Venerdì a Zurigo la dea bendata fornirà il responso relativo alle qualificazioni per il Mondiale 2026, che i rossocrociati affronteranno da testa di serie
Venerdì alle 12, presso la sede della Fifa a Zurigo, Murat Yakin, i suoi giocatori e tutti gli appassionati della Svizzera conosceranno i nomi delle avversarie che i rossocrociati affronteranno lungo il cammino che conduce alla fese finale della Coppa del mondo 2026, in cartellone in Messico, Canada e Stati Uniti. Dopo un Europeo giocato su ottimi livelli la scorsa estate, la Nazionale ha poi deluso parecchio nella Nations League, terminata nella retrocessione nella Serie B continentale. Il disastroso autunno, per fortuna, non ha però privato capitan Xhaka e compagni dello statuto di testa di serie, dettaglio che - prima di un sorteggio - ricopre sempre una certa importanza. Per conoscere lo stato d'animo nell'ambiente elvetico alla vigilia della composizione dei gironi, ci siamo rivolti al ticinese Pier Tami, che in seno alla Nazionale svolge il ruolo di responsabile tecnico.
«Al sorteggio andremo serenamente», garantisce il 63enne dirigente. «Contrariamente a tutti quelli che dicono che la Nations League è stata una disfatta, io affermo il contrario. Avevamo bisogno di questa Nations per integrare e lanciare tanti giocatori alle prime esperienze in Nazionale. E io ho visto anche risposte positive». Il distintivo da testa di serie, ad ogni modo, non garantisce per forza vita facile sulla strada che porta al Mondiale... «Il sorteggio sarà difficile in ogni caso», avverte Tami, «perché noi non siamo ancora nel Gotha del calcio mondiale, lo sappiamo. Negli ultimi anni, comunque, quando le partite diventavano importanti, la Svizzera ai grandi appuntamenti non è mai mancata».
Ma davvero i fallimentari recenti risultati non preoccupano nessuno nel clan della Nati? «Noi affronteremo le qualificazioni con una squadra nuova e ringiovanita, questo è certo, ma le ultime settimane secondo me sono state positive. Certi giocatori per noi importanti stanno finalmente trovando grande spazio nei club. In particolare mi riferisco a Ndoye, al quale ho visto fare proprio un bel clic. E ciò per noi è proprio il punto essenziale: a noi servono giocatori che arrivano in ritiro in buone condizioni di forma, e questo è possibile solo se giocano con continuità nelle loro squadre. Vedo che ora anche Rieder e Amdouni stanno trovando minuti in più. Ndoye per la verità stava già giocando parecchio, solo che non vedeva la porta, mentre oggi la vede, eccome. Prima del sorteggio, dunque, ci sentiamo ottimisti e positivi».