Domani sera alle 19 la finale del Mondiale per club, con il Manchester City dato per favorito contro i campioni sudamericani
Il Manchester City affronta venerdì il Fluminense nella finale del Mondiale per club a Gedda, in Arabia Saudita. Pep Guardiola, allenatore dei Citizens, potrebbe vincere la competizione per la quarta volta. Il Manchester City è reduce da un clamoroso poker con Champions League, Coppa d'Inghilterra, Premier League e Supercoppa Uefa. Ora vuole aggiungere una nuova riga alla sua bacheca di trofei, che è cresciuta notevolmente da quando nel 2008 è passato in mani emiratine.
Dopo un inizio di gara senza problemi con la vittoria per 3-0 sull'Urawa Red Diamonds martedì scorso, i campioni d'Europa avranno il loro bel da fare contro il Fluminense (ore 19), soprattutto perché sono ancora privi di due importanti elementi d'attacco, Erling Haaland e Kevin de Bruyne.
Lo stile pragmatico del tecnico del Fluminense Fernando Diniz (anche allenatore del Brasile) contrasta con il possesso bulimico preferito dal suo alter ego del Manchester City. Il recente vincitore della Copa Libertadores (vittoria per 2-1 sul Boca Juniors il 4 novembre) punta a rompere l'egemonia dei club europei, che detengono il trofeo dal 2012: nessuna squadra del Vecchio continente ha perso nelle ultime 21 partite disputate al Mondiale per club. «Il fatto che le squadre sudamericane non vincano dal 2012 è dovuto principalmente al potere economico dei club europei», afferma un lucido Diniz, che sottolinea anche la fuga dei migliori talenti sudamericani verso l'Europa. L'ultimo club sudamericano ad aver messo il Mondiale per club nella sua bacheca è stato il Corinthians de Sao Paulo, rivale del Flu, che ha battuto il Chelsea per 1-0 a Yokohama nel dicembre 2012.