Il ventisettenne australiano si aggiudica la prima corsa a tappe della stagione agonistica, in cui brilla il ventitreenne zurighese Mauro Schmid, quinto
Jay Vine, 27 anni, ha subito messo le cose in chiaro aggiudicandosi la prima gara a tappe della stagione agonistica del ciclismo. L’australiano è stato profeta in patria, vincendo il Tour Down Under, cinque frazioni per una prova che si era aperta il 17 gennaio scorso ad Adelaide e si è conclusa ieri sul Mount Lofty, dopo quasi settecento chilometri.
Vine ha vinto senza nemmeno soffrire eccessivamente, con un vantaggio di undici secondi sull’esperto inglese Simon Yates, che si è dovuto accontentare del successo nell’ultima tappa, proprio sullo stesso Vine. Il vincitore del Down Under si era messo in luce già lo scorso anno alla Vuelta di Spagna, conquistando due successi in altrettanti arrivi in salita. L’australiano non
è certo un nome noto al grande pubblico, ma le sue prestazioni non sono casuali. La sua carriera è iniziata tardi rispetto ai colleghi e rivali, il primo contratto è datato 2019, ma la vera svolta della carriera arriva nel momento più inaspettato, durante il lockdown, quando inizia a dedicarsi sempre più spesso alle corse virtuali e affina le proprie caratteristiche da passista. E stavolta arriva la conferma nella corsa di casa, al termine di un testa testa con un Yates che, fino alla fine, ha cercato ribaltare il verdetto finale della corsa dei canguri. L’inglese ha attaccato in particolare a 2 chilometri dal traguardo, solo Vine e O’Connor sono riusciti a resistergli. Sul rettilineo finale O’Connor si è sfilato, a quel punto Yates e Vine hanno dato tutto per il successo di tappa, che è andato al britannico, con l’australiano però re della corsa.
Per i colori rossocrociati, la soddisfazione arriva da Mauro Schmid, il ventitreenne zurighese che ha concesso meno di un minuto (58’’ per la precisione) a Jay Vine. Quando a Marc Hirschi, si è invece dovuto accontentare dell’undicesimo rango finale.