Mattia Croci-Torti alla vigilia dell'andata del secondo turno preliminare di Champions League: ‘Pronti a fornire una grande prestazione’
A ventitré anni giusti dall'ultima apparizione (31 luglio 2001, vittoria 2-1 a Cornaredo contro lo Shakhtar, ma eliminazione dopo lo 0-3 subito nell'andata di Donetsk), il Lugano torna a calcare il palcoscenico della Champions League. Domani sera nell'esilio della Stockhorn Arena di Thun, ospiterà uno dei club più prestigiosi del calcio turco, il Fenerbahce, da quest'anno alle dipendenze di un certo José Mourinho. E il fatto che un tecnico come lo Special One abbia accettato l'offerta del club sambuliota la dice lunga sulla potenza economica e sul prestigio anche internazionale del quale gode la società dei “sari kanaryalar”, i canarini gialli. D'altra parte, la rosa a disposizione del portoghese parla da sola, con sei nazionali turchi (Akaydin, Müldür, Kadioglu, Yüksek, Tosun e Kahveci), Dusan Tadic (111 presenze nella Nazionale serba), il portiere della Croazia Dominik Livakovic, Rodrigo Becao (127 partite con l'Udinese) e Edin Dzeko (134 caps e 65 gol con la Bosnia)... Quella turca è una vera armata da far tremare i polsi e, come se non bastasse, la Stockhorn Arena sarà verosimilmente adornata quasi completamente con i colori gialloneri del Fenerbahce (sono già stati venduti 5670 biglietti sui 6000 a disposizione, quindi si va verso il tutto esaurito).
Ciò nonostante, Mattia Croci-Torti non è disposto ad alzare bandiera bianca, e ci mancherebbe altro... «Siamo estremamente contenti di poter disputare uno spareggio di Champions League, per noi è un grande onore il solo fatto di essere arrivati fin qui. Il Lugano era assente da questa competizione dal 2001 e dalla sfida con lo Shakhtar: per noi è motivo supplementare di orgoglio poter essere i primi a tanti anni di distanza. Per quanto riguarda l'avversario che ci troveremo di fronte, tutti conosciamo il livello dei giocatori, il loro tasso tecnico e l'insieme della rosa a disposizione del Feberbahce. Non è ovviamente un caso se pochi mesi fa ha chiuso il campionato turco al secondo posto, a tre lunghezze dal Galatasaray: inoltre, il bottino complessivo di 99 punti testimonia la mentalità vincente di questa squadra. Da parte nostra, dobbiamo ricordarci chi siamo, sapere che, con ogni probabilità, non potremo assumere l'atteggiamento spavaldo al quale siamo abituati in campionato, ma dovremo tenere un comportamento molto più attento. Ci giocheremo il tutto per tutto e sono certo che disputeremo una grande prestazione».
Uno di fronte all'altro si ritroveranno due allenatori particolarmente focosi, con Croci-Torti praticamente ancora alle prime armi e Mourinho che, forse, il meglio del suo repertorio se lo è già lasciato alle spalle... «Per chi fa il mio mestiere, Mourinho è stato un esempio. In carriera ha vinto tanto, tre titoli al Chelsea, due in Italia, uno in Spagna, la Coppa Uefa, l'Europa e la Conference League, ma soprattutto due volte la Champions con un Inter che aspettava da 45 anni e prima ancora con il Porto. È un allenatore che sa come entrare nella testa dei suoi giocatori e per chi come me è ancora giovane di questo mestiere, è davvero incredibile vedere tutto quanto è riuscito a raggiungere. Affrontarlo sarà emozionante, tuttavia in questi giorni non ci ho pensato più di tanto. Per me sarà un motivo d'orgoglio potermi confrontare con un tecnico di questo calibro, non è detto che possa capitare ancora».
