A Genk i ginevrini cercano quella vittoria che li qualificherebbe al terzo turno di Champions e garantirebbe loro la fase a gruppi di Europa League
L’inizio di stagione del Servette è già alle prime “sliding doors”. Mercoledì sera i granata affronteranno il Genk nel ritorno del secondo turno preliminare di Champions League. Una vittoria contro i vicecampioni del Belgio, permetterebbe alla compagine di René Weiler di mantenere vivo il sogno di un posto nella fase a gironi della più prestigiosa competizione europea (nel terzo turno affronterebbero i Glasgow Rangers) e nel contempo di assicurarsi un posto nelle poule di Europa League, alle quali accederanno anche le quattro squadre eliminate nel terzo turno Piazzate di Champions. Insomma, un’occasione da non perdere per allungare fino a Natale la stagione europea. Tuttavia, per riuscirci il Servette dovrà sfoderare in Belgio una prestazione extralarge, ben al di sopra dello standard della Super League. L’1-1 ottenuto una settimana fa alla Praille, è un risultato che favorisce il Genk, dimostratosi complesso dalle buone individualità – nonostante l’assenza di nomi di spicco – e dall'assoluto valore collettivo.
Nella sfida d’andata, i granata hanno espresso al meglio quello che è diventato il loro marchio di fabbrica: il gioco diretto a favorire la fisicità dei due colossi francesi Chris Bedia ed Enzo Crivelli, il cui dinamismo, unito alla potenza, ha fatto vibrare i 18’000 spettatori accorsi allo Stade de Genève. Tuttavia, come precisa il tecnico René Weiler, «a Genk non potremo disputare lo stesso tipo di partita. Al di là delle assenze del laterale difensivo Keigo Tsunemoto, infortunatosi contro lo Zurigo, e del fantasista Miroslav Stevanovic, squalificato all’andata e ora in infermeria, Weiler chiederà probabilmente ai suoi di non gettarsi all’attacco in maniera scriteriata. Più a lungo il punteggio rimarrà inchiodato sullo 0-0, più aumenterà il peso sulle spalle del favorito Genk. Per riuscirci sarà imprescindibile evitare quegli errori individuali costati due reti contro lo Zurigo (intervento goffo di Frick per il primo gol, rinvio sciagurato Mazikou per il secondo). Con Timothé Cognat in cabina di regia e Dereck Kutesa sempre più a suo agio sul fianco sinistro, il Servette possiede gli utensili giusti per innescare Bedia e Crivelli. Anche a Genk i granata sapranno crearsi più di un’occasione per centrare l'indispensabile vittoria: occorrerà però un pizzico di fortuna (ricordiamo il palo di Douline all’andata) e una buona dose di freddezza in più sottoporta.
Per spronare i suoi, René Weiler potrà ricordare loro come un Servette allora guidato dal compianto Peter Pazmandy, nei sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni del 1979 aveva già estromesso una squadra belga, nella circostanza il Beveren (3-1 e 1-1). Mercoledì, i granata avranno l’opportunità di ripetere quell’impresa…