CICLISMO

Il Giro e l'incubo Covid: senza Remco via libera a Roglic?

La corsa ripartirà domani da Scandiano con una nuova maglia rosa dopo il ritiro del belga. Grande favorito lo sloveno. Se ne va anche Küng

15 maggio 2023
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Due test antigenici positivi e Remco Evenepoel ha dovuto lasciare il Giro d’Italia per Covid-19. Se ne è tornato in Belgio in mattinata, mentre i suoi compagni della Soudal-Quick Step si godevano il primo giorno di riposo. Non era mai capitato in questo secolo che la maglia rosa fosse costretta a lasciare la corsa. Il precedente più famoso risale all’edizione 1969, quando a doversene andare da leader della classifica generale era stato nientemeno che sua maestà Eddy Merckx, colto nelle maglie di un controllo antidoping positivo a uno stimolante, positività per altro sempre negata dal Cannibale.

Il caso Evenepoel dimostra come il virus responsabile nel mondo della morte di 7 milioni di persone sia ancora in grado di scombussolare uno sport per sua natura molto incerto, segnato da cadute e incidenti di gara. L’edizione 2023 del Giro, per altro, è già stata colpita da sei casi di atleti costretti a rinunciare alla corsa rosa proprio a causa di test positivi al Covid ed è possibile che non siano gli ultimi, per quanto i compagni di squadra del campione del mondo si siano sottoposti a un terzo tampone nella mattinata di lunedì, risoltosi con la completa negatività. È altresì vero che il Covid non rappresenta più una causa ineluttabile di ritiro: il protocollo in vigore nei momenti più difficili della pandemia, quest’anno è stato ritirato e, poco prima della partenza del Giro, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza. La decisione di fermare o meno un corridore è a discrezione delle squadre. Con Evenepoel, la Soudal-Quick Step ha deciso di correre "zero rischi", secondo le parole del suo capo Patrick Lefevere. «In particolare perché, nel caso di positività, non sappiamo ancora tutto sulle conseguenze per la salute nel caso di sforzi estremi come quelli richiesti dal ciclismo». In poche parole, Evenepoel sarebbe potuto rimanere in gruppo, ma con il rischio di contagiare compagni di squadra e avversari e, soprattutto, di logorare il suo fisico nel caso di sintomi di una certa entità. D’altra parte, non è probabilmente un caso se il belga proprio negli ultimi due giorni ha reso al di sotto delle aspettative, con l’attacco subito da Roglic venerdì e con una cronometro sì vinta domenica, ma con un risultato cronometrico al di sotto delle aspettative. Se gli ultimi due giorni di Evenepoel rappresentassero una cartina di tornasole di ciò che si sarebbe dovuto aspettare rimanendo al Giro, allora la decisione della Soudal è stata saggia.

Con la conseguenza, però, di rimescolare le carte sul tavolo verde del Giro e di dover capire quale sarà il programma agonistico del campione del mondo nel corso dei mesi a venire. Sì, perché la partenza di Evenepoel equivale a un terremoto su una corsa rosa che si è vista privata del suo favorito numero uno.

Cosa riserva il futuro a Evenepoel?

Nell'immediato, il 23enne fiammingo se ne è ritornato in Belgio con un'auto guidata da un membro della squadra. Il resto del suo programma rimane poco chiaro. Evenepoel ha concentrato la sua intera stagione sul Giro. Ha trascorso settimane in quota per prepararsi alla conquista della maglia rosa, obiettivo che lo ossessionava a tal punto da considerare la Liegi-Bastogne-Liegi, un Monumento in tutto il mondo e ancor più in Belgio, come un semplice "test", senza che questo gli abbia impedito di vincerla.

La priorità data al Giro ha anche fatto slittare al 2024 la sua scoperta del Tour de France, prova nella quale è molto atteso. Un Giro abbandonato dopo un terzo del suo percorso potrebbe portarlo a considerare la possibilità di anticipare lo sbarco alla Grande Boucle? «Non ho intenzione di parlarvi ora del Tour o della Vuelta – ha commentato Patrick Lefevere al quotidiano belga Le Soir –. Quando si sarà ripreso, quando avrà digerito la delusione, ci sederemo a tavolino per elaborare un programma», ha aggiunto, facendo notare come il suo corridore negli ultimi giorni mancasse di freschezza. Evenepoel vorrà probabilmente difendere il suo titolo mondiale il 6 agosto a Glasgow e potrebbe anche essere tentato di tornare alla Vuelta come vincitore uscente.

Roglic contro la Ineos

In primo luogo, però, rimane un Giro d’Italia da portare a termine. Senza il suo grande rivale, Primoz Roglic diventa giocoforza il favorito per la vittoria finale. Lo sloveno della Jumbo-Visma, che punta alla prima affermazione rosa, occupa il secondo posto in classifica generale, a due secondi dal britannico Geraint Thomas (Ineos).

Il resto del percorso, farcito di montagne, avvantaggia lo sloveno. A 33 anni, il tre volte vincitore della Vuelta ha l'esperienza e la forza per portare a termine l’impresa. Ma conosce l'imprevedibilità del Giro: nel 2019, proprio come Remco quest’anno, si era aggiudicato le prime due cronometro e il suo vantaggio ammontava a diversi minuti prima di andare in crisi e chiudere soltanto al terzo posto. Questa volta dovrà affrontare un'impressionante squadra Ineos che conta non meno di cinque corridori nei primi tredici della classifica generale (Thomas, Geoghegan Hart, Sivakov, Arensman, Le Plus) e che ha sviluppato strategie collettive per far deragliare lo sloveno, proprio come la Jumbo-Visma aveva fatto con Tadej Pogacar nell'ultimo Tour de France.

Gli organizzatori reagiscono

Sei abbandoni per Covid-19 quando il virus non rappresenta più una minaccia nemmeno per l’Oms, sono decisamente troppi. E allora gli organizzatori del Giro provano a correre ai ripari. Da martedì, giorno nel quale la corsa riprenderà il suo periplo, in tutte le zone di contatto con i corridori (linea d’arrivo, podio, mixed zone, parcheggio e area riservata ai pullman delle squadre) sarà obbligatoria la mascherina

Küng se ne va (ma era previsto)

Oltre a Evenepoel, martedì al via della decima tappa non ci sarà nemmeno Stefan Küng. Il turgoviese, che in Italia puntava soprattutto alle frazioni a cronometro, è tornato in Svizzera dove, dopo qualche giorno di vacanza in famiglia, riprenderà la preparazione in vista del Tour de Suisse – che inizierà l'11 giugno a Einsiedeln proprio con una gara contro il tempo – e del Tour de France.