CALCIO

Festeggiare Xhaka con una prestazione di qualità

Il capitano raggiunge Hermann a quota 118 ‘caps’, la Svizzera deve stendere la Bielorussia per mettere in cassaforte la qualificazione a Euro 24

13 ottobre 2023
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Di fronte alla Bielorussia, domenica al Kybunpark di San Gallo la Svizzera si sarebbe potuta giocare la matematica qualificazione agli Europei del prossimo anno in Germania. Il forzato – e logico – spostamento di data della sfida prevista giovedì in Israele, ha tolto all’impegno di domenica sera l’aurea della sfida decisiva. L’auspicata vittoria contro una Bielorussia annientata a Novi Sad con un comodo 5-0 nell’esordio del girone, non sarà più sinonimo di qualificazione matematica, anche se porterebbe la Nazionale elvetica a un passo dall’ottenimento di un risultato ampiamente auspicato al momento del sorteggio. La squadra di Murat Yakin, infatti, ha subito vestito i panni di grande favorita del girone, tanto che gli stessi ambienti rossocrociati consideravano come possibile – anzi, probabile – un bel 10 su 10, vale a dire dieci vittorie in altrettante partite. Un obiettivo sfumato negli ultimi due mesi, con i pareggi subiti in rimonta e per di più negli ultimi minuti, contro la Romania (a Lucerna) e contro il Kosovo (a Pristina). Quattro punti lasciati per strada e che gridano ancora vendetta per come sono stati persi.

E se vendetta deve esserci, la Nati ha il dovere di risorgere dalle ultime due uscite (Kosovo e Andorra), tutt’altro che convincenti e riproporsi sugli eccellenti livelli mostrati per 80’ contro la Romania, durante i quali la Svizzera avrebbe dovuto segnare ben più dei due gol firmati da Amdouni. Per oltre tre quarti della partita, quella era stata una Nazionale dominante, incapace però di ripetersi nei successivi due impegni, vittima, tra le altre cose, di quello che è sempre stato uno dei punti deboli della selezione elvetica: la convinzione, al cospetto di squadre di caratura inferiore, di poter ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. In parole povere, l’idea che una volta in vantaggio il più sia fatto e che sia possibile tirare il freno, rallentare la manovra, controllare il gioco. Una tattica molto pericolosa che già troppe volte è scoppiata tra le mani degli elvetici, i quali sembrano però non voler mai imparare la lezione.

Contro la Bielorussia, non fosse altro che per onorare la selezione numero 118 di Granit Xhaka, il quale raggiunge in vetta alla classifica dei più gettonati un mito del calcio rossocrociato come Heinz Hermann, la Svizzera ha il dovere di offrire una prestazione da applausi, dal primo all’ultimo minuto. Il capitano rossocrociato spera che quella di domenica sera possa essere una festa ben diversa da quella del 29 marzo 2022, quando il basilese era entrato nel club dei 100. In quell’occasione, in amichevole contro il Kosovo (1-1), Murat Yakin aveva avuto la pessima idea di toglierlo dal campo già al 63’, incorrendo nell’ira dell’allora regista dell’Arsenal, tanto da far supporre che sia stata proprio in quell’occasione che l’ascia di guerra tra i due è stata dissotterrata, con le frizioni proseguite nel corso dei mesi, fino alla recente messa in discussione della qualità degli allenamenti, alla quale ha fatto seguito un orribile primo tempo contro Andorra, molto simile a una sorta di sciopero bianco da parte di tutta la squadra.

Il Kybunpark sarà gremito in ogni ordine di posti, con 17’000 spettatori pronti a sostenere la causa rossocrociata. E pronti, soprattutto, a celebrare una squadra tornata a girare ai regimi consueti, anche al cospetto di un avversario che punterà a mantenere lo 0-0 il più a lungo possibile. E proprio perché non sarà certo la Bielorussia a voler dar ritmo al confronto, toccherà alla Svizzera prendere l’avversario per il collo, con una manovra veloce e pure spregiudicata, la sola tattica capace di mettere in ginocchio una squadra tecnicamente inferiore e propensa alla difesa a oltranza.

Tra le novità di formazione potrebbero esserci quelle di Jordan Lotomba sul fianco destro (se Yakin dovesse optare per una difesa a quattro) e di Dan Ndoye, brillante in avvio di stagione con la maglia del Bologna, titolarizzato per la prima volta al posto dell’infortunato Vargas.