CICLISMO

Stefan Küng, la Ronde per mettersi alle spalle mesi difficili

L'elvetico, reduce da alcune vicissitudini che l'hanno profondamente segnato, è tra gli outsider del Giro delle Fiandre di domenica

30 marzo 2024
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Stefan Küng ha vissuto mesi difficili dal punto di vista emotivo. Dopo una serie di eventi sfortunati, il ciclista turgoviese si sta preparando per una stagione ricca di emozioni. Le prime dovrebbero arrivare dal Giro delle Fiandre, gara che apre le danze la domenica di Pasqua.

Flashback: cronometro ai Campionati europei dello scorso settembre. Stefan Küng taglia il traguardo coperto di sangue e con il casco completamente distrutto dopo essersi schiantato alla cieca contro una barriera mentre era in corsa per una medaglia. Uno spettacolo orribile che ha tolto il fiato. Per Küng si è trattato della fine prematura di una stagione che aveva raggiunto il suo punto più basso con la morte del connazionale Gino Mäder a giugno. Il grave incidente durante il Tour de Suisse ha completamente destabilizzato Küng.

La stagione 2024 era appena iniziata quando a fine febbraio lo specialista del “tic tac” è stato colpito da un altro scherzo del destino. Lui e la moglie Céline aspettavano il loro secondo figlio in agosto, ma il nascituro è morto durante la gravidanza. Nella prima settimana successiva all'aborto spontaneo c‘è stato un certo stupore, racconta Stefan Küng in un'intervista a Keystone-ATS. «Non volevo fare nulla», cioè nemmeno il ciclismo, la sua grande passione, che ha trasformato in una professione più di dieci anni fa.

Stefan Küng rimugina, sapendo che le grandi classiche saranno presto all’orizzonte. Ha in mente le innumerevoli ore investite durante l'inverno. Secondo lui, è stato difficile assimilare tutto questo in una fase del genere. «Sapevo di dovermi allenare, ma mi sono reso conto che non era possibile». Küng e il suo team hanno deciso di prendersi una pausa. Invece di andare in Italia per le Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico, è rimasto a Frauenfeld con la moglie e il figlio di un anno e mezzo. «È stato importante per me poter rimanere a casa per un periodo relativamente lungo, per digerire con i miei cari quello che era successo».

Da allora sono passate poco più di tre settimane. Stefan Küng ha ripreso a correre a metà marzo. A differenza degli anni precedenti, durante le prime gare non c’è stato «nulla di rilevante» sul suo foglio dei risultati. In queste situazioni, si tratta di «mantenere la calma e il sangue freddo, anche se non è sempre facile». Ed è quello che ha fatto. La sua ricompensa è stata il 3° posto a A travers la Flandre, il suo primo piazzamento nella top 10 della stagione. Un promettente test finale prima della Ronde van Vlaanderen di domenica.

Stefan Küng ha confermato di essere pronto per le grandi classiche: una settimana dopo il Fiandre, avrà la sua corsa preferita, la Parigi-Roubaix, lungo la quale ritroverà il suo pavé. I suoi risultati nelle ultime due edizioni di queste due gare sono impressionanti: 5° (2022) e 6° (2023) al Fiandre e 3° (2022) e 5° (2023) alla Roubaix. La sua costanza è notevole. Ma per Küng è chiaro che «arrivare ancora quinto o sesto non può essere la mia ambizione. L'obiettivo deve essere quello di centrare il podio o, nel migliore dei casi, di vincere», afferma.

Passo dopo passo

L’Amstel Gold Race di metà aprile segnerà per Stefan Küng la fine della prima parte di una stagione che dovrebbe riservargli molte soddisfazioni. «Dopo di che, l'attenzione si concentrerà sulla preparazione per i Giochi olimpici, che sono il grande obiettivo dell'estate», sottolinea. Anche il Giro di Svizzera e poi il Tour de France fanno parte di questa fase. Poi arriva un terzo obiettivo: la preparazione per i Campionati del mondo di Zurigo a fine settembre.

