La Svizzera ospita la Serbia al Letzi nel penultimo turno di Nations League. Serve solo la vittoria per sperare di evitare la retrocessione
Non ci sono alternative per la Svizzera di Murat Yakin. Venerdì sera a Zurigo contro la Serbia avrà a disposizione un solo risultato: la vittoria. E, se possibile, con tre reti di scarto per sistemare la differenza reti diretta dopo lo 0-2 incassato nella sfida d’andata a Leskovac. Qualsiasi altro risultato equivarrebbe a una sentenza di retrocessione nella Lega B, alla quarta edizione di una Nations League che, nel suo primo anno di esistenza, aveva visto i rossocrociati conquistare un posto nelle final-four. Senza scordare che pure una vittoria, ampia o striminzita poco importa, potrebbe non bastare se nell’ultimo turno di lunedì la Serbia ottenesse contro la Danimarca un risultato migliore di quello degli elvetici a Tenerife contro la Spagna. Insomma, Yakin e giocatori sono con le spalle al muro e possono senza dubbio recitare il “mea culpa” per essersi venuti a trovare in questa situazione dopo quattro partite senza vittorie (un solo pareggio) e dopo essersi tirati più volte la zappa sui piedi, in particolare incassando 10 reti (in tutta la Lega A solo Israele, 13, ha fatto peggio)... «Abbiamo ancora il destino nelle nostre mani, due anni fa abbiamo dimostrato di essere capaci di andare a vincere in Spagna», afferma Yakin con riferimento al successo per 2-1 del 24 settembre 2022 a Saragozza, contributo essenziale alla salvezza dei rossocrociati dopo tre sconfitte nei primi tre impegni.
Ma prima di pensare alla sfida con i campioni d’Europa, c’è da regolare la pendenza con la Serbia, affinché la trasferta di lunedì alle Canarie non diventi una semplice passeggiata lungo le spiagge vulcaniche dell’isola. E per chi crede nella cabala, la scelta della federazione di programmare la sfida decisiva a Zurigo non appare lungimirante. Per la Svizzera, infatti, il Letzigrund rimane un tabù da ben 17 anni. Zero vittorie e, addirittura, una delle peggiori sconfitte della storia, quel 2-1 a favore del Lussemburgo nel 2008… «Dovremo disputare questa partita con grande intensità e altrettanta verticalità», prosegue Yakin, il quale chiederà ai suoi di evolvere nello stesso registro di un mese fa a San Gallo… «Se il gol di Zeki Amdouni non fosse stato annullato dal direttore di gioco, avremmo ancora la possibilità di lottare per il secondo posto di gruppo. Siamo stati lesi non soltanto contro la Danimarca, ma anche in occasione delle prime due partite a Copenaghen e a Ginevra contro la Spagna. È un dato di fatto che non bisogna dimenticare».
Murat Yakin non ha tutti i torti quando ricorda come la Nazionale rossocrociata abbia dovuto fare i conti con decisioni arbitrali perlomeno discutibili, quando non del tutto sbagliate (pensiamo solo all’espulsione di Elvedi in Danimarca), tuttavia non basta a giustificare un rendimento ben al di sotto di quanto proposto la scorsa estate in Germania. L’onda dell’Europeo non è stata cavalcata, proponendo prestazioni spesso insipide, come in occasione dell’assoluto dominio nei primi 45’ della sfida di Leskovac, dal quale però i rossocrociati non hanno cavato un ragno dal buco. Al Letzigrund, insomma, la Svizzera avrà parecchio da farsi perdonare e potrà farlo soltanto se attaccherà a testa bassa dal primo minuto. Alla fine, forse, il risultato utile non arriverà, ma in questa partita conterà molto anche l'atteggiamento messo in campo e quello non potrà deludere ancora una volta.
Per quanto riguarda l'undici prescelto, Yakin non ha fornito indicazioni, se non il fatto che in porta ci sarà Gregor Kobel, mentre Noah Okafor avrà senz’altro minuti di gioco a disposizione. Il tecnico basilese ha voluto ribadire di essere sempre stato un fan del milanista, il cui esordio risale al 2019 e alla finale per il terzo posto contro l’Inghilterra nelle final-four di Nations League (era Petkovic), ma che Yakin ha poi lanciato per davvero il 12 novembre 2021 all’Olimpico di Roma nell’1-1 (assist per il gol di Widmer) nelle qualificazioni ai Mondiali 2022. Per il resto, non vi sono indicazioni precise, nemmeno per quanto attiene al modulo di gioco e all’eventuale passaggio a una difesa a quattro contro un attacco serbo che ritroverà la punta della Juventus Dusan Vlahovic… «La lista delle assenze ci obbliga a trovare delle soluzioni alternative, dovremo dare prova di creatività». Creatività da applicare in primo luogo nel reparto arretrato, dove mancheranno in un sol colpo Akanji, Elvedi (e ovviamente Schär). Si tratterà di una difesa priva di esperienza e coesione, quella che Yakin si troverà a schierare, con Cömert, Amenda e Hajdari quali centrali tra cui scegliere. Quando la vittoria era d’obbligo (qualificazioni mondiali, Euro 2024…), il c.t. basilese è quasi sempre riuscito a cavare dal cilindro un coniglio magico. Sa che se al Letzigrund non dovesse riuscirci perderebbe parte della credibilità. Una retrocessione prima dell’ultima giornata rappresenterebbe uno smacco capace di offuscare la sua immagine agli occhi di una tifoseria con la quale nelle settimane trascorse in Germania aveva instaurato un inatteso feeling.