Calcio

Il Lugano mastica di nuovo amaro: la Coppa finisce a Ginevra

Nella ripresa Sabbatini e Aliseda cambiano l'atteggiamento dei bianconeri, ma la palpitante lotteria dei calci di rigore premia i romandi

(Ti-Press/Golay)
2 giugno 2024
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Un incontro scarno di emozioni, fatta eccezione per l'appendice conclusiva dagli undici metri, ma sufficiente a sancire il nome del successore dello Young Boys. La Coppa Svizzera non tornerà comunque a Lugano: i bianconeri sono infatti stati battuti 9-8 ai rigori (conclusi sullo 0-0 i tempi supplementari) dal Servette. A risultare fatali sono stati gli errori di Sabbatini, Steffen, Hajdari e soprattutto Mai.

Il primo brivido di giornata è corso sulla schiena dei tifosi bianconeri complice l’uscita non proprio impeccabile di Saipi su calcio d’angolo, graziata dall’intervento sulla linea di porta di Steffen. A farsi preferire nelle battute iniziali sono stati i romandi e, infatti, Croci-Torti ha chiesto sbracciandosi alla propria squadra di alzare il baricentro in modo da complicare l'amministrazione del pallone della compagine rivale. I sottocenerini sono parsi concentrarsi maggiormente sulla fase difensiva, subendo però la pressione di Frick e compagni. Come ben ha dimostrato l'errore di Hajdari nel controllare la sfera trascorsa circa metà frazione, che ha permesso ad Antunes d'involarsi tutto solo in direzione della curva presieduta dai tifosi bianconeri. L’eccellente chiusura di Mai (bravissimo nella lettura dell’azione) ha tuttavia evitato il peggio, mantenendo la situazione di parità. La compagine di Weiler ha creato scompiglio in primis su calci piazzati e cross dalla trequarti, ma senza mai veramente sfiorare il gol del vantaggio. Anzi. Come un fulmine a ciel sereno il Lugano ha tessuto una splendida manovra sull’asse Valenzuela-Celar, consentendo a Steffen di crearsi l'unica nitida chance dei primi quarantacinque minuti... Frick ci ha però messo una pezza, spedendo di poco sopra la traversa.

Nella ripresa il match è stato acceso da un parapiglia fra Saipi e il sopracitato Antunes: all'ora di gioco solo l'eccellente colpo di reni del portiere bianconero ha negato a Kutesa la gioia personale. I bianconeri sono tuttavia parsi crescere d'intensità, soprattutto in seguito all'entrata in campo di capitan Sabbatini e dell'arrembante Aliseda. E, infatti, a una manciata di minuti dalla conclusione, Steffen ha indietreggiato la sfera per l'appena citato argentino – bravo a smarcarsi ma non altrettanto nel momento di concludere. Il 24enne ha successivamente eluso la retroguardia granata a suon di finte e controfinte, procurandosi l'angolo in cui è occorso un tocco di mano di Tsunemoto ‘malandrino’ passibile forse di rigore. Non secondo la terna arbitrale capitanata da Alessandro Dudic e la sala Var. Il Lugano ha cambiato mentalità, sfruttando però solo parzialmente l'inerzia di questi ultimi scorci di partita nell'appendice dei supplementari. L'occasione più succulenta è capitata ancora sui piedi di Aliseda, cercato in modo approssimativo in area da Mahou, eppure il risultato non si è scollato dallo 0-0. Nell'estenuante e crudele serie di rigori sono dunque risultati decisivi gli errori di capitan Sabbatini, Steffen, Hajdari (tutti e tre match point) e Mai. Dal canto suo l'estremo difensore Mall, subentrato nelle battute conclusive proprio in ottica di questo esercizio, ha permesso alla compagine romanda di tornare a sollevare il trofeo a 23 anni dall'ultima volta.

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