Al via da Bilbao l'edizione numero 110 del Tour de France, con il danese e lo sloveno grandi favoriti. Percorso duro, con tanta montagna
Jonas Vingegaard o Tadej Pogacar? Primo e secondo un anno fa e sul podio a posizioni invertite anche nel 2021, il danese e lo sloveno saranno i grandi favoriti di un Tour de France al via sabato da Bilbao. A due settimane dal decesso di Gino Mäder – in onore del quale, giovedì sera in occasione della presentazione delle squadre è stato osservato un minuto di silenzio – le ruote delle biciclette incrociano nuovamente le strade di una grande corsa a tappe. Anzi, la più grande. E, almeno sulla carta, dovrebbe essere grande spettacolo. Al Grand Départ spagnolo i pretendenti alla vittoria finale sembrano essere soltanto due, tuttavia su un percorso disegnato per gli scalatori, Vingegaard e Pogacar se le dovrebbero dare di santa ragione fino alla passerella finale sui Campi Elisi. Il danese, campione in carica, e lo sloveno, vincitore delle due edizioni precedenti, hanno iniziato la stagione su un livello stratosferico: il capofila della Jumbo ha vinto 11 volte, tra cui il Giro dei Paesi Baschi e il Delfinato; il suo rivale è arrivato a quota 14 con, tra gli altri, la Parigi-Nizza, il Fiandre, l’Amstel e la Freccia. Tuttavia, il portacolori della Uae Emirates ha subito una brusca frenata con la rottura del polso alla Liegi, infortunio dal quale è comunque rientrato apparentemente in buone condizioni ai campionati nazionali. Basterà per domare una corsa come il TdF? «Al 100%», assicura Adam Yates, suo luogotenente. Sull’altro fronte, la Jumbo non potrà schierare Primoz Roglic, a risposo dopo la vittoria al Giro, e la sua assenza potrebbe rappresentare un inconveniente importante, anche se con Benoot, Van Aert, Kelderman, Kuss, Laporte, Van Baarle e Van Hooydonck, la compagine belga ha le sembianze di una vera corazzata.
Quello preparato dai responsabili dell’Aso è un tracciato dal profilo molto impegnativo. I metri di dislivello da superare saranno quasi 56’000, disseminati su un record di 30 passi. La carovana attraverserà tutti e cinque i massicci dell’Esagono e a disposizione dei cronomen ci sarà un solo appuntamento, oltretutto non particolarmente lungo (22,4 km). E sono finite da un pezzo le edizioni nelle quali i primi dieci giorni erano riservati a velocisti e attaccanti. Adesso si fa sul serio fin dal primo giorno, a maggior ragione quest’anno con la partenza nei Paesi Baschi. Sì, perché dopo due giorni e mezzo trascorsi in terra iberica, il rientro in patria proporrà inevitabilmente il primo muro, quello rappresentato dall’attraversamento dei Pirenei. Le salite hors-catégorie arriveranno già al quinto giorno di corsa (Col de Soudet), mentre dopo nemmeno una settimana si affronteranno Aspin, Tourmalet e Marie-Blanque. Certo, un menu pirenaico un po’ più leggero del solito, ma che contribuirà senza dubbio a dare una prima scrollata alla classifica generale. Dopo i Pirenei toccherà al Massiccio centrale, con il Puy de Dôme, di ritorno dopo 35 anni. L’attraversamento del Giura avrà il suo momento forte nell’arrivo in vetta al Grand Colombier, mentre il trittico nelle Alpi propone 2 salite hors-catégorie, con il Col del la Loze, e 8 di prima categoria, tra cui il Joux Plane con la successiva picchiata verso il traguardo di Morzine, a dimostrazione di come, nel panorama delle grandi corse a tappe, l’arrivo a La Punt non rappresentava la classica mosca bianca. A decidere la classifica finale saranno però i Vosgi, con una tappa molto dura, costellata da tre salite di seconda e da due di prima categoria e arrivo a Le Markstein.
