Calcio

Panchina azzurra, Spalletti in pole position

Intanto il dimissionario Roberto Mancini si lamenta per le critiche ricevute da stampa, tifosi e Federazione italiana

15 agosto 2023
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Criticato da più parti per il modo e i tempi con cui ha annunciato le sue dimissioni, l'ex selezionatore azzurro Roberto Mancini passa al contrattacco e si sfoga sui giornali, spiegando le sue ragioni senza risparmiare veleno nei confronti della Federazione italiana del pallone. A succedere al marchigiano sulla panchina della selezione del Belpaese sembra destinato Luciano Spalletti, vincitore dell'ultimo scudetto alla guida del Napoli, con cui i vertici federali starebbero discutendo i termini dell'accordo e soprattutto le modalità per giungere a una rescissione anticipata del contratto che ancora lega il tecnico toscano alla società partenopea.

Due giorni dopo l'annuncio della sua rinuncia al posto di commissario tecnico, che ha scioccato appassionati e addetti ai lavori, Mancini ha ottenuto spazio dalla stampa italiana per far valere le sue ragioni, e lo ha fatto senza peli sulla lingua. «Mi si tratta in un modo che non merito, dopo tutto mica ho ucciso qualcuno», ha detto il 59enne allenatore campione d'Europa in carica. «Si sono dette e scritte troppe cose che non corrispondono alla verità», ha spiegato al quotidiano romano Il Messaggero, smentendo inoltre la voce secondo cui avrebbe dato le dimissioni per andare a sedersi sulla panchina dell'Arabia Saudita, rimasta sguarnita dopo la partenze del tecnico francese Hervé Renard.

«L'Italia è sempre stata la mia priorità», ha inoltre dichiarato l'ex bandiera in campo di Sampdoria e Lazio al Corriere dello Sport. «È vero che ho ricevuto diverse proposte, che esaminerò nelle prossime settimane», ha ammesso, «ma per il momento non c'è ancora nulla di concreto. Di sicuro, in tutto ciò l'Arabia Saudita non ha avuto, e non ha, nulla a che fare».

Stando a indiscrezioni, la federazione saudita avrebbe offerto a Mancini un contratto di tre anni di un valore - secondo le varie fonti - che oscillerebbe fra i 25 e i 40 milioni di euro. A volersi assicurare i suoi servigi, ad ogni modo, ci sarebbero anche la nazionale messicana e molti club in diversi continenti.

Le ragioni delle sue dimissioni, secondo il Mancio, andrebbero ricercate all'interno della Federazione italiana, che si sarebbe comportata in modo scorretto nei suoi confronti. «Era da mesi che stavo pensando di andarmene via», ha raccontato, «e questo era il momento giusto per farlo. Quando certe cose e certe situazioni interne cambiano, significa soltanto che si sta andando verso la fine». In particolare Mancini - che occupava la panchina azzurra dal 2018 - si riferisce ad alcune decisioni prese dal presidente federale Gabriele Gravina, che ha affidato altri incarichi a un paio di membri dello staff del tecnico di Jesi. «Non si è mai visto un presidente cambiare lo staff di un selezionatore», ha tuonato l'ex Ct dalle pagine di la Repubblica. «Da un anno voleva stravolgere il mio staff, malgrado gli dicessi che non poteva farlo. Non aveva il diritto di togliere due persone da un gruppo che funzionava bene e che era diventato campione d'Europa. Se Gravina voleva tenermi, doveva ascoltarmi e rimettere le cose a posto».

Per la sostituzione di Robeerto Mancini, la Figc pensa ad Antonio Conte - che fu già Ct azzurro fra il 2014 e il 2016 - e come detto a Luciano Spalletti, 64enne campione d'Italia quest'anno col Napoli. Il grande favorito secondo l'opinione generale sarebbe proprio lui, benché per un suo eventuale ingaggio ci siano da risolvere alcuni problemi di ordine giuridico-finanziario. Pur avendo lasciato il suo incarico presso il club partenopeo, infatti, Spalletti rimane ancora sotto contratto coi campani, dai quali si liberebbe pagando una clausola da tre milioni di euro. La somma, però, si abbasserebbe di 250mila euro al mese fino alla scadenza, prevista alla fine del prossimo mese di giugno.