Calcio

Una finale anticipata dal sapore di rivincita

La prima semifinale di Champions opporrà Real Madrid e Manchester City, proprio come un anno fa. Ma con un Haaland in più per Pep Guardiola

8 maggio 2023
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Dall’alto delle sue 14 corone continentali, il Real Madrid guarda con un certo senso di superiorità un Manchester City ancora vergine di successi nella più importante competizione continentale per club. Una situazione alla quale i Citizens contano di porre rimedio nell’edizione che sta entrando nella sua fase decisiva, con la semifinale d’andata in programma martedì sera al Santiago Bernabeu contro un Real detentore del titolo. La sfida tra Pep Guardiola e Carlo Ancelotti rappresenta la vera finale dell’edizione 2022-23 della Coppa dalle grandi orecchie, tra una squadra che si avvia (Arsenal permettendo) a vincere una nuova Premier e una che sabato ha intascato la ventesima Copa del Rey, battendo in finale l'Osasuna (2-1) con reti di Rodrygo al 2’ e al 70’.

La sfida tra merengues e Citizens non rappresenta una novità. Già un anno fa le due formazioni si erano affrontate, sempre in semifinale. Dopo aver limitato i danni all’Etihad Stadium (4-3) ed essere andato sotto (Mahrez al 73’) al Bernabeu, il Real aveva agguantato i supplementari con una doppietta di Rodrygo al 90’ e al 91’, per poi segnare su rigore la rete decisiva al 95’ con Benzema.

Tuttavia, quest’anno i rapporti di forza sono cambiati, in particolare sul fronte offensivo. Da una parte, Karim Benzema, Pallone d’Oro 2022, pur protagonista di una stagione più che dignitosa (29 reti in 38 partite) è stato spesso frenato da piccoli problemi fisici e a 35 anni sembra essere meno decisivo rispetto a un anno fa, quando aveva portato di peso il Real alla conquista del 14° titolo europeo. Sull’altro fronte, invece, Pep Guardiola ha a disposizione un’arma atomica in Erling Haaland, il 22enne gigante norvegese a suo tempo corteggiato anche dalla Casa Blanca, autore di 35 reti in 31 partite di Premier (record) e di 12 centri in Champions League. Un incubo per la difesa madridista, oltre tutto priva di Eder Militao (squalificato). Guardiola, che a suo tempo si affidava al bomber tascabile Messi, spera che il fisico prorompente (anzi, dilagante) di Haaland possa regalargli quella Champions League che continua a sfuggirgli dai tempi del Barcellona. Dopo le amarezze al Bayern Monaco, dal 2016 sono arrivate quelle al City, tanto che spesso al tecnico catalano sono state rinfacciate sperimentazioni tattiche il più delle volte rivoltateglisi contro, come l’eliminazione ai quarti di finale contro il Lione (2020) in una sfida giocata con il 3-5-2, oppure la finale persa 1-0 contro il Chelsea (2021), dopo aver iniziato la partita senza un centrocampista centrale. Smacchi che pesano sulla reputazione di un tecnico al quale, per essere ricordato come il più grande della storia dei Citizens, non basterà vincere il quarto titolo di Premier negli ultimi cinque anni.

Numeri alla mano, diventa piuttosto difficile trovare una squadra più in forma del City. Dalla sconfitta in semifinale di un anno fa, quella che un tempo era considerata la seconda società di Manchester ha messo in fila 35 vittorie, 9 pareggi e appena 4 sconfitte tra Premier ed Europa. E nelle ultime 20 partite ha collezionato 17 vittorie e tre pareggi.

In campo al Bernabeu (e il fatto di dover giocare il ritorno all’Etihad rappresenta un altro svantaggio per il Real) dovrebbe esserci anche Manuel Akanji, alla sua prima semifinale di Champions. Dal suo arrivo in Inghilterra, lo zurighese ha goduto di ampia fiducia da parte di Guardiola e ha disputato ogni minuto degli ottavi e dei quarti di finale di Champions.