Nell'ultimo impegno di Nations League, timidi segnali di ripresa del gruppo rossocrociato, che a Tenerife esce però battuto 3-2 dai campioni d'Europa
Una Svizzera che non ha più nulla da perdere – e dai molti volti nuovi - conclude contro la Spagna a Tenerife, dove le Furie rosse non tornavano da quasi 30 anni, la sua triste avventura in questa Nations League che l’ha vista retrocedere nella seconda divisione continentale. E lo fa, purtroppo, con un altra sconfitta. A consolare, ma solo in parte, è stato l'atteggiamento propositivo messo in campo dai rossocrociati.
Sono ben 5 le novità rispetto alla gara di venerdì contro la Serbia nell’11 schierato da Murat Yakin: in particolare, oltre a Mvogo in porta al posto di Kobel, da segnalare a centrocampo la prima titolarizzazione di Ugrinic, Sohm e Kutesa. Fra questi, quello che si muove meglio è Sohm, grande protagonista con la maglia del Parma in questo primo scorcio di stagione, che al 18’ va al tiro senza fortuna dopo una palla recuperata sulla trequarti da Freuler. Bene, in difesa, anche Cömert, bravo in un paio di occasioni in chiusura su Morata come già aveva fatto tre giorni prima a Letzigtrund su Vlahovic.
A sbloccare il risultato sono però gli spagnoli, che dapprima non sfruttano un erroraccio di Xhaka – che sui 16 metri scambia male con Mvogo e regala agli iberici una palla che poteva costare carissimo – e poi, al 30’, beneficiano di un rigore per fallo di Rodriguez su Morata, che aveva superato Cömert con un elegante sombrero. Sul dischetto va Pedri, che sull’isola è un autentico idolo, ma si fa ipnotizzare da Mvogo, che ribatte. Sulla respinta Nico Williams non trova il gol, ma ci pensa Yeremi Pino, al secondo tentativo – su imprudenza di Ugrinic nel liberare – a portare in vantaggio i padroni di casa. Prima della pausa, Kutesa ci prova di sinistro dal vertice destro dell’area spagnola, ma il suo tiro finisce alto sulla traversa della porta difesa da Remiro, guardameta della Real Sociedad.
La ripresa si apre con un errore imperdonabile da parte di Monteiro, appena entrato in campo al posto di un impalpabile Amdouni: la punta dello Young Boys, in contropiede, solo davanti al portiere iberico ciabatta fuori in diagonale un destro da sei metri.
A sbagliare è anche Freuler, che disimpegna centralmente invece di metterla a lato: è un perfetto assist per Fabian Ruiz, che per nostra fortuna calcia al volo troppo centrale e Mvogo sventa la minaccia.
Verso l’ora di gioco, sia Yakin sia il tecnico spagnolo De la Fuente – vista la nulla importanza del match – lasciano ampio spazio alle seconde linee. E un paio di minuti dopo (62’) la Svizzera trova il pareggio: impeccabile lancio di Sierro e ottima gestione della palla da parte di Monteiro, che mirabilmente si fa perdonare per l’errore precedente.
Ma la gioia dura poco, perché al 68’, a causa di una clamorosa dormita difensiva elvetica – ormai un marchio di fabbrica di cui andar ben poco fieri – i campioni d’Europa ritrovano il vantaggio: a raccogliere l’inatteso omaggio e a firmare il 2-1 è Bryan Gil, al suo primo gol alla quinta presenza in maglia rossa. Naif anche l’intervento di Bryan Zaragoza, che colpendo palesemente Sierro nell’area iberica, costringere l’arbitro a decretare la massima punizione per gli elvetici. Dagli 11 metri, Zeqiri è freddo e all’85’ firma il 2-2. Quando tutti pensano che terminerà in parità, Sierro restituisce il favore a Bryan Zaragoza: lo stende dentro i 16 metri e gli regala un rigore che lo spagnolo, proprio sui titoli di coda (93’), non fallisce.
Si chiude dunque un 2024 estremamente schizofrenico per i rossocrociati, capaci di convincere e farsi ammirare all’Europeo in Germania, ma poi autori di un autunno da incubo – come del resto quello dell’anno precedente -, costato come detto la perdita del posto nell’élite del calcio continentale. Ora, occhi puntati sul 13 dicembre, quando a Zurigo verranno effettuati i sorteggi dei gironi di qualificazione ai prossimi Mondiali, che ci vedranno teste di serie ma che non andranno assolutamente sottovalutati: stavolta il rischio di fallire, anche a causa di una formula che riserva nella fase finale ben pochi posti alle squadre del Vecchio continente, è davvero serio.
Spagna - Svizzera 3-2 (1-0)
Tenerife. 21'204 Spettatori. Arbitro Dankert (Ger).
Reti: 32‘ Pino 1-0. 63’ Monteiro 1-1. 68‘ Gil 2-1. 85’ Zeqiri (rigore) 2-2. 93‘ Zaragoza (rigore) 3-2.
Spagna: Remiro (46’ Sanchez); Mingueza, Paredes, Cubarsi, Grimaldo; Ruiz, Casado; Pino (69‘ Zaragoza), Pedri (79’ Barrios), Williams (60‘ Gil); Morata (46’ Omorodion).
Svizzera: Mvogo; Fernandes, Cömert, Rodriguez, Muheim; Freuler, Xhaka (60‘ Sierro); Ugrinic (46’ Monteiro), Sohm (60‘ Rieder), Kutesa (72’ Okafor); Amdouni (46‘ Zeqiri).
Svizzera senza Embolo (squalificato), Jashari (ammalato), Akanji, Amenda, Elvedi, Ndoye, Zakaria (infortunati). Spagna senza Oyarzabal (squalificato), Carvajal, Le Normand, Rodri, Torres, Yamal (infortunati). Ammoniti: 62’ Pino, 81‘ Cömert. 84’ Zaragoza.