CICLISMO

Parigi incorona il danese ‘Pazza battaglia con Pogacar’

Bis al Tour per Jonas Vingegaard, che ora tenta doppietta alla Vuelta. ‘Spero di poter tornare qui anche l'anno prossimo. Ci vediamo a Barcellona!’

Inesauribile
(Keystone)
23 luglio 2023
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Jonas Vingegaard può finalmente prendersi una (piccola) pausa: il Tour de France è suo, per il secondo anno consecutivo. Quella di ieri, come ogni volta che la Grande Boucle si conclude, è stata una passerella finale sui viali di Parigi che ha di nuovo incoronato il ventiseienne campione danese, che dopo tante fatiche potrà ora potrà concedersi sono una breve vacanza, perché tra poco sarà già tempo di pensare alla Vuelta, dove lo scandinavo quest’anno punta alla doppietta. «Ci vediamo a Barcellona, per La Vuelta – il suo annuncio nella domenica di festa sui Campi Elisi –. Correrò al fianco di
Primoz Roglic, e vediamo che succede».

In attesa quindi di vedere come andrà la sfida con Remco Evenepoel sulle strade spagnole, quello di ieri per Vingegaard è stato il giorno del trionfo reso memorabile dal tifo di molti suoi tifosi arrivati dalla Danimarca nella capitale francese, dopo tre settimane accese dalla rivalità con il suo principale (anzi, sostanzialmente l’unico) rivale, Tadej Pogacar, a cui ha inflitto un distacco di addirittura 7’29" nella classifica finale. Un margine che pochi avrebbero pronosticato alla vigilia. Ma sulle salite di Francia il signore in giallo ha dimostrato di avere davvero una marcia in più, e per lo sloveno che quest’anno ha fatto incetta di classiche – vincendo, anzi stravincendo Fiandre, Amstel e Freccia Vallone) – stavolta non c’è stato nulla da fare. Fors’anche a causa di quel polso rotto alla Liegi che in primavera l’ha costretto a stare quasi un mese senza toccare la bicicletta.

Di che pasta è fatto, però, Pogacar lo ha dimostrato anche sabato, andando a vincere una tappa in cui erano previsti sei gran premi della montagna, e l’ha fatto mostrando una personalità speciale. Ieri, invece, come sempre a Parigi, si è chiuso con una volata generale, in cui a sorpresa si è imposto il belga Jordi Meeus, al fotofinish, sul connazionale Jasper Philipsen che in questo Tour ha ottenuto quattro successi di tappa.

«Spero di potere tornare anche l’anno prossimo e festeggiare la tripletta – dice, intanto, un raggiante Vingegaard –. È stato incredibile riuscire a vincere per la seconda volta il Tour de France, al termine di una bellissima, pazza battaglia tra me e Pogacar. È stato tutto molto esaltante, anche per noi che questo Tour l’abbiamo corso. Ma adesso fatemi godere questa maglia gialla e la mia famiglia, perché a me la cosa che più sta a cuore è essere un buon padre per mia figlia».

Anche per Küng e Dillier c’è l’onore dei Campi Elisi

Era la delegazione elvetica più povera al Tour dall’edizione del lontano 1980, ma i soli due svizzeri in lizza a questa Grande Boucle, ovvero Stefan Küng e Silvan Dillier sono riusciti a portare a termine tre settimane di intensa fatica, arrivando sino a Parigi: il turgoviese alla fine si è piazzato cinquantaquattresimo, l’argoviese invece centoventinovesimo (su centocinquanta corridori dei centosettantasei partiti da Bilbao). Anche se Küng ha avuto un piazzamento ben migliore rispetto al connazionale di tre anni più anziano, il ventinovenne di Frauenfeld ha senz’altro qualche rimpianto in più: infatti, a più riperese il portacolori della Groupama Fdj ha cercato di entrate nella fuga buona, ma non è mai riuscito a ottenere quando sperato, in un Tour in cui, oltretutto, in programma c’era una sola cronometro, e come se non bastasse era stata confezionata su misura per gli scalatori. L’insoddisfazione personale è andata ad aggiungersi a quella a livello di squadra, visto che il suo capitano, il francese David Gaudu, ha tagliato il traguardo di questa Grande Boucle al nono posto, lui che un anno fa si era piazzato quarto.

Quanto a Dillier, il trentaduenne di Schneisingen il suo l’ha fatto, mettendosi a disposizione della star dello sprint, Jasper Philipsen, lavorando per tener alto il ritmo nei finali di corsa nelle tappe pianeggianti, per vanificare questo o quel tentativo di fuga oppure per colmare i distacchi in favore del belga della Alpecin-Deceuninck.

Salutata la Francia, Küng e Dillier ora si concentreranno sui Mondiali di Glasgow a inizio agosto, dove il primo sarà impegnato anche nella cronometro e nella cronosquadre, mentre il secondo è stato convocato solo per la prova in linea.