CALCIO

È solo un'amichevole, ma la vittoria conta

Venerdì sera a Belfast contro l'Irlanda del Nord, la Nazionale svizzera inizia il percorso di avvicinamento alle qualificazioni per i Mondiali 2026

20 marzo 2025
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Scatta questa sera da Belfast la rincorsa della Nazionale svizzera alla fase finale della Coppa del mondo 2026. Non con le qualificazioni ufficiali, bensì con la prima di quattro amichevoli che avvicineranno la selezione di Murat Yakin al fondamentale appuntamento con le qualificazioni. Dopo l’Irlanda del Nord toccherà al Lussemburgo (martedì), poi a inizio giugno sarà la volta di Messico e Stati Uniti nella mini tournée oltre Oceano. Si tratta degli avversari giusti per giungere preparati all’inizio delle qualificazioni, in un gruppo che comprende anche Svezia, Slovenia e Kosovo? Alcuni critici puntano l’indice contro la debolezza dei primi due avversari. Tuttavia, va considerato come la scelta a disposizione della federazione svizzera (Asf) non fosse per nulla ampia. Otto tra le principali compagini continentali sono impegnate nei quarti di finale di Nations League, mentre altre hanno già iniziato il loro cammino nelle qualificazioni mondiali.

Ma a prescindere dagli avversari, questo primo raduno del 2025 deve soprattutto dare a Murat Yakin la possibilità di sperimentare. Proprio per questo motivo, il c.t. ha convocato quattro esordienti: Alvyn Sanches, Isaac Schmidt, Lucas Blondel e Stefan Gartenmann. Il terzino destro del Boca Juniors e il centrale del Ferencvaros, ai quali l'allenatore ha reso visita a Buenos Aires e a Budapest, probabilmente avranno modo di giocare a Windsor Park venerdì o contro il Lussemburgo martedì a San Gallo. «Dobbiamo dare loro delle opportunità. Queste quattro amichevoli sono perfette per far fare esperienza a chi non ha ancora giocato con la Svizzera», ha ripetuto più volte Murat Yakin nella conferenza stampa di giovedì scorso, poco dopo aver rivelato la sua lista.

L'assenza di Manuel Akanji (infortunato alla coscia) e Granit Xhaka (la moglie ha appena dato alla luce il terzo figlio), due pedine inamovibili dell'undici elvetico, rimescola anche alcune carte. «Ci permette di prepararci nel caso in cui non siano presenti in autunno, eventualità che però non mi aspetto», ha dichiarato Murat Yakin, il quale avrebbe senza dubbio voluto vedere Ardon Jashari in azione. Il 22enne centrocampista, che di recente ha brillato con il Bruges, è stato lasciato a riposo. Parlando con la stampa a Faro (Portogallo), dove la Nazionale si sta allenando in preparazione dell’amichevole con l’Irlanda del Nord, il direttore delle squadre nazionali, Pier Tami, ribadisce che non esiste problema alcuno con l’ex capitano del Lucerna. Quest'ultimo aveva rifiutato la convocazione con l'U21 nel novembre 2023, sostenendo che il suo posto era in prima squadra. La sua presenza in campo contro lo Charleroi, domenica, pochi giorni dopo la decisione di Murat Yakin di lasciarlo a riposo, solleva alcuni dubbi.

Detto ciò, le priorità attuali sulle quali si focalizza il c.t. basilese non riguardano centrocampo e attacco. Il compito principale con il quale si trova confrontato Yakin è quello di riuscire a far quadrare il cerchio in difesa. Le delusioni patite durante un autunno 2024 nel corso del quale la Svizzera ha subito 2,6 reti a partita, dimostrano come la solidità mostrata nel corso degli Europei (0,8 gol a partita) non fosse un dato di fatto granitico e immutabile… «La nostra situazione è simile a quella di un anno fa: siamo alla ricerca di stabilità. In attacco e a centrocampo le scelte a disposizione sono sufficienti, ma è chiaro che in difesa la squadra è molto più inesperta», ha sottolineato. Dei difensori convocati, solo Ricardo Rodriguez (125 cap) ed Eray Cömert (14) hanno più di cinque selezioni nel curriculum. Tuttavia, il primo test a Belfast dovrebbe essere piuttosto clemente per i tre (o quattro) difensori che Yakin deciderà di mandare in campo. In effetti, l’Irlanda del Nord nelle ultime cinque partite contro gli elvetici non ha segnato nemmeno una rete. È ancora fresco il ricordo dello spareggio per l’accesso ai Mondiali 2018. La squadra allora diretta da Vladimir Petkovic aveva staccato il biglietto per la Russia grazie a un generoso rigore trasformato da Ricardo Rodriguez nel confronto d’andata a Belfast, e a uno 0-0 stiracchiato (con salvataggio miracoloso del solito Rodriguez a tempo scaduto) nella sfida di ritorno a Basilea. All’epoca, Michael O’Neill era già alla guida di una squadra che aveva sorpreso tutti qualificandosi per Euro 2016 in Francia, dove i suoi tifosi, felici e rumorosi, avevano lasciato il segno. Non aveva per contro vissuto le due sfide di qualificazione ai Mondiali 2022, quando aveva lasciato la panchina a Ian Barraclough (prima di tornarvi proprio nel 2022), con un pareggio a reti inviolate a Windsor Park e una vittoria rossocrociata per 2-0 a Ginevra, con reti di Steven Zuber e Christian Fassnacht.

In un’amichevole come quella di Belfast, Murat Yakin avrà molti piccoli dettagli da valutare. Tuttavia, è innegabile che una vittoria rappresenterebbe l’approccio ideale a una seconda metà di 2025 di cruciale importanza per tutto il calcio svizzero e che dovrà per forza portare alla qualificazione per i Mondiali in Usa, Messico e Canada. Rimanere alla finestra della Coppa del mondo rappresenterebbe per tutto il movimento elvetico uno smacco foriero di pesanti conseguenze, finanziarie come di immagine.