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‘Vorremmo che rimanesse, ma non più come calciatore’

Da Silva su Sabbatini: ‘Aspettiamo la sua decisione’. Georg Heitz conferma la stima in Croci-Torti. E il fallo di mano di Tsunemoto all'88’ era da rigore

Martin Blaser, Mattia Croci-Torti, Carlos Da Silva, Georg Heitz
3 giugno 2024
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Non sono trascorse nemmeno 24 ore dal dodicesimo rigore battuto da Mai e parato da Mall, che ha sancito la sconfitta del Lugano nella 99ª edizione della Coppa Svizzera. Ventiquattro ore scarse durante le quali prendere sonno è stato difficile e ancor di più lo è stato fare mente locale e trovare le parole giuste da esprimere nella conferenza stampa di chiusura della stagione, indetta per la mattina di lunedì, alla presenza dell’allenatore Mattia Croci-Torti, del direttore sportivo Carlos Da Silva, ma soprattutto del Ceo bianconero Martin Blaser e di Georg Heitz, membro del Consiglio di amministrazione e referente della proprietà a Chicago. Come era inevitabile che fosse, il primo tema all’ordine del giorno è stato quello che nelle scorse settimane ha tenuto banco tra i tifosi: il prolungamento o meno del contratto di Jonathan Sabbatini, tema ancora più caldo dopo quanto successo al Wankdorf, con l'errore dal dischetto del capitano uruguaiano. E, in buona sostanza, la società, nella persona di Da Silva, ha ribadito quanto già si sapeva: vorremmo che restasse, ma con altre funzioni e non come calciatore… «Siamo consci del ruolo di Jonathan dentro e fuori dal campo, della sua leadership e della sua figura nella quale il tifoso bianconero si identifica. Nelle sue dodici stagioni con la maglia dell’FC Lugano è stato ed è tuttora un punto di riferimento per la società, per la squadra e per i compagni. Il suo contributo ai giovani colleghi e al gruppo è stato e continua a essere molto prezioso. In lui vediamo potenzialità future, anche in qualità di allenatore, ma lui ha ribadito di voler continuare a giocare a calcio. La nostra proposta rimane aperta, gli lasciamo qualche giorno a bocce ferme per fare le necessarie considerazioni e poi vedremo quale sarà la sua decisione. Avremmo potuto gestire meglio l’intera faccenda? Non tutto è andato come ce l’eravamo immaginato, l’idea era di lasciar passare le ultime importanti partite prima di una presa di posizione comune, ma poi la notizia è uscita e siamo dovuti correre ai ripari. Per quanto aspetteremo la sua risposta? I tempi sono ovviamente piuttosto ristretti e noi non possiamo garantire che tra un anno la società sarà in grado di fargli la stessa proposta o che la posizione interna sarà ancora vacante».

Sull’argomento si è espresso pure Georg Heitz… «Siamo molto grati a Sabbatini per tutto quanto ha fatto per il club. Voglio però precisare che tutte le nostre decisioni sono prese di comune accordo all’interno della stanza dei bottoni e con l’allenatore. Per quanto riguarda il timing, in casi come questo la tempistica non è mai quella giusta, lascia sempre spazio a possibili dietrologie. Capisco il motivo per cui molti tifosi si chiedano come mai non rinnoviamo il suo contratto, ma a volte per andare avanti occorre prendere decisioni dolorose. In questi anni Sabbatini per noi è stato un giocatore molto prezioso, ma lo sono stati pure altri elementi di una rosa che ha disputato una stagione importante. E mi sembra peccato ridurre tutto al caso-Sabbatini».

La notizia dello stallo delle trattative per il rinnovo del capitano, ha messo sul… piede di guerra parte della tifoseria, con petizioni e sciopero del tifo. Dinamiche che, va da sé, non hanno fatto immensamente piacere alla dirigenza, ma che Blaser liquida appellandosi alla libertà di espressione… «Nel nostro Paese ognuno ha il diritto di dire la sua e di protestare, per cui il sostegno alla causa di Sabbatini non mi ha particolarmente colpito. Certo, ci siamo trovati a dover gestire la situazione, ma sono cose che fanno parte delle normali dinamiche di uno Stato democratico».

A giorni, la matassa si dipanerà in modo definitivo, tuttavia sembra poco probabile che l’uruguaiano faccia marcia indietro e la società di certo non farà marcia… avanti, con l'avallo di Croci-Torti, il quale ha sottolineato di comprendere una filosofia del club (ringiovanimento della rosa) che fino a ora si è rivelata pagante.

L’imminente addio tra Sabba e il club bianconero lo si evince anche dal post su Facebook pubblicato dal capitano.

‘Croci-Torti? Sediamoci, anche oggi’

Altro tema all’ordine del giorno, il futuro dell’architetto di questo Lugano, Mattia Croci-Torti. Nonostante sia sotto contratto ancora per un anno, i brillanti risultati ottenuti hanno richiamato sul tecnico momò l'interesse di più di una società. E non solo in Svizzera… «Ho il cuore che sanguina, non credo di aver dormito più di un quarto d’ora – ha affermato un Crus visibilmente affranto –. Ho dentro tanta rabbia e tanta frustrazione per come è finita. Oggi mi riesce davvero difficile pensare al futuro. Avevo così tanta voglia di rendere felici tutti quei tifosi… Sbollire in pochi giorni è davvero complicato. Tuttavia, occorre saper accantonare rabbia e delusione per ripartire con più motivazioni di prima. Nei prossimi mesi sarà certamente così, ma al momento mi riesce difficile guardare più in là».