Lungo un percorso tanto duro, chi potrebbe essere in grado di tenere il passo di Vingegaard e Pogacar? Tra gli outsider spiccano i nomi del francesi Romain Bardet e David Gaudu (4° nel 2022), ma anche quelli dell’australiano Jay Hindley (vincitore del Giro 2022) e Ben O’Connor. Senza scordare gli spagnoli Enric Mas e Mikel Landa, l’ecuadoriano Richard Carapaz e i colombiani Daniel Martinez ed Egan Bernal. Quest'ultimo, vincitore del Tour 2019 e vittima a inizio 2022 di un terribile incidente stradale, si sta riavvicinando al ciclismo che conta e al Delfinato ha chiuso con un onesto 12° posto. Tuttavia, non sembra ancora pronto per tenere il passo dei grandi favoriti, per lui la caccia alla maglia gialla dovrà probabilmente essere rimandata di dodici mesi. Non sarà per contro al via il britannico Geraint Thomas, sul podio in tre delle ultime cinque edizioni, e il campione del mondo Remco Evenepoel, costretto dal Covid ad abbandonare il Giro quando si trovava in maglia rosa.
Al TdF è sempre molto ambita la maglia verde, per la quale, a detta del diretto interessato, non dovrebbe concorrere Wout van Aert. Il quale, oltre a spalleggiare Vingegaard, andrà alla caccia di vittorie parziali, infilandosi in sprint e volate sempre affollate, con l’olandese Jakobsen e il belga Philipsen tra i principali favoriti. Ma in occasione degli arrivi a ranghi compatti, gli occhi di tutti saranno puntati sul britannico Mark Cavendish, 34 volte vincitore al Tour. Ancora un successo e supererà un certo Eddy Merckx, per diventare l’unico ad aver raggiunto quota 35 vittorie sulle strade della Grande Boucle.
E la partecipazione svizzera? Rispetto a un anno fa si è dimezzata e al via da Bilbao ci saranno soltanto Stefan Küng e Silvan Dillier (hanno rinunciato Marc Hirschi e Stefan Bissegger). Per trovare meno di tre rossocrociati al via occorre risalire fino all’edizione 1980, quella vinta dall’olandese Joop Zoetemelk, alla quale non aveva preso parte alcun ciclista di casa nostra.
Il percorso
Sabato 1° luglio:¬ 1ª tappa in circuito Bilbao (182 km/vallonata).
Domenica 2: ¬2ª tappa, Vitoria-Gasteiz - San Sebastian (208,9 km/vallonata).
Lunedì 3:¬ 3ª tappa, Amorebieta-Etxano - Bayonne (187,4 km/pianeggiante).
Martedì 4: ¬4ª tappa, Dax - Nogaro (181,8 km/pianeggiante).
Mercoledì 5: ¬5ª tappa, Pau - Laruns (162,7 km/montagna).
Giovedì 6: ¬6ª tappa, Tarbes - Cauterets-Cambasque (144,9 km/arrivo in salita).
Venerdì 7: ¬7ª tappa, Mont-de-Marsan - Bordeaux (169,9 km/pianeggiante).
Sabato 8: ¬8ª tappa, Libourne - Limoges (200,7 km/vallonata).
Domenica 9: ¬9ª tappa, Saint-Léonard-de-Noblat - Puy de Dôme (182,4 km/arrivo in salita).
Lunedì 10: ¬riposo a Clermont-Ferrand.
Martedì 11: ¬10ª tappa, Vulcania - Issoire (167,2 km/vallonata).
Mercoledì 12: ¬11ª tappa, Clermont-Ferrand - Moulins (179,8 km/pianeggiante).
Giovedì 13: ¬12ª tappa, Roanne - Belleville-en-Beaujolais (168,8 km/vallonata).
Venerdì 14: ¬13ª tappa, Châtillon-sur-Chalaronne - Grand Colombier (137,8 km/arrivo in salita).
Sabato 15: ¬14ª tappa, Annemasse - Morzine (151,8 km/montagna).
Domenica 16: ¬15ª tappa, Les Gets - Saint-Gervais Mont-Blanc (179 km/arrivo in salita).
Lunedì 17: ¬riposo a Saint-Gervais Mont-Blanc.
Martedì 18: ¬16ª tappa, cronometro Passy - Combloux (22,4 km).
Mercoledì 19:¬ 17ª tappa, Saint-Gervais Mont-Blanc - Courchevel (165,7 km/montagna).
Giovedì 20: ¬18ª tappa, Moûtiers - Bourg-en-Bresse (184,9 km/vallonata).
Venerdì 21: ¬19ª tappa, Moirans-en-Montagne -Poligny (172,8 km/pianeggiante).
Sabato 22:¬ 20ª tappa, Belfort - Le Markstein Fellering (133,5 km/montagna).
Domenica 23: ¬21ª tappa, Saint-Quentin-en-Yvelines - Parigi Champs-Élysées (115,1 km/pianeggiante).
Distanza complessiva: ¬3’400 km.