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Svizzera spalle al muro sul baratro della Lega B

La Nazionale elvetica inizia l’avvicinamento agli ultimi due impegni di Nations League. Venerdì con la Serbia occorre un successo con tre reti di scarto

11 novembre 2024
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Ancora 180 minuti di gioco, dopo i quali, per la prima volta in quattro edizioni, la Svizzera finirà nella Lega B di Nations League. A meno che, in questi centottanta giri d’orologio non accada qualcosa di francamente difficile da ipotizzare. È con l’animo senza dubbio pesante che la Nazionale di Murat Yakin si è ritrovata a Zurigo per preparare le due sfide di chiusura dell’ultima nata tra le competizioni internazionali sotto l’egida dell’Uefa: venerdì a Zurigo contro la Serbia, lunedì prossimo a Tenerife contro la Spagna.

La classifica del gruppo 4 è impietosa e vede i rossocrociati all’ultimo posto, con il solo punticino conquistato in ottobre a San Gallo contro la Danimarca e con una differenza reti catastrofica di -7. La Serbia è avanti di tre punti e sulla base del successo nello scontro diretto dell’andata non lascia agli elvetici che un risultato possibile per la sfida del Letzigrund: la vittoria con tre reti di scarto per riscattare il 2-0 dell’andata. In caso di pareggio e a prescindere dagli esiti dell’ultima giornata, la Svizzera sarebbe relegata all’ultimo posto. Ma imporsi a Zurigo potrebbe non bastare: nell’ultima giornata a Leskovac contro i danesi, la Serbia ha sicuramente maggiori possibilità di far risultato di quanto ne abbia la Svizzera alle Canarie. Insomma, la Nazionale rossocrociata, a pochi mesi dai fasti di Euro 2024, si ritrova con le spalle al muro, sul baratro della retrocessione in Lega B. Chi l’avrebbe mai detto...

È vero, le speranze di salvezza non sono del tutto svanite, ma rimangono appese a un lumicino. Murat Yakin e compagni, dopo aver tradito in questo autunno di Nations League tutte le promesse dell’Europeo, hanno perlomeno il dovere di chiudere su una nota positiva che possa servire da rilancio in vista delle eliminatorie mondiali, da affrontare comunque con il vantaggio (al 90%) di un posto tra le teste di serie, ma che necessiteranno di prestazioni di livello assai superiore rispetto a quelle proposte in questo triste autunno. Nell’ultima uscita, quella contro la Danimarca, si è rivisto qualche sprazzo del gioco che tanto successo aveva ottenuto in Germania, ma si sono altresì ripetuti quegli errori (sia difensivi, sia offensivi) alla base dei deludenti risultati conseguiti. E, purtroppo, la chiusura internazionale di un 2024 dai due volti non inizia sotto i migliori auspici. Yakin dovrà infatti fare a meno di quattro giocatori infortunatisi nel corso dell’ultimo weekend. All’appello mancheranno Manuel Akanji, Denis Zakaria, Dan Ndoye e Pascal Loretz. Il difensore del Manchester City e il centrocampista del Monaco hanno problemi agli adduttori, il portiere del Lucerna è dolorante a una caviglia, mentre l’attaccante del Bologna si è infortunato a una gamba colpendo violentemente un palo nella partita di domenica all’Olimpico di Roma, tanto da dover essere sostituito dopo appena 23’. Per completare la lista, Yakin ha deciso di chiamare il difensore del Marsiglia Ulisses Garcia e il portiere dello Young Boys David von Ballmoos. Il gruppo sarà dunque formato da 24 e non da 26 giocatori.

Per anni il terzetto composto da Schär, Akanji ed Elvedi è stato l’anima della difesa rossocrociata. Venerdì, per la prima volta dal 28 maggio 2016 in un’amichevole contro il Belgio (Senderos e Djourou titolari), nessuno dei tre sarà presente sul terreno del Letzi. «È senz’altro una situazione spiacevole – spiega Pier Tami, direttore delle squadre nazionali –. Il miglior modo per integrare nuovi giocatori è di inserirli in un sistema funzionante. A causa dei molti assenti, tuttavia, la difesa andrà ridisegnata, ma confido che Yakin sappia trovare una soluzione. Dopotutto, in passato c’erano già stati problemi di organico».

Resta il fatto che nelle due partite più importanti di questa Nations League, la Svizzera potrebbe schierare al centro della difesa due neofiti 21enni: Aurèle Amenda (riserva all’Eintracht Francoforte) e Albian Hajdari (titolare a Lugano), con l’alternativa di Eray Cömert, il più esperto dei tre, ma in stagione schierato perlopiù a centrocampo nel Valladolid e mai del tutto convincente nelle 15 presenze in rossocrociato.

E alla luce di tutte le assenze, in campo vedremo una squadra schierata a tre o a quattro? Pier Tami precisa di non poter commentare le scelte del tecnico: «Murat osserverà quali giocatori lavorano meglio per poi scegliere il metodo di gioco». Il fatto di aver richiamato Garcia dopo il forfait di Akanji e di aver selezionato Miro Muheim, entrambi laterali, farebbe propendere per una difesa a quattro, ma Yakin potrebbe sorprendere tutti come già aveva fatto in passato. In Germania aveva saputo cavare dal cilindro più di un coniglio vincente. Avrà l’occasione di riprovarci, anche se rimane quanto meno lecito dubitare che riesca a ripetere l’impresa...