laR+ Ciclismo

Tour molto ticinese, ma la partenza da Locarno è a rischio

Il Giro della Svizzera che scatterà domenica da Vaduz avrà un occhio di riguardo per la nostra regione, ma la neve in montagna scombussola i piani

6 giugno 2024
|

Il percorso dell’87a edizione del Tour de Suisse, per tradizione definita la quarta gara a tappe più importante al mondo e certamente il maggiore evento sportivo nazionale nel corso dell’anno, vedrà toccare in modo significativo il territorio ticinese. Ben tre delle otto frazioni della kermesse in calendario dal 9 al 16 giugno, infatti, transiteranno per la nostra terra. E giovedì mattina, presso la sede bellinzonese di BancaStato – sponsor principale di queste tappe ticinesi – rappresentanti politici e dei vari comitati organizzatori locali hanno illustrato i dettagli dell’enorme lavoro richiesto affinché tutto si svolga nel modo migliore.

La prima stazione ticinese del Giro della Svizzera 2024 sarà la sommità del Passo del San Gottardo (riaperto pochi giorni fa) – a quota 2’091 metri – dove la carovana giungerà mercoledì 12 a conclusione di una tappa di 171 km iniziata a Rüschlikon (Zh): l’orario d’arrivo è previsto per le ore 17. Sarà impossibile per gli appassionati recarsi in loco in auto o in bici: per ovviare al problema sarà in funzione una navetta gratuita in partenza dall’aeroporto di Ambrì dalle 13 alle 16, con rientro a partire dalle 18.

Il giorno seguente – giovedì 13 – in agenda ci sarà una frazione tutta ticinese, con partenza dalla Gottardo Arena di Ambrì alle ore 13 (quasi 150 km e 3’200 m di dislivello). Il gruppo raggiungerà una prima volta Carì da nord (verso le 14), dopo la salita di Osco e Tarnolgio, per poi attraversare la Riviera e raggiungere Arbedo-Castione come punto più meridionale. In seguito, il plotone invertirà la marcia e tornerà di nuovo verso Carì (arrivo previsto alle 17), stavolta raggiunta da Faido, lungo una salita paragonabile a quella mitica dell’Alpe d’Huez. Anche a Faido, dato che a Carì non si potrà salire in auto, sarà in funzione un servizio di shuttle gratuiti dalle ore 9 alle ore 12, con partenza dalla pista di ghiaccio (rientro dalle 18 alle 19.30).

Venerdì 14, infine, la sesta tappa partirà da Locarno e si concluderà in Vallese, a Blatten (161 km e 3’565 m di dislivello). Il percorso di questa frazione – tappa regina del TdS 2024 – avrebbe dovuto transitare per il Passo della Nufenen (quota 2’421 m s.l.m), ma visto che a causa delle recenti nevicate non è ancora stato riaperto, il piano B prevede che la carovana passi invece per Gottardo e Furka. Anche quest’ultimo, però, è ancora chiuso, e non è detto che si riesca a rendere accessibile la strada in tempo utile. Se anche questa alternativa dovesse saltare, verrebbe purtroppo annullata la partenza da Locarno: in quel caso la tappa verrebbe parecchio accorciata, e lo start verrebbe dato in quel di Ulrichen (Vs) ai piedi della Nufenen.

Troppa neve

L’eliminazione di Locarno, purtroppo, priverebbe la città sul Verbano e l’intera zona del Piano di Magadino dell’enorme visibilità internazionale che le gare ciclistiche sanno garantire. La partecipazione diretta del pubblico al seguito della corsa, oltre naturalmente alle immagini televisive diffuse nel mondo intero, sono infatti una vetrina privilegiata per pubblicizzare le zone turistiche. Lo confermano le parole di Juri Clericetti, direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino: «La nostra regione è sempre più presente nelle recenti edizioni del Tour de Suisse, i cui organizzatori trovano qui comitati locali molto capaci e ormai molto esperti, affidabili. E noi, da questa sinergia, ricaviamo grande visibilità promozionale per il futuro, oltre a un indotto immediato fornito dai pernottamenti, dai commerci e dalla ristorazione. Interessante, dal nostro punto di vista, è che il ciclismo offre anche opportunità di destagionalizzazione del turismo: Carì è famosa per gli sport invernali, ma il passaggio del Tour offre alla località leventinese la chance di mostrarsi anche come meta estiva. È bello inoltre vedere che diverse zone e diversi comuni del Ticino collaborino strettamente e in modo proficuo, come in questo caso – relativo al Tour de Suisse – oppure come in occasione del Galà dei Castelli di atletica, che ormai da due anni oltre a Bellinzona vede coinvolta anche Locarno, per il City event».

