CALCIO

Seconde linee in campo, un'occasione da non perdere

La Svizzera ospita il Lussemburgo con una squadra zeppa di volti più o meno nuovi. Yakin: ‘Prepariamo il gruppo per le qualificazioni mondiali’

24 marzo 2025
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Se c’è chi ambisce a un ruolo da protagonista in una Svizzera protesa alla conquista di un biglietto per i Mondiali 2026, prego farsi avanti. Martedì sera la selezione di Murat Yakin disputerà la seconda delle quattro amichevoli che la condurranno all’inizio delle qualificazioni, nel mese di settembre. E il c.t. basilese, in conferenza stampa, non ha nascosto le carte: più del risultato, conta la possibilità di sperimentare, per cui spazio ai neofiti. Alle assenze di Granit Xhaka, Manuel Akanji e Remo Freuler (influenzato, ha lasciato il ritiro), al Kybunpark di San Gallo si aggiungeranno quelle di Ricardo Rodriguez, Gregor Kobel e Breel Embolo, confinati in panchina. Venerdì a Belfast, chi ha avuto l’opportunità di mostrarsi agli occhi del selezionatore non ha giocato bene le sue carte. Ad eccezione di Alvyn Sanches, il cui ingresso in campo è stato positivo, ma che l’infortunio dell’ultimo minuto (rottura del crociato anteriore del ginocchio destro) ha tolto dai giochi, almeno per quanto riguarda la fase di qualificazione, non hanno segnato punti a loro favore. Contro il Lussemburgo, Yakin dovrebbe proporre Mvogo tra i pali, una difesa a quattro con Blondel, Amenda, Zesiger e Muheim, con Zakaria e Sow davanti alla difesa e Ndoye, Rieder e Vargas alle spalle dell’unica punta Zeqiri. A parte Ndoye e, in parte, Rieder, tutti hanno la necessità di mettere in mostra le loro qualità per assicurarsi continuità nel progetto rossocrociato. Vedremo se sapranno approfittare dell’occasione loro concessa.

Considerando gli infortunati, gli ammalati e i “panchinati”, Yakin dovrà scegliere un nuovo capitano. La fascia verrà messa al braccio di uno dei giocatori con più presenze: come ha precisato il c.t., un elemento con 50-60 “caps”. Gli unici due in grado di riempire questa condizione sono Denis Zakaria (57) e Ruben Vargas (50).

La Nazionale svizzera è a secco di vittorie da otto partite, praticamente un’era geologica per il calcio moderno e per le abitudini di una squadra capace negli ultimi anni di raccogliere più risultati positivi che negativi. E siccome vincere fa bene all’autostima e alla convenzione con la quale si abbraccia un progetto, quella con il Lussemburgo è l’occasione propizia per rompere l’incantesimo. Murat Yakin, tuttavia, mette le mani avanti: la possibilità di testare giocatori ancora acerbi di esperienza internazionale viene prima del risultato… «Si tratta di preparare la squadra per l’autunno. Vogliamo acquisire ulteriori conoscenze sui giocatori che ancora non conosciamo bene». Al momento di stilare la lista dei convocati, il 50enne basilese aveva sottolineato l’importanza delle vittorie, attraverso le quali il gruppo può aumentare la fiducia in sé stesso. A due settimane di distanza, la priorità è cambiata, adesso si tratta di preparare al meglio le qualificazioni autunnali… «È un messaggio chiave che forse non è ancora passato», precisa il tecnico.

Nel ranking Fifa, il Lussemburgo figura soltanto al 92° posto, alle spalle di Curaçao (!), ma non è che quella stilata sulla base di squadre appartenenti a confederazioni diverse e che quindi non si affrontano mai direttamente, sia una classifica molto attendibile. E lo dimostra proprio l’ultima partita del Lussemburgo, capace di battere 1-0 la Svezia, classificata al 27° posto e principale avversaria della Svizzera nella corsa al primo posto del Gruppo B di qualificazione. Di più, la selezione del ducato di 700’000 abitanti, è stata sconfitta soltanto una volta, dalla Bulgaria, nelle ultime cinque partite. Anche se poi, exploit contro la Svezia a parte, gli altri risultati positivi sono stati tutti dei pareggi (Bulgaria, Bielorussia e Irlanda del Nord). «Ad ogni modo, il successo contro gli scandinavi ci fa capire che per vincere occorrerà essere molto concentrati».