Molto più concreto Georg Heitz… «Capisco la sua amarezza. Da parte nostra se la sua intenzione fosse di rinnovare il contratto, potremmo sederci al tavolino già oggi pomeriggio. Tuttavia, è logico che quando un allenatore ha così tanto successo entri nel radar di altre società. Comprendo che il Crus abbia bisogno di qualche giorno per smaltire la delusione, ma quando sarà tempo ci siederemo al tavolo delle trattative».

Tra gli argomenti solo di striscio inerenti al Lugano, quello di un possibile futuro approdo di Xherdan Shaqiri a Cornaredo. Ancora Heitz: «Il problema è relativo all’ingaggio del giocatore. L’Uefa permette al proprietario di investire personalmente un massimo di 20 milioni e considerando quanto Joe Mansueto immetta nell’Fc Lugano, per Shaqiri non rimarrebbero fondi necessari a coprire le sue richieste».

Lo Young Boys nel mirino?

Ma torniamo al futuro prossimo della società bianconera. Il Lugano ha diversi elementi in odore di mercato, tuttavia l’intenzione sembra essere quella di sfidare lo Young Boys per il titolo nazionale… «Nello sport l’obiettivo non può essere che il miglioramento – ha sottolineato Da Silva –. Negli ultimi tre anni i progressi sono stati sotto gli occhi di tutti: 12 giocatori nelle varie selezioni nazionali, abbiamo conteso, seppure per poco, il primo posto allo Young Boys, chiudendo alle sue spalle, siamo arrivati in finale di Coppa per la terza volta... Con stagioni così buone, è ovvio che arrivino richieste per i giocatori più in vista e il nostro compito è di farci trovare pronti nel caso in cui qualcuno dovesse partire. Al momento, però, posso garantire che nessun procuratore ha chiesto l’uscita di un suo cliente (ad Hajrizi è stato confermato che non gli verrà rinnovato il contratto, ndr)».

«E non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto Heitz – che questa è stata una stagione straordinaria. Sarà arduo ripetersi, per quanto questo rimanga il nostro obiettivo: gli avversari non dormono, il Basilea difficilmente disputerà un’altra stagione come quella appena terminata, mentre il Servette ieri ha detto chiaro e tondo di voler provare a scalzare dal trono lo Young Boys».

Per compiere il definitivo salto di qualità, forse bisognerebbe puntare su qualche giocatore con il pedigree di Steffen, il quale però sembra essere un petalo fuori budget nella rosa bianconera. Insomma, uno sì, ma due non è possibile… «Il nostro compito è di reperire ciò di cui l’allenatore necessita per vincere, per cui se ci sarà bisogno di un altro Steffen, ci proveremo. Tuttavia, un giocatore di quello spessore occorre convincerlo a sposare la causa del Lugano. Dal punto di vista del progetto e della città non ci sono problemi, quando però gli si presentano le infrastrutture il discorso cambia...».

Stockhorn ancora di salvataggio

Ultimo capitolo, l’Europa che verrà e l’accordo per i prossimi due anni con la Stockhorn Arena di Thun, stadio tutt’altro che agevole da raggiungere (in particolare con i mezzi pubblici). L’iter che ha portato alla scelta è lunghissimo e Martin Blaser lo ha specificato punto per punto, a partire dai “niet” delle forze di polizia per quanto concerne le opzioni di San Gallo e Lucerna, per proseguire con le mille difficoltà create un anno fa dalla Città di Zurigo per un accordo raggiunto solo in extremis… «Bisogna sapere che l’Uefa richiede stadi di categoria 4 e in Svizzera ve ne sono soltanto 10: San Gallo, Zurigo, Basilea, Lucerna, Berna, Thun, Sion, Ginevra e Tuilière e Pontaise a Losanna. Visti i problemi riscontrati negli scorsi anni, già in autunno abbiamo contattato Thun, dove abbiamo trovato la disponibilità delle autorità, ma un sintetico di vecchia generazione, non più confacente alle esigenze dell’Uefa. A conti fatti, la Stockhorn Arena era la nostra unica possibilità, perché non era percorribile nemmeno l’opzione Italia (Monza, ndr), in quanto la federazione europea non permette di disputare queste partite al di fuori dei confini nazionali. La bella notizia è che a Thun hanno già iniziato i lavori per la posa di un sintetico di ultima generazione, pronto per accogliere il Lugano nelle qualificazioni di Champions League».

Tsunemoto, fallo di mano da rigore

Cala così il sipario sulla stagione 2023-24 del Lugano, giunta a undici metri dall’essere trionfale, con una ferita in più involontariamente inferta dal quarto uomo, Johannes von Mandach, quando a fine gara ha chiesto scusa a Croci-Torti perché il fallo di mano di Tsunemoto all'88’ avrebbe dovuto essere sanzionato con un calcio di rigore. Oltre al danno, insomma, la beffa. Adesso, la palla passa nel campo della dirigenza, c’è da allestire una squadra chiamata a tornare in campo il 20 luglio per la ripresa della Super League e il 23 o 24 (con ritorno il 30 o 31) per il secondo turno preliminare di Champions League (sorteggio il 19 giugno).