Contro il Fenerbahce mancheranno lo squalificato Steffen e l'infortunato Vladi. Siccome il Lugano intende essere competitivo su tutti i fronti, il fatto di avere a disposizione una rosa ben fornita consentirà al tecnico bianconero di praticare un certo turnover rispetto all'undici sceso in campo sabato nell'esordio di Super League... «Non è mia intenzione stravolgere l’undici che ha battuto il Grasshopper. Tuttavia, negli scorsi anni abbiamo spesso faticato in quelle partite di campionato che seguivano un impegno continentale. Quello di domani, sotto l’aspetto nervoso sarà un match logorante, per cui è giusto procedere a qualche cambiamento, perché vogliamo essere competitivi in Europa, ma vogliamo esserlo altrettanto in campionato, a cominciare dalla trasferta di sabato a Basilea».
Quella di Thun sarà soltanto la prima metà di una sfida di 180 minuti... «Per noi la sfida della Stockhorn Arena avrà un'importanza doppia, in quanto giocheremo sul sintetico e a “casa nostra”, con l'obiettivo di conquistare un risultato positivo. Siamo perfettamente consci dell'ambiente che troveremo tra sette giorni a Istambul, ne avevamo avuto un assaggio lo scorso anno in Conference League (vittoria 3-2 sul Bosforo e sconfitta 2-0 al ritorno contro il Besiktas, ndr) e sappiamo che la squadra di Mourinho potrà trarre grosso beneficio dalla spinta dei loro tifosi. Per noi sarà vitale ottenere un buon risultato all'andata: un pareggio potrebbe essere ben accetto, perché ci permetterebbe di andare a giocare il tutto per tutto a Istanbul, mettendo così grande pressione sulle spalle dei nostri avversari. Da questa doppia sfida noi non abbiamo nulla da perdere, mentre per il Fernerbahce una sconfitta con il Lugano rappresenterebbe una catastrofe, lo sa la società e lo sa Mourinho. Noi siamo di fronte a un sogno che vogliamo cullare, per cui scenderemo in campo con una pressione diversa. Desideriamo vincere per noi, per la società e per i tifosi, ma non avremo sulle spalle un macigno il cui peso graverà invece sulle spalle dei turchi».
Il campionato turco non è ancora iniziato, per cui per Mourinho quello di Thun sarà l'esordio ufficiale sulla nuova panchina. Il Lugano, per contro, ha già nelle gambe 90 minuti contro il Grasshopper e questo potrebbe risultare un vantaggio. Senza contare che si giocherà sul sintetico, superficie alla quale i turchi non sono abituati, a differenza di un Lugano confrontato in Super League con l'erba artificiale di Berna e Losanna... «È vero – afferma Mattia Bottani, presente alla conferenza stampa pre-partita in qualità di capitano –, il fatto di aver disputato una partita può rappresentare un aspetto positivo a livello sia fisico, sia mentale. Le amichevoli sono tutt'altra cosa rispetto alle partite “vere”, per cui potremmo arrivare all'appuntamento un po' più pronti. Per quanto riguarda il sintetico, rispetto all'erba naturale è un calcio completamente diverso, per cui è difficile dire se possa rappresentare un vantaggio. È molto probabile che nei primi minuti il Fenerbahce dovrà abituarsi alla superficie, trovare la lunghezza e la precisione nei passaggi, e ciò potrebbe infastidire il loro ritmo di gioco. Dovremo essere bravi ad approfittare di questi probabili momenti di adattamento».
In pratica, il Lugano giocherà tre volte in trasferta: la prima in quanto costretto all'esilio di Thun, la seconda perché la Stockhorn Arena sarà verosimilmente ribollente di tifosi turchi e la terza, ovviamente, tra una settimana nel ritorno sul Bosforo... «Sarebbe bello poter essere a Cornaredo, ma conosciamo la situazione per cui è inutile parlarne. Personalmente, preferisco giocare in uno stadio pieno di tifosi avversari piuttosto che davanti a spalti e tribune semivuote. Ti dà quella carica agonistica e quell'adrenalina che ogni calciatore cerca. Faremo tutto il possibile per regalare una gioia a tutti i nostri tifosi che spero possano essere più numerosi del solito».