Calcio

Il nuovo corso della Nazionale inizia da Copenaghen

Domani la Svizzera esordisce in Nations League, ma le domande senza risposta sono ancora molte. Kobel: ‘La maglia rossocrociata è speciale’

(Keystone)
4 settembre 2024
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Il nuovo corso della Nazionale rossocrociata inizia quest’oggi a Copenaghen in occasione dell’esordio in Nations League. Nel ricordo c’è ancora l’eliminazione ai quarti (ai rigori) dell’Europeo, e la Svizzera è dunque chiamata a confermare quanto mostrato in terra germanica. L’ultima trasferta sul terreno del Parken Stadion risale a meno di sei mesi fa, quando in amichevole la compagine di Murat Yakin fermò sullo 0-0 la Danimarca. Nel corso di questa rassegna il selezionatore non intende modificare il suo calcio, ma in termini di personale dovrà fronteggiare alcuni cambiamenti: Xherdan Shaqiri, Yann Sommer e Fabian Schär (305 apparizioni con la maglia della Nazionale) hanno infatti lasciato la squadra. La base del successo a Euro 2024 è stata la difesa... a tre, che ha mostrato tutto il suo potenziale quando in campo c’era il centrale del Newcastle United. Nulla è ancora deciso, eppure a fianco di Manuel Akanji e Ricardo Rodriguez dovrebbe esserci Denis Zakaria. «C’è un’opzione più giocosa e una più stabile e familiare: metteremo in campo il miglior undici per iniziare questa campagna», ha commentato Yakin. Le alternative infatti non mancano dinanzi a Gregor Kobel. Da Nico Elvedi passando a Becir Omeragic, entrambi possono coprire il posto lasciato vacante.

L’incontro segnerà l’esordio di Kobel come numero uno fra i pali: il successore di Yann Sommer inizierà il suo ‘regno’ il giorno dopo essere stato nominato per il Trofeo Yashine, che sarà assegnato il mese prossimo al miglior portiere del mondo. Lo zurighese è uno dei dieci candidati, insieme a... Sommer. «Non ho volutamente commentato in pubblico la notizia del suo ritiro. È una questione di rispetto. Questo è il suo momento, il momento nel quale si ripercorre e si onora una grande carriera. Un riconoscimento come questo è comunque una grande ricompensa – ha spiegato il giocatore del Borussia Dortmund –. Anche se ho una certa esperienza, oggi scoprirò qualcosa di nuovo. Giocherò molto più spesso per la Svizzera. I nervi saranno tesi. Non si può paragonare il club alla Nazionale». Kobel, Manuel Akanji, Xhaka e Breel Embolo formano un asse formidabile, di esperienza, ma c’è tutta una serie di giocatori da cui è lecito aspettarsi un salto di qualità. «Non prendiamo alla leggera questa Nations League. Ci sono in gioco punti importanti e poi le aspettative in Svizzera sono molto elevate». Il nuovo corso è lanciato, ma è necessario individuare altri leader che in futuro possano subentrare ai cosiddetti senatori. Nello scacchiere ideale di Yakin non compare ormai da parecchio Noah Okafor, che ha manifestato tutta la sua frustrazione di non essere più l’attaccante di punta sui propri canali social. Il tecnico è tuttavia consapevole dell’importanza di questa Nations League. Già, perché i risultati ottenuti durante la fase a gironi influenzeranno la posizione della Svizzera in occasione del sorteggio delle qualificazioni alla prossima Coppa del Mondo del 2026. Se riuscirà a essere inserita tra le dodici teste di serie, il percorso verso il prossimo massimo torneo, per il quale si qualificano direttamente solo le vincitrici dei gironi, sarà più facile.

A tre giorni dall’arrivo della Spagna in quel di Ginevra, una sconfitta al Parken Stadion sarebbe molto sgradita. Murat Yakin non ha dimenticato l’inizio della scorsa campagna, con le battute d’arresto in Cechia, Portogallo e proprio contro i neocampioni d’Europa. L’obiettivo primario è rimanere nella Lega A, affatto scontato in un gruppo in cui c’è anche la Serbia. Yakin dovrà inoltre rispondere a più domande. Dove far giocare Denis Zakaria, che sta brillando al Monaco in questo inizio di stagione? Dovrebbe continuare a puntare su Ruben Vargas, nonostante l’inizio a rilento dell’Augsburg? Dovrebbe continuare a schierare Michael Aebischer come centrocampista d’attacco a sinistra, malgrado sia partito da titolare solo una volta in tre partite con il Bologna? La situazione di Vargas e Aebischer sottolinea quanto sia diverso il raduno di settembre per gli internazionali, data la disparità di tempo di gioco. «I giocatori della Super League hanno un ritmo più sostenuto», ha spiegato l’allenatore come a preparare il terreno per Renato Steffen, Uran Bislimi, Filip Ugrinic e Joël Monteiro. I tandem del Lugano e dello Young Boys avranno sicuramente un ruolo da svolgere sia giovedì che domenica. Yakin, l’uomo dei cambiamenti, probabilmente sorprenderà ancora a Copenaghen. Chi riesce a indovinare il suo undici titolare, infatti, non è ancora nato.

Una rivoluzione (solo) a metà

I giochi di forza sono comunque mutati anche in casa danese: dimissionatosi Kasper Hjulmand a Europei conclusi, la panchina biancorossa è stata ereditata da Morten Wieghorst. Di recente, però, il 53enne ha comunicato di soffrire di sintomi da stress e dunque le redini sono passate a Lars Knudsen. Non è finita qui, perché il selezionatore ha ‘incassato’ il ritiro dello storico capitano Simon Kjaer mentre Andreas Christensen, Thomas Delaney e Rasmus Höjlund sono fermi ai box causa infortunio. La squadra è tuttavia in fiducia, soprattutto nel fortino del Parken Stadion. Sì, perché nelle ultime tre stagioni (cioè 17 partite) hanno conosciuto una sola battuta d’arresto fra le mura dell’impianto della capitale. Nei prossimi giorni bagneranno verosimilmente il proprio esordio Mads Hermansen, Morten Frendrup, Patrick Dorgu e Albert Grönbäk. «Il nostro intento è di conquistare sei punti e queste novità permetteranno di acquisire nuova linfa», ha puntualizzato Knudsen. La semifinale di Euro 2020 è rimasta infatti l’ultimo exploit della truppa danese, in seguito non sono più riusciti a ripetersi. Né in Qatar, nà in Germania.