Il difensore argentino è uno dei pezzi da novanta del mercato del Lugano: ‘Ma al momento il mio interesse è focalizzato sulla finale con lo Young Boys’
È stato uno dei protagonisti di un Lugano che ha chiuso la Super League al terzo posto con il record di punti (57) e che domenica al Wankdorf si giocherà per il secondo anno consecutivo la Coppa Svizzera. Arriva da quella Rosario fucina inesauribile di talenti (Messi, Di Maria, Scaloni, Lisandro Martinez, Lo Celso, Batistuta, Mascherano, Bielsa, Samuel…) e nell’anno e mezzo trascorso a Cornaredo si è pian piano ritagliato un ruolo da leader. Milton Valenzuela, 30 apparizioni con due gol e quattro assist nella Super League testé passata agli archivi, è uno dei tanti giocatori ad aver beneficiato della cura di Mattia Croci-Torti e di tutto lo staff bianconero… «Sinceramente, non mi sento un leader, il mio intento è di dare sempre il massimo per il bene comune. In campo provo a fare tutto quanto è in mio potere per aiutare compagni e squadra. In questo momento, il mio sguardo si ferma a Lugano, questo spogliatoio lo sento mio. Come era già stato il caso per altre squadre nelle quali ho militato, riesco a identificarmi pienamente con la società che mi ha dato fiducia. Io la vedo così: siamo un gruppo e in quanto tale remiamo tutti nella stessa direzione per raggiungere il medesimo obiettivo».
E il prossimo traguardo si chiama Coppa Svizzera. Una partita, contro i campioni svizzeri in carica dello Young Boys, nella quale il Lugano non parte favorito: una situazione sensibilmente diversa rispetto a un anno fa, quando contro il San Gallo i favori della vigilia erano suddivisi in maniera piuttosto equa… «Penso che anche lo scorso anno non fossimo i favoriti per la vittoria. Soprattutto contro un San Gallo che in quel periodo proponeva un calcio spettacolare ed efficace. Contro lo Young Boys non so se le possibilità andranno divise 50-50 o 70-30, so però che si tratta di una partita secca di 90’, massimo 120’, nella quale può succedere di tutto».
La vittoria di una settimana fa in campionato potrebbe rappresentare uno stimolo in più… «Per la fiducia del gruppo è stata senz’altro positiva, ma siamo tutti consci che domenica sarà una partita dai presupposti completamente diversi. Tutto si deciderà in un’ora e mezza circa, chi quel giorno starà meglio si porterà a casa la Coppa: noi siamo i detentori del titolo, lo Young Boys è il neocampione nazionale, ma tutto ciò conterà poco o nulla al momento di entrare in campo».
Dopo il reboante successo del 15 maggio 2022 contro il San Gallo, molti giocatori hanno lasciato la squadra (Maric, Lovric, Lavanchy, Custodio…). Ciò nonostante, il difensore rosarino non ha mai dubitato della qualità a disposizione di Croci-Torti… «Ero convinto al 100% della possibilità di tornare a giocarci la Coppa. Nonostante l’importanza di chi ha lasciato il club, il tasso tecnico del gruppo non è affatto diminuito. Abbiamo lavorato molto bene e i risultati ottenuti ne sono una chiara testimonianza. E comunque, rimane difficile paragonare le due rose. Sono entrambe forti, ma possiedono caratteristiche diverse. Ad esempio, in inverno abbiamo perso Ziegler che è un signor giocatore, ma ciò ha permesso ad Hajdari di uscire allo scoperto e mostrare tutte le sue qualità. Sono entrambe squadre di spessore, ma ritengo che per come abbiamo chiuso la stagione, questo gruppo possieda un quid di fiducia in più, in grado di fare la differenza pure al cospetto della squadra più forte del calcio svizzero».