Ma è importante non pensare troppo avanti. «In questo momento sarebbe un errore concentrarsi solo sulle Olimpiadi. Mi piace fare un passo alla volta e lavorare per ottenere qualcosa». Per essere pronto per i momenti clou della stagione in estate e in autunno, Küng sta pianificando lunghe fasi senza gare: una dopo le classiche di primavera e l'altra dopo i Giochi.

E cosa sogna quando pensa ai due grandi eventi dell'estate e dell'autunno? «Abbiamo molti sogni. L'ideale sarebbe vincere tutte le gare importanti che ci siamo prefissati – dice Küng prima di riflettere brevemente –. Una medaglia olimpica è certamente l'obiettivo. Sono già salito sul podio dei Mondiali, quindi da questo punto di vista devo puntare al titolo iridato».

Naturalmente, il turgoviese sa quanto sia difficile raggiungere questi obiettivi: «Quando vedo dove ero negli anni precedenti, mi rendo conto di quanto sia impegnativo». La fortuna non è stata spesso dalla sua parte nelle prove a cronometro. A Tokyo, Küng ha mancato la medaglia olimpica per soli quattro decimi di secondo e ai Campionati del mondo del 2022 in Australia è arrivato a tre secondi dal titolo.

Le classiche prima di tutto

Ma come dice Küng, non bisogna guardare troppo avanti. Il turgoviese si presenta alle classiche da leader della Groupama-FDJ: «Siamo in una buona posizione. Con Valentin Madouas, Laurence Pithie e me, abbiamo tre carte da giocare», che potrebbero rivelarsi decisive al Giro delle Fiandre, dove non dovrà attaccare sempre in prima persona e in prima persona rispondere alle accelerazioni altrui, il che dovrebbe permettergli di giungere alle fasi decisive con ancora energie nel serbatoio.

Nuovo faccia a faccia tra Pogacar e VDP

Due settimane dopo il prologo della Sanremo, la stagione dei Monumenti propone il secondo atto, il Giro delle Fiandre. Un'edizione che ha perso strada facendo più di un protagonista: se da una parte già si sapeva che Tadej Pogacar, vincitore nel 2023, non avrebbe preso parte, ci si aspettava che a sfidare Mathieui van der Poel (vincitore nel 2020 e 2022, secondo nel 2021 e 2023) ci sarebbe stato il suo grande rivale Wout van Aert. Ma il belga è rovinosamente caduto nell'Attraverso le Fiandre (clavicola e saette costole rotte) e perderà tutte le rimanenti classiche primaverili (e forse anche il Giro). In dubbio rimane anche il danese Mads Pedersen, pure lui vittima di una caduta nella gara di mercoledì, così come il compagno di squadra Jasper Stuyven (frattura alla clavicola sinistra). Lungo le strade arzigogolate della campagna belga, l'uomo da battere sarà dunque Van der Poel, con i possibili inserimenti di Kasper Asgreen, Matteo Jorgenson, Alberto Bettiol, Tim Wellens e Dylan Teuns. SAul fronte elvetico, oltre a Küng saranno al via Stefan Bissegger, Marc Hirschi, Silvan Dillier, Fabian Lienhard, Johan Jacobs e Fabio Christen.

Quest'anno la "Ronde van Vlaanderen", una sorta di tesoro nazionale nella parte fiamminga del Belgio, si terrà per la 108ª volta. La gara è una grande festa pubblica. Decine di migliaia di appassionati di ciclismo seguono il percorso, che tra la partenza ad Anversa e l'arrivo a Oudenaarde è ricco di salite brevi e dure e di continui cambi di direzione. L'edizione 2024 offre 17 muri e sette passaggi in pavé su 270,8 km. La gara entrerà nel vivo negli ultimi 100 km, nei quali sono raggruppate ben 14 salite. Le più iconiche – e quelle che verosimilmente faranno la differenza, sono il Koppenberg (600 metri all'11,6% con punte al 22%), il Vecchio Kwaremont (2200 metri al 4%/11%), da affrontare tre volte, e il Paterberg (360 metri al 12,9%/20,3%) che verrà scalato a due riprese e che sarà il trampolino di lancio verso il traguardo di Oudenaarde: sarà infatti l'ultimo muro in programma, a 13 km dal traguardo.