Calcio

‘La cordata sembra potente, ma le parole da sole non bastano’

Omar Ferro, ex giocatore del Locarno, martedì sera ha assunto l'incarico di intermediario fra il North Sixth Group e le Bianche casacche

15 novembre 2023
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Il 14 novembre era una data attesa, molto attesa, in casa Locarno: l’assemblea ha emesso il suo nullaosta a costituire una società anonima (a cui spetterà il compito di gestire la prima squadra), spianando de facto la strada all’entrata in società della cordata italo-americana del North Sixth Group fondato da Matt Rizzetta. Dal fallimento, e dalla successiva retrocessione, alla risalita in Seconda lega interregionale. Le Bianche Casacche, attualmente capolista del Gruppo 3, puntano a scalare ulteriormente la piramide ritornando nel calcio professionistico, e questa sembra essere la soluzione più verosimile così da racimolare capitale extra. Il gruppo, che assumerà gradualmente la maggioranza delle azioni, asserisce di essere determinato a riconquistare palcoscenici all’altezza della storia della città e del club. Il Locarno predica tuttavia cautela onde continuare questa crescita senza mettere la mano sul fuoco e bruciarsi. Nella squadra di consulenti ecco dunque spuntare il nome di Omar Ferro, fiduciario nonché (ex) allenatore e giocatore proprio delle Bianche Casacche, che da martedì sera ha assunto il ruolo di intermediario così da tutelare interessi e speranze dei locarnesi. Il suo ruolo attivo nel comitato permetterà di “indirizzare le scelte organizzative” di carattere puramente sportivo: «essendo un consulente super partes cerco di salvaguardare la società, verificando che il gruppo sulla carta autorevole alle parole faccia seguire i fatti». Un referente importante, vista la sua carriera professionale e nel mondo del pallone cantonale. «Hanno colto tre piccioni con una fava – sorride –. Il loro intento è di fare business anche in altri settori, ma in ottica calcistica era importante costituire una società anonima. Sono ambiziosi e fiduciosi, perciò questo era lo strumento più conforme. E necessario per far affluire capitali e gestire la prima squadra su tre anni. La palla rimane comunque rotonda, e può succedere di tutto... I risultati sono però quasi sempre una logica conseguenza di buoni investimenti».

Da emigrati e imprenditori

Delle piccole realtà che necessitano di fondi, eppure le ambizioni non mancano: Matt Rizzetta punta a leghe inferiori, ad esempio investendo su Ascoli e Campobasso in Italia o Brooklyn in America (a colmare il vuoto lasciato da altre due compagini ’ubicate’ a New York, ma più orientato alla popolazione di New Jersey e Manhattan) dove il potenziale di crescita è alto. Un’entità che amministra più squadre, come successo a Lugano nell’era Joe Mansueto. «Una mossa azzeccata che ha persuaso il North Sixth Group ad investire nel Locarno, cancellando qualche legittima preoccupazione affiorata nei tifosi, memori di esperienze passate in cui sedicenti imprenditori hanno lasciato solo cocci». L’interesse dimostrato nel calcio italiano, seppur pregiudicato dalla recente inchiesta su puntate illegali, appare quasi un mezzo per tornare nel paese d’origine da emigrante di successo. È importante, inoltre, onde «mettere un piede nel tessuto cantonale e iniziare a conoscere tutto il territorio. A farsi apprezzare, la priorità della cordata». Non è infatti un’eccezione, un episodio isolato, che alcuni imprenditori italo-americani immettendo fondi nel mondo del pallone ticinese. È significativo, e finora redditizio, l’esempio bianconero. Ma come mai sono così attratti dalle nostre società? L’esplosione del fenomeno ‘soccer’ negli Stati Uniti e la maggiore disponibilità finanziaria sono alcune risposte. «Non hanno nascosto il fatto di aver costituito una squadra a Brooklyn in proiezione dei Mondiali... In questo senso sono molto proattivi e sull’onda della popolarità del calcio americano hanno colto l’opportunità focalizzando l’attenzione su club minori in cui l’investimento iniziale è praticamente azzerato, nullo. Una società da modellare secondo le proprie idee e competenze, secondo un business model». Nella lettera d’intenti, la cordata ha comunque assicurato (perlomeno nei primi tre anni) una presenza locale importante. L’Associazione Football Club Locarno, presieduta dal rinnovato Mauro Cavalli, continuerà a gestire tutto il settore giovanile. Un settore giovanile su cui punta assolutamente il North Sixth Group, il cui intento è di creare un’academy. L’entusiasmo è alle stelle, ma, ribadisce Ferro, le parole non bastano. Ora bisogna essere concreti.