Mattia Croci-Torti alla vigilia della trasferta al Letzigrund per la sfida con lo Zurigo: ‘Non ci sentiamo favoriti, non avremo la testa tra le nuvole’
Da luglio 2020 a oggi, le sfide tra Lugano e Zurigo sono state estremamente lineari. Dopo un pareggio iniziale sono arrivate sei vittorie confederate, alle quali hanno fatto seguito cinque successi bianconeri nelle ultime cinque sfide, due delle quali giocate al Letzigrund. Ed è proprio nello stadio del Weltklasse che il Lugano si recherà sabato sera per cercare di allungare la striscia vincente contro i tigurini e proseguire a veleggiare in vetta alla classifica di Super League. Per l’occasione, Mattia Croci-Torti dovrà fare a meno dei soliti infortunati Mai e Mahou, ai quali si è aggiunto pure Anto Grgic, uscito alla pausa contro il San Gallo e che necessita ancora di qualche giorno di recupero prima di tornare a disposizione. Ai box, ovviamente, anche Nacho Aliseda, operato di appendicite settimana scorsa.
Dopo cinque vittorie consecutive e un avvio di stagione che li vede avanti di due punti (e con la porta ancora inviolata), i bianconeri partono di nuovo da favoriti… «Noi, a dire il vero, non ci sentiamo tali – commenta il tecnico bianconero –. Lo Zurigo aveva chiuso bene la scorsa stagione, ha ottenuto interessanti risultati nelle amichevoli pre-campionato e ha iniziato la Super League con due buone prestazioni contro Yverdon e Servette. Nella tana del Letzi, gli zurighesi sono particolarmente pericolosi e sappiamo che per imporci dovremo fare molta, molta fatica. Affronteremo la sfida consci di essere una buona squadra, con l’intento di proseguire questo minifilotto di vittorie. Nessuno di noi andrà a Zurigo con la testa nelle nuvole. Abbiamo iniziato bene e ne siamo molto felici, ma sappiamo che sarà una trasferta complicata. Dovremo essere in grado di gestire avversario e ambiente per tutti i 90’».
L’assenza di Grgic, subito impostosi come un leader in mezzo al campo, costringerà il tecnico bianconero ad apportare qualche modifica al reparto… «Vero, ma l’assetto adottato nella ripresa con il San Gallo mi ha dato buone risposte. Roman Macek aveva disputato soltanto 45’ in tutte le amichevoli, ma è entrato in campo con il piglio giusto e ci ha dato una grossa mano. Lui è sicuramente un giocatore in più a centrocampo, così come lo è Belhadj che ha ripreso ad allenarsi con il gruppo e che a Zurigo verrà in panchina perché il suo apporto potrebbe diventare utile a partita in corso. Non sarò costretto a mutare più di tanto una formazione molto simile, tutto sommato, a quelle della passata stagione».
Mohamed Amoura è partito due volte dalla panchina e in entrambe le circostanze ha saputo essere decisivo con la sua velocità. Viene da chiedersi cosa gli manca per partire titolare… «Niente. Tuttavia non ha svolto la preparazione con la squadra, per cui, in accordo con lo staff tecnico gli abbiamo concesso due spezzoni di gara, in quanto sapevamo che non aveva i 90’ nelle gambe. Credo che da questo sabato non ci saranno problemi per una sua eventuale titolarizzazione. Con Amoura abbiamo vissuto un percorso lungo due anni, nel quale si sono alternati gioie e dolori. Era arrivato come punta centrale, senza conoscere le dinamiche del calcio europeo. Abbiamo iniziato a lavorare sul ragazzo affinché potesse ricoprire altri ruoli, ma nel corso del girone d’andata della passata stagione è stato tormentato da numerosi problemi fisici, risolti i quali ha disputato undici partite da titolare su diciannove. Da gennaio abbiamo a disposizione un giocatore molto cambiato, cresciuto tatticamente, più presente nella squadra, meno individualista: ha vissuto uno sviluppo importante, ma possiede ancora margini di miglioramento».
L’algerino è ovviamente diventato un uomo mercato… «È un ragazzo che ha suscitato interesse, quello che sa fare lo hanno visto anche gli altri. Piace a tanti, ma fintanto che rimane a Cornaredo ce lo coccoliamo e cerchiamo di sfruttare al meglio le sue qualità».
A proposito, ogni giorno trascorso senza che qualcuno parta è un giorno in meno di apertura della finestra di mercato… «Non bisogna vederlo come un conto alla rovescia. Sappiamo che i nostri giocatori interessano, ma non ho mai visto malcontento sui loro volti. Tutti quelli implicati in trattative o anche solo voci di mercato si sono sempre allenati al 100% e lo abbiamo visto nelle prime due partite, nelle quali sia Celar, sia Amoura sono stati sul pezzo, dimostrando di voler aiutare la squadra a vincere. Al momento la società non mi ha mai comunicato una loro sicura partenza, per cui ce li teniamo stretti e fintanto che rimarranno con noi li considereremo elementi al centro del nostro progetto».
Nelle prossime ore, il Tottenham dovrebbe formalizzare l’acquisto dell’argentino Alejo Veliz, classe 2003 del Rosario Central. Sei mesi fa avrebbe potuto vestire la maglia bianconera… «Mi fa riflettere sulla bontà del nostro dipartimento di scouting. Il ragazzo era molto molto vicino al Lugano, lo conoscevano in pochi e io l’avevo visto due settimane prima che segnasse una doppietta al River Plate. La verità è che a Lugano sono sempre arrivati ragazzi interessanti e di prospettiva. Abbiamo citato in precedenza Amoura, altro giocatore sconosciuto prima dello sbarco a Lugano. Chi siede nella stanza dei bottoni ha dimostrato di saper lavorare molto bene, sia per il Lugano, sia per i Fire. Peccato non averlo visto a Lugano, perché le caratteristiche erano di un giocatore pronto a esplodere».