Fabian Schär e il suo Newcastle hanno conquistato un posto in Champions League. ‘La proprietà saudita ha speso con oculatezza, senza scialacquare’
Tremiladuecento tifosi si sono dati appuntamento domenica mattina al Centro sportivo di Tenero per la seduta pubblica di allenamento della Nazionale svizzera in vista delle due partite di qualificazione agli Europei 2024, venerdì in Andorra, lunedì prossimo a Lucerna contro la Romania. È stata una giornata di festa, sotto un sole cocente, con i rossocrociati che, a fine seduta, sono stati letteralmente travolti dall’entusiasmo della folla in cerca di autografi e selfie. All’appello di Murat Yakin mancavano soltanto tre giocatori, quelli che già sabato avevano marcato visita: Manuel Akanji, ancora impegnato nei festeggiamenti post Champions League (raggiungerà i compagni martedì), Xherdan Shaqiri, uscito sconfitto al 90’, nella notte su domenica, con un gol da metà campo nella sfida di Mls tra i suoi Chicago Fire e i Columbus Crew (dovrebbe aggregarsi alla truppa lunedì) e Renato Steffen, pure lui atteso lunedì.
Tra chi, invece, ha risposto presente, nonostante una condizione fisica non perfetta, Fabian Schär, ormai da dieci anni nel giro della Nazionale maggiore. Il centrale sangallese è reduce dalla «miglior stagione della carriera», come l’ha definita lui stesso, culminata con la qualifica del Newcastle per la prossima Champions League. Il suo esordio in rossocrociato risale al 14 agosto 2013, 45’ nella vittoria 1-0 contro il Brasile. In seguito, ha totalizzato altre 74 “caps” fino all’ultima, lo sciagurato 6-1 contro il Portogallo negli ottavi di finale dei Mondiali 2022. Come detto, però, a prescindere dalla scoppola subita nel Golfo, la stagione del 31enne di Wil è stata eccellente, con 36 partite disputate in Premier, condite da un gol alla prima giornata contro il Nottingham Forest e da tre assist. «È stata la rete che ha fatto da apripista a tutta la stagione», afferma il diretto interessato ai microfoni della stampa, mentre i suoi compagni continuano a firmare autografi a ragazzini e adulti.
A Tenero si è presentato con la scarpa sinistra bucata. E non è questione di usura… «Si tratta di un accorgimento adottato da qualche tempo e che mi permette di alleviare la pressione sul mignolo, recentemente infortunato. Un espediente che in Inghilterra ho utilizzato anche in partita, forse non è proprio comodissimo, ma mi permette di non sentire alcun dolore».
Nel Nord dell’Inghilterra, Schär è diventato un vero e proprio leader, a maggior ragione dopo l’arrivo alla testa della società del fondo d’investimento saudita Public Investment Fund che fa capo al principe ereditario Mohammad bin Salman… «Sono a Newcastle da cinque stagioni, probabilmente sono il più longevo in squadra. E siccome adesso parto titolare praticamente in ogni partita, il mio status interno è notevolmente migliorato. Alla buona salute di tutto il gruppo contribuisce ovviamente la presenza di un numero considerevole di compagni dell'eccellente carattere: “piacere” rimane una parola importante nell’economia della squadra. Nello spogliatoio vige un’onestà incondizionata, siamo pronti ad affrontare qualsiasi argomento pur di riuscire a migliorare la situazione».
E il primo a trasmettere questa serenità è Eddie Howe, l’allenatore scelto dalla nuova proprietà, artefice della promozione del Bournemouth dalla terza divisione alla Premier League… «È il miglior allenatore avuto in carriera. Cosa ha di speciale? È difficile definirlo in poche parole, ha un sacco di sfaccettature interessanti. Durante gli allenamenti, il suo apporto teorico è assolutamente di prim’ordine, ciò che dice ha sempre senso. Inoltre, apprezzo in modo particolare la maniera nella quale gestisce le relazioni personali. Per lui, l’essere umano riveste grande importanza, è una componente essenziale. Gli capita, ad esempio, di prendere contatto con un giocatore anche durante il giorno di riposo. Con lui è possibile discutere di aspetti privati, tra di noi esiste un rapporto di grande fiducia».
Torniamo a Mohammad bin Salman e alla sua famiglia. Tutti credevano che un fondo di investimento con a disposizione 430 miliardi di euro avrebbe dato fuoco al mercato, con spese folli in stile Chelsea… «I nuovi proprietari hanno investito in modo oculato, riflettendo su come portare a termine trasferimenti intelligenti (Alexander Isak arrivato per 70 milioni di euro, l’unico acquisto sopra i 45 milioni, ndr). Non c’è stata una corsa frenetica agli acquisti. Per contro, parte dei mezzi finanziari a disposizione sono stati investiti nelle infrastrutture. E devo dire che hanno fatto un ottimo lavoro, era necessario un cambio di strategia».
Per le Magpies si tratta della prima qualifica alla Champions League da oltre due decenni a questa parte… «Se ci si voltasse indietro a osservare dove eravamo appena qualche anno fa, a quei tempi nessuno ci avrebbe creduti capaci di un simile percorso. I tifosi sono al settimo cielo e, beninteso, lo siamo pure noi. Ci portano in palmo di mano, perché tutti sanno quale è stata la storia recente del club, per molti anni il Newcastle è stato costretto a soffrire. Stavolta, per contro, siamo riusciti a tenere il ritmo lungo tutto l’arco della stagione, in un campionato così difficile. È una cosa che ha dell’incredibile. Tanto di cappello per quanto siamo riusciti a fare».
Sul piano personale, come detto, Schär ha vissuto una stagione da incorniciare… «È stata incredibilmente positiva. In pratica, non sono mai stato infortunato. Negli ultimi 15 anni soltanto due squadre che non appartengono al top 6 di Premier hanno raggiunto la Champions League: Leicester e Newcastle. Rendersene conto fa bene all’autostima. Ripeto: per me si è trattato della stagione più bella della carriera, per quanto gli anni trascorsi a Basilea rivestano pure loro grande importanza. Non mi sono mai sentito tanto bene come negli ultimi dodici mesi a Newcastle. La collaborazione tra lo staff e la squadra è stata perfetta. Sono molto grato alla società per essere stato parte di questa avventura. A maggior ragione nel campionato più difficile al mondo, un label di qualità che tutti sono disposti a concedere al campionato inglese. Nemmeno il Manchester City può permettersi di alzare il piede dall'acceleratore, è sufficiente calare il livello di rendimento di uno o due percentili per andare in difficoltà contro chiunque».
Appena chiusa la Premier, si torna in campo con la Nazionale… «In Inghilterra la stagione è lunga e difficile, molti sottostimano la richiesta fisica e mentale di un simile campionato. Per riuscire a reggere dall’inizio alla fine è necessaria una pianificazione minuziosa. È vero, a volte non mi dispiacerebbe avere a disposizione una o due pause per ricaricare le batterie. Ma non voglio ovviamente lamentarmi: sono felice di avere a disposizione questi due appuntamenti internazionali».
Per Schär, costretto dal problema al piede a saltare l’esordio della Svizzera nelle qualificazioni europee, si tratta del ritorno in Nazionale dopo il 6-1 contro il Portogallo… «Un risultato che non è stato facile digerire, per fortuna ho dovuto immediatamente reimmergermi nella vita del Newcastle. Ma, ovviamente, sono sempre fiero di poter vestire la maglia della Nazionale».