La decisione dell'Uefa di posticipare la sfida delle qualificazioni a Euro 24 ha comportato anche la parziale modifica del programma degli elvetici
Due giorni supplementari di libero. È quanto si sono visti concedere i membri della Nazionale svizzera dopo che domenica sera l'Uefa aveva deciso di posticipare la sfida valida per le qualificazioni a Euro 24 tra la selezione israeliana e quella elvetica, in programma a Tel Aviv. Una decisione, ovviamente, presa a causa della guerra scoppiata dopo gli attacchi di Hamas sul territorio israeliano. L'Asf ha dunque preferito non iniziare lunedì il campo d'allenamento, bensì mercoledì mattina. I giocatori si ritroveranno a Zurigo, dove alle 16.30 svolgeranno il tradizionale allenamento aperto al pubblico nel Gc Campus di Niederhasli. In serata, dopo selfie e autografi con i tifosi, la squadra si trasferirà direttamente a San Gallo per proseguire la preparazione in vista della sfida di domenica (alle 18) contro la Bielorussia.
Per quanto riguarda la partita contro Israele, l'Uefa ha fatto sapere di non aver per ora deciso in merito alla data del recupero, ma è ovvio che non sarà facile incastrare una partita in più in un calendario già sovraccarico di impegni. E lo ha confermato pure Robert Breiter, segretario generale dell'Asf, il quale ha innanzitutto ricordato come in questo momento «una partita di pallone passi assolutamente in secondo piano». E come, allo stato attuale delle cose, «sarebbe stato impensabile organizzare una partita giovedì a Tel Aviv». Per quanto riguarda la sfida Kosovo-Israele, sempre nell'ambito delle qualificazioni a Germania 2024, l'Uefa si riserva ancora qualche giorno di tempo per capire se potrà andare in scena come da cartellone il 15 ottobre o se sarà necessario un ulteriore rinvio. Secondo Breiter, sarà molto difficile che possa svolgersi regolarmente, dal momento che alla popolazione israeliana non è permesso lasciare il paese... «Se così dovesse essere, sarebbe impensabile poter concludere la fase di qualificazione nel mese di novembre. Dovremo tutti dar prova di flessibilità. Per quanto ci riguarda, speriamo ovviamente che la qualificazione possa essere decisa sul campo, ma in questo momento è assurdo pensare a una data per un possibile recupero. L'Uefa è confrontata con una situazione straordinaria e potrebbe essere costretta a prendere decisioni altrettanto straordinarie», ha aggiunto Breiter.
In questa finestra internazionale, dunque, la Svizzera sarà impegnata una sola volta, domenica al Kybunpark di San Gallo contro la Bielorussia, in un impegno che molti potrebbero considerare “facile”. La decisione di posticipare di due giorni il raduno è stata presa di comune accordo con tutte le parti in causa ed «è stata dettata in primo luogo da ragioni logistiche». Una situazione che, tuttavia, ha lasciato perplesso più di un osservatore. A un mese dalle prestazioni ben poco incoraggianti contro Kosovo e Andorra e dalle critiche del capitano Granit Xhaka in merito alla mancanza di intensità negli allenamenti, in molti avrebbero preferito che Murat Yakin sfruttasse appieno una settimana “light” per lavorare a fondo su concetti e schemi che nelle ultime due uscite hanno lasciato piuttosto a desiderare.
Quella che avrebbe dovuto vedere impegnata la selezione di Murat Yakin, non è peraltro l'unica manifestazione calcistica annullata a causa della guerra. Hanno subito la stessa sorte le sfide di Israele contro Estonia e Germania, valide per le qualificazioni agli Europei U21 del 2025, così come il torneo preliminare per gli Europei U17 del 2024 che avrebbe dovuto mettere di fronte Israele, Belgio, Gibilterra e Galles.