bottecchia, due murales istoriano la sua casa: un suo primo piano, e poi lui in bicicletta che va in fuga.


Il Tour de France fa pedalare anche Diabolik ed Eva Kant. A Cervia il fumettista Matteo Mazzacurati ha realizzato le illustrazioni di due personaggi che mai prima erano apparsi in sella: un altro record della corsa a tappa francese.
Per la Grande Boucle, a Piacenza si tiene una mostra multimediale dedicata all’Ecce Homo di Antonello da Messina (Galleria Alberoni), al Tondo di Sandro Botticelli (Musei di palazzo Farnese) e al Ritratto di Signora di Gustav Klimt (Galleria Ricci Oddi). Un'opportunità per conoscere alcuni fuoriclasse dell'arte.
La giovane Sofia Piovano ha realizzato un murale nel Sottopasso di Santa Rita a Carmagnola (To) che racconta il legame storico tra il suo paesello e la Francia, con la presenza di alcuni corridori immaginari, sagome fatte con la tecnica di disegno "one line drawing". A Pinerolo invece, dove è partita la tappa di ieri – che ha sconfinato in Francia salutando l'Italia – fino al 3 luglio si è potuta vedere una mostra di pittura figurativa impressionista di Luciano Rizzo, ex corridore che ha rappresentato su tela il ciclismo eroico.
Chiudiamo con Nicolò Canova, artista visivo e illustratore torinese: è la matita che ha disegnato la locandina dell’edizione 2024. Funziona così: da tradizione, chi ospita la Grand départ – Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte in questo caso – deve individuare un giovane illustratore per la realizzazione del poster ufficiale. Canova, con un cognome che è già tutto un programma nel mondo dell'arte, riesce a raccontare storie, persone ed emozioni in maniera quasi felliniana.

Il capolavoro di Tadej sul Galibier

Una tappa che passerà alla storia quella vinta ieri in modo spettacolare da Tadej Pogacar (Uae): lo sloveno, già vincitore quest'anno del Giro d'Italia, si riappropria della maglia gialla al termine della quarta frazione del Tour de France (partita da Pinerolo, 140 km) grazie a un'azione solitaria e prepotente, lanciata a 1 km dalla cima del Galibier e a circa 20 km dal traguardo posto a Valloire. L'unico avversario che ha provato a resistergli è stato il suo grande rivale Jonas Vingegaard (Visma), ma pure lui a un certo punto – nel corso della discesa in picchiata verso lo striscione d'arrivo – ha dovuto arrendersi alla strapotenza di Pogacar.

A quel punto, il danese ha permesso a chi stava dietro di riprenderlo, nel tentativo – pedalando in gruppo – di limitare i danni. Ma tutto è stato vano, perché lo sloveno ha vinto con 35 secondi di margine su Evenepoel (Soudal), Ayuso (Uae) e Roglic (Bora), e 37" su Vingegaard, vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle.

«Abbiamo realizzato il piano che avevamo previsto, e ne sono molto felice», ha detto il vincitore. Vincere in solitaria è stato fantastico. «In questa zona mi sono spesso allenato nel passato, conoscevo il percorso a menadito. Ora ho un buon margine in classifica, ma il Tour è tutt'altro che finito: la prossima settimana sarà dura, avremo una crono, e tutto potrebbe cambiare. Comunque ho fiducia».

Dopo la quarta frazione, Pogacar comanda la classifica generale con 45" su Evenepoel, 50" su Vingegaard e 1'10" sul suo scudiero Ayuso, autore martedì di una prova magistrale a favore del capitano della Uae, strepitosa formazione diretta dal ticinese Mauro Gianetti. Oggi la carovana si sposterà da Saint-Jean-de-Maurienne verso Saint-Vulbas, per un totale di 177,4 km adatti ai velocisti.

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