Il Bellinzona al Brügglifeld per tre punti che, uniti a una sconfitta del Baden, soddisferebbero anche la matematica. Matteo Tosetti: ‘Occorre carattere’
La vittoria di una settimana fa contro il Baden ha di fatto messo capra e cavoli al sicuro. Con un vantaggio di 11 punti sul fanalino di coda argoviese, il Bellinzona può concludere la stagione senza patemi d’animo. In palio, infatti, rimangono 15 punti, il che imporrebbe al Baden di vincere quattro delle ultime cinque partite, sempre ammesso che i granata infilino una striscia di cinque sconfitte consecutive. Il che, francamente, appare fuori da ogni logica, anche perché quella di Manuel Benavente è sì stata una compagine capace di fare dell’incostanza la sua prerogativa principale, ma in stagione ha avuto soltanto due strisce negative di una certa consistenza: tra il 4 e il 25 agosto 2023 ha subito tre sconfitte consecutive, salite poi a quattro tra il 28 febbraio e il 15 marzo di quest’anno. Difficile, dunque, pensare a una serie di sconfitte che arrivi addirittura a cinque.
Messa in cassaforte un’altra stagione in Super League – anche grazie all’acquisizione in prima istanza della licenza – il Bellinzona deve cercare di chiudere nel migliore dei modi una stagione che nelle intenzioni avrebbe dovuto portare qualche soddisfazione in più. A cominciare dall’appuntamento di venerdì al Brügglifeld contro un Aarau, attualmente al terzo posto della classifica, per quanto con un ritardo di 20 punti dal Thun secondo… «Dipende tanto dal carattere dei giocatori, dalla voglia che hanno di mettersi in mostra, in particolare per quelli che hanno trovato meno spazio e che, magari, avranno a disposizione maggiori opportunità di scendere in campo – afferma Matteo Tosetti –. Dobbiamo fornire prestazioni all’altezza, timbrare la salvezza il più in fretta possibile, cosa che potrebbe succedere già ad Aarau nel caso di una nostra vittoria abbinata a una contemporanea sconfitta del Baden (i punti di vantaggio salirebbero a 14 e in palio ne resterebbero solo 12, ndr). È questo l’atteggiamento con il quale dobbiamo scendere in campo al Brügglifeld. Dobbiamo essere sinceri, dopo la vittoria contro il Baden ci siamo tolti un macigno dalle spalle: sapevamo di giocarci una buona fetta di salvezza e abbiamo gestito molto bene la situazione, ma è logico che una volta conquistati i tre punti, una certa dose di energie mentali si è volatilizzata. Un pizzico di rilassamento c’è stato, come ha dimostrato la partita contro lo Sciaffusa, avversario davvero modesto e arrivato al Comunale soltanto con l’intenzione di difendersi, ma contro il quale non siamo stati in grado di imporci. Adesso dobbiamo rifarci e conquistare la posta piena ad Aarau, come era successo nella prima partita con il nuovo staff».
L’1-1 in rimonta contro lo Sciaffusa, dopo il 4-0 al Baden, rappresenta forse l’emblema di questa stagione, nella quale il Bellinzona ha peccato di continuità, nelle prestazioni come nei risultati… «La costanza di rendimento è ciò che fa la differenza tra una grande squadra e una squadra normale. Era già successo la scorsa stagione, quando avevamo alternato buoni momenti a fasi ridicole, e quest’anno ci siamo ripetuti. Ad ogni modo, ritrovarci a questo punto dopo aver sbagliato completamente il primo minigirone di otto partite, chiuso con appena 3 punti, rappresenta comunque un gran passo avanti. Siamo riusciti a far svoltare una stagione che si era messa davvero molto male, tuttavia avevamo tutto il necessario per toglierci ben altre soddisfazioni. E non mi riferisco alle prime due posizioni della classifica, ma avremmo potuto godere di una classifica molto più allettante, ciò che ci avrebbe consentito di vivere con maggiore tranquillità rispetto allo stress degli ultimi mesi».
Con appena 31 reti segnate in 31 partite, il Bellinzona vanta il penultimo attacco di Challenge League. Una palla al piede che ha condizionato il campionato granata… «Ma nel calcio non è possibile gettare la colpa su un solo reparto: l’attacco funziona bene quando centrocampo e difesa danno il loro apporto, così come la difesa regge quando è aiutata da chi le sta davanti. È vero che a inizio stagione abbiamo peccato in fase di finalizzazione, sbagliando occasioni anche in modo ridicolo, tuttavia nell’ultimo periodo creiamo molto di più e siamo più freddi sottoporta, tant’è che nelle ultime tre partite casalinghe abbiamo messo a segno dieci reti. Per fortuna ci siamo svegliati, meglio tardi che mai, anche se – è vero – nel computo dell’intera stagione la sterilità offensiva è senz’altro stata un fattore negativo che ci ha frenato».
Siamo quasi a fine stagione e anche per il Bellinzona è arrivato il momento di iniziare a pianificare il futuro, al netto del possibile cambio di proprietà del quale si sta discutendo… «Per quanto ne so, ci sono tre o quattro giocatori in possesso di un accordo valido per l’anno prossimo e tra questi io non ci sono. Ci troviamo un po’ tutti sulla stessa barca, stiamo aspettando le mosse della società per capire quali saranno gli sviluppi. La notizia dell’ottenimento in prima istanza della licenza garantisce a tutti una certa dose di tranquillità, adesso spero possano iniziare i colloqui con i giocatori per gli eventuali rinnovi. Come calciatori, dobbiamo capire quali sono le intenzioni della società, sapere se aspettare per dare continuità al progetto granata, oppure cercare un’altra sistemazione. Siamo ancora in alto mare e probabilmente si attende la certificazione matematica della salvezza, dopodiché sono certo che inizieranno i colloqui individuali. Per quanto mi riguarda, la priorità rimane il Bellinzona. Ovviamente, avendo famiglia non mi posso permettere di aspettare in eterno e prima o poi dovrò iniziare a guardarmi attorno e decidere come muovermi. Nel mestiere del calciatore ci sono mille aspetti positivi e quello dell'incertezza contrattuale è uno dei pochi negativi. Ma fa parte del gioco, chi vuol fare il professionista lo deve mettere in conto, per cui al momento non resta che aspettare gli sviluppi della situazione».