Pur non brillando, i bianconeri superano i serbi (1-0) nell'andata del terzo turno preliminare di Europa League
Il Lugano visto a Belgrado non è certo stato impeccabile, ma torna dalla Serbia con un successo che vale oro, ed è questo ciò che davvero conta in vista della gara di ritorno che andrà in scena giovedì 15 agosto a Thun.
Sarà stata forse colpa del caldo, ma nel primo tempo della sfida in terra serba non è davvero successo quasi nulla, specie per i primi 20 minuti. Ritmo men che blando, zero occasioni e marchiani errori su entrambi i fronti. Il dato più eclatante da segnalare è la scarsissima affluenza di pubblico, che di solito si fa notare invece per assiduità e calore. Dipende dal fatto che i tifosi del Partizan, specie quelli delle curve, sono in rotta coi vertici societari, e manifestano il dissenso disertando gli spalti.
I serbi sono così rinunciatari e raccolti che pare giochino in trasferta: lasciano infatti che a tessere trame siano i luganesi, salvo ripartire in contropiede appena riescono a recuperare un pallone. Per fortuna di Croci-Torti e dei suoi uomini – per 6/11 diversi da quelli schierati sabato scorso a Cornaredo contro il Servette – l'imperizia dei bianconeri belgradesi vanifica ogni scorribanda verso la porta di Saipi, il quale deve intervenire in una sola occasione – uscendo fino al limite dell'area - e lo fa molto bene, su Severina, olandese di Curaçao.
Per quanto riguarda invece i bianconeri sottocenerini (in realtà pavesati di celeste), gli unici brividi sono dati da El Wafi - schierato con Papadopoulos al centro della difesa –, che spesso è mal posizionato e sbaglia in pratica ogni palla che tocca. Sul fronte offensivo, nel taccuino finiscono soltanto due tentativi nello specchio. Il primo, da almeno 25 metri, è di Cimignani all'8‘, mentre il secondo è siglato Belhadji (45’): entrambe le volte interviene con sicurezza il portiere serbo Jovanovic.
Il livello del match prende un po‘ di quota nella ripresa, anche se il Lugano continua a concedere troppi spazi ai rivali. Per fortuna, al 51’, a graziare i vicecampioni svizzeri ci pensa l'arbitro, l'olandese Van der Eijk, che sorvola su un fallo in area di Papadopoulos (il migliore in campo) sull'ex basilese Kalulu. Serve una scossa e, come sempre, a fornirla è Croci-Torti, che toglie Przybylko (di nuovo deludente ma pure poco servito dai compagni) e mette Mahou, capace immediatamente di suonare la carica. Poco dopo, il chirurgo momò torna in sala operatoria: asporta Cimignani, Belhadj e Aliseda e impianta Doumbia, Vladi e Dos Santos. E proprio quest'ultimo si rivela pericoloso, dai 20 metri, con una botta che Jovanovic neutralizza in due tempi.
Il gol del provvidenziale successo esterno, al termine di una bella combinazione corale al 73‘, porta la firma del difensore dell'U21 italiana Zanotti, alla prima rete da quando è giunto in Ticino: bello e angolato il suo destro che si infila alla destra del portiere serbo. A quel punto, i padroni di casa sono obbligati a spingere in cerca del pareggio, e lasciano inevitabilmente qualche spazio maggiore ai sottocenerini, che si creano qualche occasione ma non sono capaci di concretizzarla. Nuova dimostrazione di compattezza del gruppo bianconero, che pur non brillando fa sua la posta piena.
Così ha commentato la gara ai microfoni della Rsi il tecnico bianconero Mattia Croci-Torti: «Non è stata una gara spettacolare, anche perché loro ci hanno aspettato arroccati in difesa: avere il 70% di possesso palla non mi era mai successo nei 3 anni da quando alleno il Lugano. Abbiamo giocato da squadra matura, aspettando il momento giusto per colpire gli avversari. Peccato non averla chiusa con un altro gol, come avremmo potuto fare. Era importante tornare a vincere in Europa dopo un anno e dare un segnale dopo i risultati negativi col Fenerbahce. Dallo scorso gennaio abbiamo fatto grandi cose, e abbiamo iniziato bene la nuova stagione, cambiando poco ma in modo mirato. Siamo dunque venuti qua per fare la partita, da autentici favoriti nella doppia sfida. Negli anni la nostra mentalità è cambiata. Ci sono squadre a livello continentale con cui possiamo giocarcela. Ora comunque non è finita: il Partizan ha buone individualità, che potrebbero farci del male, ma sicuramente nel ritorno i serbi saranno costretti a ‘fare un po’ più la partita’ rispetto a quanto visto oggi. Noi a Thun dovremo giocare con la testa, sapendo comunque che non potremo troppo speculare sul risultato dell’andata».
Partizan Belgrado - Lugano 0-1 (0-0)
Rete: 73’ Zanotti 0-1.
Arbitro: Van der Eijk (Ola).
Partizan Belgrado: A. Jovanovic, De Medina, Markovic, Mujakic, Jurcevic, Arriaga, Zahid (79‘ Nikolic), Severina (58’ Grimaldo), Kalulu (58'Natkho), Ibrahimi (46‘ Young-in), Saldahna (74’ D. Jovanovic).
Lugano: Saipi; Zanotti, Papadopoulos, El Wafi, Valenzuela; Belhadj (68‘ Dos Santos), Grgic, Aliseda (68’ Vladi), Bislimi (80‘ Macek), Cimignani (68’ Doumbia); Przybylko (55' Mahou).
Note: Ammoniti: 29’ Ibrahimi. 35’ Bislimi.