Sulla salita di Oropa lo sloveno attacca, nessuno gli resiste e vince in solitaria la seconda tappa del Giro d'Italia
Dimostrazione di forza da parte di Tadej Pogacar, grande favorito al successo finale, che dopo il terzo posto di sabato è andato domenica a conquistare la seconda frazione del Giro 2024, staccando tutti sulla salita del Santuario di Oropa, a circa 4 km dal traguardo, e andando a trionfare in solitaria. Il capitano dell’Uae ha vestito anche la maglia rosa di leader della classifica generale, strappandola all’ecuadoriano Jonathan Narvaez (Ineos), vincitore sabato della prima tappa – da Venaria Reale a Torino - davanti a Schachmann e allo stesso Pogacar.
Al traguardo di Oropa, 161 km dopo la partenza data a San Francesco al Campo, Pogacar ha preceduto di 27 secondi Daniel Martinez (Bora) e Geraint Thomas (Ineos). Per lo sloveno si tratta del primo successo nella Corsa rosa, alla quale prima di quest’anno non aveva mai preso parte. Determinante, come detto, è stato l’attacco lanciato da Pogacar nel tratto più duro della salita conclusiva. La sua impresa è ancor più significativa se pensiamo che, proprio all’inizio dell’ultima asperità – che in 10 km si alza di ben 773 metri di quota – il 25enne era caduto in seguito a una foratura: scortato da un paio di compagni che lo avevano aspettato, Pogacar è presto rientrato in gruppo e, dopo aver sfruttato al meglio il lavoro della sua squadra, ha piazzato la sua zampata. La frazione è stata fin dall’inizio caratterizzata da una fuga di cinque uomini, fra cui l’italiano Andrea Piccolo, l’ultimo ad arrendersi dopo ben 150 km in prima linea. Lontani dai migliori gli elvetici: 138° Fabian Lienhard e 153° Robin Froidevaux, staccati entrambi di 24‘34’’.
Dopo questa vittoria, Pogacar entra a far parte del ristretto numero di corridori capaci di conquistare successi parziali in tutt’e tre le più importanti corse a tappe, vale a dire Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta a España. «Non molti altri corridori sono stati capaci di fare ciò», ha detto il vincitore poco dopo l’arrivo, «e riuscire a vincere almeno una tappa in tutte le corse maggiori era qualcosa a cui tenevo molto. In occasione della caduta, non ho avuto alcuna paura, c'è stata solo un po’ di confusione con la macchina: io in realtà volevo fermarmi prima della curva, e non dopo. Ad ogni modo, va tutto bene». E così il due volte vincitore del Tour ha invece commentato la strategia della propria squadra, la Uae: «Ci eravamo detti che avremmo attaccato a 3 o 4 km dal traguardo, anche se non conoscevamo troppo bene le caratteristiche dell’ultima salita, comunque abbiamo tutti lavorato molto bene. Il nostro primo obiettivo era vincere una tappa a impossessarci della maglia rosa, e lo abbiamo raggiunto. Nei prossimi giorni, con tappe adatte agli sprinter, resteremo probabilmente un po’ al coperto».
Pogacar quest’anno punta alla doppietta Giro d’Italia - Tour de France, un exploit che non è più riuscito a nessuno dal 1998, quando a firmarlo fu Marco Pantani. E a proposito del Pirata, la seconda tappa della Corsa rosa omaggiava proprio lui, a 25 anni dalla sua vittoria ai piedi del Santuario di Oropa dopo un’epica rimonta: il romagnolo, fra l’altro, aveva avuto un problema alla catena proprio dove Pogacar è finito a terra per via della foratura dello pneumatico anteriore. In classifica, ora, lo sloveno vanta 45 secondi di vantaggio sul britannico Geraint Thomas. Lunedì, la terza tappa prevede 166 km di pianura fra Novara e Fossano, con un arrivo adatto ai velocisti.