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Apprensione per Schillaci, ricoverato in gravi condizioni

Oggi 59enne, l'ex calciatore era già stato operato di tumore. La famiglia: ‘È stabile ed è sotto controllo giorno e notte. Forza Totò’

Correva l’anno 1990
(Keystone)
8 settembre 2024
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Ore di apprensione per Totò Schillaci. L’ex calciatore è ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo in gravi condizioni. Il bomber di Italia ’90 è in cura da qualche anno per un tumore e ha subito anche degli interventi, e dopo essere stato in terapia alla clinica La Maddalena, da ieri sera si trova nel nosocomio cittadino. La conferma delle sue condizioni sul suo profilo social da parte dei familiari: «Totò è in condizioni stabili ed è controllato da una equipe di medici notte e giorno». E poi l’augurio: «Forza Totò».

Oggi 59enne, Schillaci aveva già parlato pubblicamente, anche in tivù, della sua malattia, delle terapie e della paura al momento della diagnosi del male che lo ha segnato. Un male che aveva sconfitto e che ora si sarebbe ripresentato. Una carriera nel Messina poi approdata alla Juventus, all’Inter e finita in Giappone, al Jubilo Iwata: più di 200 gol un percorso sportivo culminato col Mondiale del 1990, di cui fu capocannoniere con 6 reti e volto delle notti magiche azzurre trascinando l’Italia di Vicini a sognare la Coppa del mondo, e invece alla fine chiuse terza.

Una carriera, la sua, iniziata sull’asfalto del quartiere Cep, uno dei più popolari e difficili del capoluogo. Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella, il papà, che faceva il muratore, è stato sempre il suo più grande tifoso e lo ha accompagnato dappertutto pur di farlo giocare. Ha fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante. Fino al reclutamento nel Messina.

Schillaci, tra l’altro, era alla clinica oncologica La Maddalena quando, il 16 gennaio del 2023, era stato arrestato il boss Messina Denaro. «Erano le 8.15 del mattino - aveva raccontato lui stesso - aspettavo la mia visita di controllo, perché lì sono in cura dai dottori Mezzatesta e Mandalà, avevo appena finito la colazione al bar e in un attimo mi sono ritrovato circondato da persone incappucciate con le armi spianate. Ho pensato a un attentato. Poi i carabinieri si sono qualificati, ma per un attimo io e quelli intorno a me ci siamo spaventati, c’era confusione».

L’ex bomber in città aveva anche gestito per anni un centro sportivo per giovani. «Adoro Palermo e mi dà fastidio vederla associata solo alla criminalità, perché offre tante cose belle. Bisogna investire sui quartieri, questo sì, togliendo i giovani dalle strade. Ho rilevato il centro sportivo Louis Ribolla, in una zona popolare, proprio per restituire qualcosa di quanto mi è stato dato dalla città»,

Nel 2004 aveva anche preso parte a un reality, l’Isola dei famosi, e un anno fa partecipò con la moglie Barbara al programma Pechino Express. Poco prima era stato operato di tumore per due volte. «La trasmissione – raccontò – è stata una rivincita sulla malattia che mi ha fatto soffrire tantissimo».

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