Coppa Svizzera, il Lugano sfida il Sion per un terzo viaggio di fila a Berna. Croci-Torti: ‘Penso di aver trasmesso ai ragazzi la giusta carica vincente’
Non c’è due senza tre: che il conosciutissimo proverbio sia di buon auspicio per la squadra di Mattia Croci-Torti, impegnata questa sera al Tourbillon, nella semifinale di Coppa Svizzera contro il Sion. Dopo essersi qualificati per due anni di fila all’atto conclusivo del trofeo, i bianconeri tentano il colpaccio. Nel 2022 si qualificarono per l’epilogo finale battendo in casa il Lucerna dopo i calci di rigore, l’anno scorso lo fecero in trasferta a Ginevra con il Servette, anche in questo caso dopo l’appendice vincente dagli undici metri.
Un Lugano che sulla carta parte favorito. Attuale secondo della Super League, affronta la prima, ma in questo caso si parla della Challenge League... «Questa è una partita a parte – spiega il mister bianconero –, una competizione diversa dal campionato, quello che sta succedendo in campionato non cambierà la strategia dei vallesani. Da un anno non stanno vivendo nel loro “habitat”, dunque è nelle partite di Coppa Svizzera, dove si sentono ancora vivi, che vedremo il vero Sion. La sconfitta patita lunedì sera a Thun cambierà molto poco sull’approccio mentale della squadra che andremo ad affrontare, oltretutto su un campo da sempre molto temibile».
Un Tourbillon con una capacità di circa 20’000 spettatori e la società ha già annunciato il tutto esaurito. Anzi, per aumentare la capienza è stata anche aggiunta una minitribuna metallica. Quello vallesano è un pubblico conosciuto in tutta la Svizzera per il suo calore, il dodicesimo uomo per i giocatori in campo. E non dimentichiamo che quest’anno altre due squadre di Super League ci hanno lasciato le penne, dapprima il Grasshopper e poi lo Young Boys, attuale leader in Super League.
Un Lugano che potrà contare su una rosa quasi al completo. Mancheranno Hajrizi e Berbic (infortunati) e Belhadj (squalificato), di conseguenza Croci-Torti dovrebbe mandare in campo più o meno la stessa formazione che domenica ha battuto il Losanna. Probabile comunque l’inserimento di Bottani, che si è allenato regolarmente per tutta la settimana, al posto di Cimignani. «Con il percorso che il Sion ha fatto in Challenge League – spiega il coach del Lugano –, troveremo in campo una squadra con molto entusiasmo. La regione vallesana è tornata a sostenerla e anche per questo sarà sicuramente un osso duro da affrontare. Chiaro, c’è una categoria tra noi e loro, ma sono convinto che questo gap lo ridurranno. Mi aspetto una partita come quella che abbiamo vissuto alcune settimane fa alla Schützenwiese a Winterthur. Dovremo essere molto attenti, dovremo saper reggere nei momenti di difficoltà ai quali andremo sicuramente incontro e riuscire a gestire a livello mentale i loro periodi di spinta. Ma sono fiducioso, durante la settimana ci siamo preparati bene per affrontarli nel modo giusto. Sappiamo benissimo che in questa partita siamo i favoriti, se dicessimo il contrario saremmo bugiardi. Nelle loro fila ci sono tanti bravi giocatori, non lo dimentichiamo, con molta esperienza, a iniziare dai due ex Lavanchy e Ziegler, per passare a Sorgic, Bua, Hefti, Moubandje e Kabacalman. Gente che certe partite le sa giocare, noi dovremo essere umili, affrontare questa sfida consci dei pericoli ai quali andremo incontro. Per noi andare in finale per la terza volta consecutiva sarebbe storico e incredibile, l’entusiasmo dei tifosi lo sentiamo tantissimo, vogliamo far vivere ai nostri tifosi emozioni immense. Abbiamo tantissime motivazioni, sono sicuro che, insieme al mio staff, questa settimana sono riuscito a trasmettere a tutta la rosa la giusta carica vincente».
Il Sion sta dominando la Challenge League, ha subito solo tre sconfitte, segnando 61 reti e subendone solo 22. Lunedì scorso nel match d’alta classifica con il Thun, ha perso 1-0. Che undici vallesano vi troverete di fronte? «Loro quest’anno sono i primi della classe a costruire, a fare gioco, ad attaccare con più uomini – risponde Mattia Croci-Torti –. Tuttavia, contro il Grasshopper e lo Young Boys non hanno potuto farlo. Alla mia rosa ho fatto vedere i quattro gol segnati con zurighesi e bernesi: non sono stati frutto del caso, ma reti segnate con determinati schemi e da palle ferme. Loro quest’anno hanno segnato molte reti su situazioni standard. Hanno gli uomini giusti per farlo, Reto Ziegler sa calciare molto bene le punizioni, sono il primo a saperlo, da noi le tirava in modo divino. Detto ciò, nessuna paura, ma tanto rispetto, molta, molta umiltà. Noi dobbiamo far vedere chi siamo, per centrare la finale dobbiamo andare a Sion convintissimi delle nostre possibilità. Le finali degli ultimi anni mi hanno fatto vedere che ho bisogno di tutta la rosa, il lavoro di questa settimana è stato basato sul coinvolgimento di tutti: le semifinali le abbiamo vinte grazie ai calci di rigore tirati da giocatori partiti dalla panchina. Quest’anno è successa la stessa cosa anche contro il Basilea. Cerchiamo, anzi spero, di chiuderla prima. I cuori dei tifosi bianconeri sono già stati messi a dura prova parecchie volte nella mia gestione. Le esperienze di questi anni sono state decisive per la mia crescita personale, per un approccio diverso alle partite, per una giusta gestione nei momenti di difficoltà. Questa squadra, malgrado le difficilissime situazioni con le quali si è trovata confrontata, è sempre riuscita a rimanere sul pezzo, a rimanere a galla. Tutte queste partite ci sono state di grande aiuto. Dobbiamo essere realisti, anche con il Sion dovremo affrontare momenti difficili, ma sono molto fiducioso».