Il Lugano torna sul campo che gli ha regalato la finale di Coppa, ma non avrà a disposizione Mai, Celar, Mahou, Valenzuela e Hajdari
“Stessa spiaggia, stesso mare”, un ritornello musicale che si addice bene a un Lugano che dopo la bellissima vittoria nella semifinale in Coppa Svizzera, si ritrova 10 giorni dopo nello stesso stadio, davanti allo stesso avversario. Questa volta non ci sarà in palio una finale, ma i punti necessari per rimanere agganciati all’alta classifica della Super League. Soprattutto dopo il pareggio interno con il San Gallo, mal digerito da tutto l’entourage bianconero. Chiaramente, in casa ginevrina c’è tanta voglia di rivincita e nello stesso tempo la voglia di consolidare il secondo posto in classifica.
Il Lugano potrà fare nuovamente affidamento su Arigoni, dopo la giornata di squalifica, e sul rientrante centrocampista Belhadj. Oltre ai soliti noti Mai, Celar e Mahou (vicino al rientro), anche Valenzuela e Hajdari, causa infortuni patiti lunedì con il San Gallo, non potranno essere in campo.
«Per fortuna rientra Belhadj a centrocampo – afferma Mattia Croci-Torti nella conferenza stampa pre-partita –, anche se sicuramente non ha novanta minuti nelle gambe, visto che arriva da un lungo stop di quasi sei settimane. Era in forma prima dell’infortunio, peccato per lui. Questa settimana si è allenato con i compagni, gli manca ancora tanto, ma preferisco portarlo in panchina. Se ci fosse bisogno nei minuti finali, il suo impatto fisico potrebbe aiutare la squadra. Possibilità che nelle ultime partite è mancata: a centrocampo sappiamo la situazione di Doumbia, che arriva agli ultimi giorni del Ramadan, ma in quella zona del campo abbiamo bisogno di più energie per riuscire a tenere alto il ritmo della partita e a cercare un pressing alto. Il ritorno di Belhadj fa ben sperare, perché garantisce questa energia che è forse la sua qualità migliore».
Se si parla di centrocampo, automaticamente si passa a parlare di un'altra pedina fondamentale nello scacchiere luganese, ossia di Mattia Bottani. «Per il nostro numero dieci il discorso è stato molto chiaro. Senza preparazione si è messo a disposizione per giocare degli spezzoni di partita, perché ci teneva, perché so che con la sua qualità è in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Anche lunedì con il San Gallo la palla che dà a Facchinetti, sulla grande opportunità di Amoura, è un gesto pregevole che lui ha nel suo repertorio. Lui ha quel cuore bianconero che aiuta la squadra nei momenti di difficoltà, è un emblema di questo club. Lui, Sabbatini e Daprelà, da tanto tempo con noi, quando vanno in campo portano anche la passione che nutrono per la maglia. Sono molto contento del suo recupero, non ha ancora 90 minuti nelle gambe, ma dopo questa settimana di lavoro completo, può darci una mano notevole».
Gioca la formazione migliore, oppure quella più in forma? «Più che la miglior squadra, nella mia testa giocherà quella che potrà mettere maggiormente in difficoltà i nostri avversari. Ci sono delle scelte obbligate, per via di qualche infortunio, vedi Valenzuela e Hajdari, dovremo rivedere la difesa. Ma cercheremo altre soluzioni. Metteremo in campo la miglior formazione. Quest’anno e lo ripeto, non siamo assillati dal dover preparare in tre settimane una finale di Coppa Svizzera. Adesso dobbiamo assolutamente pensare al campionato, mettere in cascina il maggior numero di punti possibile. Quindi in campo va chi sta meglio, bisogna gestirli bene. La finale è lontana, adesso dobbiamo essere concentrati sulle singole partite che ci attendono. