A Chiasso ci si prepara alla ripartenza, dopo un'assemblea da record. Armati. ‘Dovremo costruire il budget da zero e cerchiamo sponsor locali’
Si riparte dai fuochi d’artificio, con gli ultrà che cantano in curva e i presenti alla buvette che, con luci spente ed emozione, applaudono. La storia del Chiasso ricomincia da una assemblea con 115 presenti, un record: nessuno voleva perdersi quella che è stata definita dal presidente Armati la resurrezione rossoblù. Non si hanno certezze in merito alla categoria dove il nuovo Chiasso giocherà. Come previsto, dipenderà dalla Federazione. Sarà Quinta Lega, se ci saranno almeno dieci squadre iscritte, oppure, se così non sarà come sembra dai rumors del momento, Quarta Lega. Il nuovo comitato unirà volti nuovi e nomi conosciuti. Il presidente sarà ancora Marco Armati, che sarà affiancato da due vicepresidenti, il notissimo Otto Stephani e Amedeo Mapelli. Confermato Mario Casati, le novità sono invece tre: entra l’ex sindaco Moreno Colombo, al suo fianco Ariele Mombelli e Paolo Cremonesi.
Un emozionato Armati ha spiegato il progetto: «Vorremmo un allenatore che non si fermi un anno o due, ma sappia aprire un ciclo, un vero percorso. Non dovrà essere solo il mister della prima squadra bensì una sorta di mentore anche per i giovani, che cresceranno nelle nostre squadre giovanili con l’obiettivo poi di approdare in prima squadra. Comunicheremo presto il nome. Idealmente vorremmo che gli allievi A si allenino alla stessa ora, in campi diversi, con i “grandi”, per creare già una sinergia».
La società ha scelto, in questa ottica, anche di disputare le gare interne al venerdì sera alle 20.30, in modo che, per regolamento, i ragazzi possano poi nel weekend scendere in campo anche con le giovanili o eventualmente con compagini locali. L’obiettivo? Fare calcio. «Cercheremo una squadra di prospettiva, dato che abbiamo dei giovani bravi, che sia umile: non vogliamo affatto fare i cosiddetti ‘sboroni’ perché siamo il Chiasso. E desideriamo una trazione locale».
Fondamentale sarà, è stato ribadito più volte, il legame col territorio. «Non cerchiamo gli investitori stranieri bensì gli sponsor locali, i tifosi storici, quelli che magari berranno una birretta in più. Il budget per la prima squadra lo dobbiamo costruire da zero», ha chiarito Armati. Dopo qualche stagione tornerà la campagna abbonamenti, a 100 franchi più cinque consumazioni e un biglietto di entrata simbolico a 5 franchi, con un progetto legato alla ristorazione e al dopo partita nella buvette. L’entusiasmo c’è, la voglia di ripartire anche: se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro è roseo.