Le altre tappe

Quello di quest’anno sarà, geograficamente parlando, un autentico Giro della Svizzera: toccherà infatti una grande città come Zurigo, in seguito coinvolgerà (speriamo, come detto in precedenza) quattro località ticinesi e poi celebrerà il suo gran finale nella parte romanda del Paese. Sarà però anche un Tour dal carattere internazionale, visto che la prima frazione – una breve prova a cronometro – si svolgerà oltre confine, in quel di Vaduz, che diventa così la seconda località estera a ospitare la tappa inaugurale. Prima della capitale del Principato del Liechtenstein, era toccato alla cittadina tedesca di Rust, nel 2001.

Rientrata in Svizzera, la carovana effettuerà due frazioni di pianura, adatte ai velocisti, con arrivo a Regensdorf e a Rüschlikon, poste entrambe nel Canton Zurigo. Dopodiché, si comincerà a fare davvero sul serio, con 4 arrivi consecutivi in montagna. Il primo, mercoledì 12 giugno, è previsto in cima al Passo del Gottardo, mentre il giorno seguente sarà la volta di una corsa tutta ticinese, con partenza ad Ambrì e arrivo a Carì, con sconfinamenti fino in Riviera e nel Bellinzonese. Venerdì 14, come detto, si dovrebbe andare da Locarno per arrivare a Blatten-Belalp (Vs), mentre il sabato sarà montagnoso anche il tracciato con partenza e arrivo in quel di Villars-sur-Ollon (Vd). Senza dimenticare che pure domenica 16, giornata di chiusura, ci sarà una cronoscalata di quasi 16 km che salirà da Aigle – città simbolo del pedale – fino (di nuovo) a Villars, tratta che spesso viene inserita anche nel Tour de Romandie.

Terreno per gli scalatori

Viste le premesse, è praticamente scontato che ad aggiudicarsi il successo finale del Tour de Suisse numero 87 sarà uno scalatore puro. Saranno infatti ben 19’000 i metri di dislivello sui 950 km totali della Corsa nazionale 2024. Fra i favoriti, è d’obbligo citare innanzitutto il danese Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), che si laureò campione lo scorso anno. Il vichingo dovrà però temere la concorrenza di diversi rivali, a cominciare dal colombiano Egan Bernal (Ineos-Grenadiers), anche lui già vincitore sulle strade elvetiche, ma soprattutto capace di mettere in bacheca anche un Tour de France, vinti entrambi nel 2019. Da tenere d’occhio, poi, anche il portoghese Joao Almeida (Uae Emirates) e gli spagnoli Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) ed Enric Mas (Movistar). Presenti anche altri grandi nomi in grado di movimentare la corsa, benché non abbiano troppe chance di vittoria finale, su tutti i britannici Mark Cavendish (Astana) e Thomas Pidcock (Ideos).

Più difficile, malgrado una nutrita presenza – ben 24 i rossocrociati iscritti – immaginare un elvetico vincitore della classifica generale. Molto più probabile, per contro, ipotizzare per gli svizzeri magari un paio di successi parziali. Marc Hirschi (Uae) e Mauro Schmid (Team Jayco AlUla), ad esempio, potrebbero imporsi in velocità in una delle primissime frazioni, prima che arrivino le montagne. La primissima maglia gialla del Tour, invece, potrebbe finire sulle spalle di Stefan Küng (Groupama-FDJ) o di Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost), dato che i due turgoviesi sono entrambi molto forti nelle gare contro il tempo.

Addio al pettorale numero 44

Grande attenzione quest’anno è stata posta dagli organizzatori sulla sicurezza: a seguito della caduta mortale occorsa 12 mesi or sono al povero Gino Mäder durante la discesa del Passo dell’Albula, i vertici del Tour si sono mostrati assai prudenti nel tracciare il percorso. «Visto il tragico precedente del 2023, sarebbe stato un cattivo segnale piazzare un traguardo proprio al termine di una discesa, come avvenne nella scorsa edizione», ha spiegato in altra sede il direttore generale della corsa Olivier Senn. Anche in quest’ottica si spiega il buon numero di arrivi in salita previsti quest’anno. E, sempre per privilegiare la sicurezza, i passaggi delicati saranno meglio segnalati, e all’équipe medica del Tour è stato aggiunto un terzo dottore.

Tornando a Gino Mäder, gli organizzatori hanno deciso, per rispettare il volere della famiglia, di non prevedere alcun minuto di silenzio il 16 giugno, data della morte del campione. I genitori di Gino hanno detto infatti che non bisognerà piangere, ma restare positivi. In compenso, la direzione di corsa ha deciso di non assegnare mai più al Tour de Suisse il pettorale numero 44, indossato da Mäder nell’ultima gara della sua vita.