Non appena Lukas Fähndrich decreterà la fine della sfida del Wankdorf, si apriranno le porte del mercato. E quello del 24enne argentino è un nome sul quale si focalizzerà l’attenzione degli scout. A giusta ragione, alla luce del livello mostrato lungo tutto l’arco della stagione… «Non posso negare che il mio obiettivo è di compiere un ulteriore salto di qualità nella mia carriera e accasarmi in un campionato più importante. Tuttavia, per il momento si tratta di un tema che rimane sottotraccia. Sono concentrato al 100% sulla finale di domenica e niente e nessuno può smuovere la mia determinazione a riconquistare la Coppa. A partire da settimana prossima, se ci dovessero essere società interessate, se ne potrebbe discutere. Sono aperto a tutte le evenienze, ma al momento la mia testa è qui a Lugano».
All’orizzonte, però, si stagliano i gironi di Europa o di Conference League: uno stimolo ulteriore per pensare di posticipare, almeno di sei mesi, l’eventuale addio a Cornaredo… «È un aspetto che va tenuto in debito conto, questo è vero. Noi avremmo voluto qualificarci per la Champions e abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere, purtroppo da Lucerna sono arrivate notizie negative. Credo che tutto il gruppo abbia una gran voglia di provare a centrare la fase a gironi di Europa League».
A Lugano da gennaio 2022, il prodotto del Newell's Old Boys, ha appreso piuttosto in fretta l’italiano, tanto da essere in grado di sostenere un’intervista nella lingua di Dante. Segno di un’integrazione piuttosto veloce e meno traumatica rispetto a quella del connazionale Ignacio Aliseda… «Mi sento argentino in Ticino proprio frequentando molto Nacho. Certo, la famiglia è importante e si cerca di rimanere in contatto tramite videochiamate (sarà presente domenica a Berna, ndr), ma non è mai facile. Quando si arriva in una nuova città, con compagni che non si conoscono e senza sapere la lingua, adeguarsi non è come bere un bicchier d’acqua. È necessario rispettare il periodo di adattamento, diverso e personale per ognuno. Nacho ci ha impiegato probabilmente più di me, ma adesso si trova bene, è sereno. E i risultati si vedono in campo».
Premesso che la finale di Coppa rimane il pensiero fisso di Valenzuela, in questi giorni il suo interesse è attratto anche dai Mondiali U20 in corso di svolgimento in Argentina, manifestazione alla quale aveva preso parte nel 2017 in Corea del Sud. Sei anni che gli permettono di trarre un bilancio della sua ancor giovane carriera… «Il sogno della Nazionale è sempre vivo, lavoro per poterlo realizzare. Se ci riuscissi bene, in caso contrario avrei l’animo in pace, conscio di averci provato fino in fondo. Se ripercorro gli anni trascorsi da quel Mondiale U20, mi accorgo di essere una persona diversa, in campo come fuori. Sono soddisfatto del cammino compiuto».
Resta il fatto che in quella Selección c’erano giocatori del calibro di Lautaro Martinez, Lisandro Martinez, Romero, Montiel, autore del rigore decisivo nella finale di Qatar 2022. Un pizzico di invidia sarebbe più che lecita… «Ho guardato i Mondiali da tifoso e rendermi conto che in quella squadra c’erano tanti ragazzi con i quali avevo condiviso lo spogliatoio mi ha fatto sentire ancor più orgoglioso della vittoria finale. Non c’è alcuna forma di invidia, sono molto felice per i loro successi. Osservare la strada da loro percorsa moltiplica la mia determinazione a fare tutto il possibile per arrivare anch’io là dove sono loro. Per me si tratta di uno stimolo enorme».
Rivincere la Coppa Svizzera e guadagnarsi un ingaggio in un campionato di grido potrebbe essere il primo passo verso l’Albiceleste. Ma prima c’è da mettere in riga lo Young Boys, come al Lugano non è mai riuscito di fare negli ultimi sei anni e 12 partite (1-2 il 23 aprile 2017). Il fatto che Valenzuela si sia aggiudicato la Mls Cup nel 2019/20, la Campeones Cup nel 2020-21 (sorta di Supercoppa con il vincitore della Coppa messicana), la Coppa Svizzera nel 2021-22 e che lo scorso 18 febbraio abbia firmato il gol dell’1-1 nell’ultima presenza bianconera al Wankdorf, lascia ben sperare. Lo Young Boys sarà anche favorito, ma il Lugano di Croci-Torti (e di Valenzuela) non è mai morto.