Tra l’altro, la Svizzera ha un conto in sospeso con la selezione attualmente diretta dal lussemburghese Luc Holtz: quello del 10 settembre 2008, quando nel quadro delle qualificazioni a Sudafrica 2010, era stata battuta 2-1 al Letzigrund, in una delle peggiori (se non la peggiore) prestazioni della Nazionale da quando nel 1994 aveva ritrovato un posto nell’élite internazionale: l’unica sconfitta nei 12 scontri diretti sin qui sostenuti (c’è anche un 1-1 in amichevole nel 1996).

La Svizzera, dunque, è chiamata a tornare al successo e poco importa se in campo ci andranno le seconde linee. Anzi, proprio perché hanno la necessità di far segnare punti a loro favore per assicurarsi un posto fisso nelle scelte di Yakin, ci si può attendere che tutti, indistintamente, "mangino" l’erba del Kybunpark. In caso contrario resta ipotizzabile una nona partita senza vittoria, una striscia negativa che la Svizzera aveva vissuto per l’ultima volta tra l’aprile 1985 e l’aprile 1986 (due volte Russia, due volte Irlanda, due volte Turchia, Danimarca, Norvegia e Germania), periodo nel quale aveva ottenuto 6 pareggi a fronte di 3 sconfitte, mentre dalla vittoria sull’Italia agli Europei, la Nati ha subito ben quattro battute d’arresto (due volte Spagna, Danimarca e Serbia, più, se si vuole, l’eliminazione ai rigori contro l’Inghilterra a Euro 24). Insomma, è giunto il momento di invertire la rotta.

L'enigma del regista d'attacco

Settantacinque per cento di possesso palla, ma meno conclusioni a rete rispetto agli avversari. È questo il dato di Irlanda del Nord-Svizzera che maggiormente spicca. I rossocrociati hanno dominato la partita, ma sono stati spaventosamente privi di idee e innocui in attacco: i nordirlandesi si sono concentrati sull’aspetto difensivo eppure sono andati più vicini al gol della vittoria. La Svizzera al momento attuale ha molti problemi, uno di questi è rappresentato dal regista d’attacco, il famoso “numero 10”. Nelle ultime uscite, Yakin ha provato Simon Sohm, Zeki Amdouni, Fabian Rieder e venerdì Michel Aebischer, ma nessuno di loro è stato davvero convincente. E, allora, ritorna in auge il nome di Xherdan Shaqiri, il quale in una recente intervista alla Nzz ha detto di escludere “al momento” il ritorno in Nazionale, aggiungendo che nel calcio non si sa mai.

Il ritorno al 4-2-3-1 dopo l’Europeo giocato con il 3-4-3, impone a Yakin di trovare un elemento in grado di giostrare alle spalle di una sola punta. Un candidato sarebbe potuto essere Alvyn Sanches, ma il suo infortunio lo terrà lontano parecchi mesi dalla maglia rossocrociata (lunedì la squadra ha pubblicato un video nel quale augura al losannese una pronta guarigione). Contro il Lussemburgo potrebbe avere una nuova chance Fabian Rieder. Il 23enne possiede senza dubbio talento, ma dopo un buon inizio, allo Stoccarda sta faticando, tanto che il tecnico Sebastian Hoeness in undici partite del 2025 lo ha mandato in campo tre volte nel finale e nell’ultimo turno contro il Bayer Leverkusen lo ha mandato addirittura in tribuna. Con il recente rinnovo del contratto a Hoeness, sembra difficile che il club tedesco voglia far valere l’opzione per l'acquisto del giovane rossocrociato. Un motivo in più per cavare dal cilindro una di quelle prestazioni capaci di rilanciare l’interesse internazionale nei suoi confronti.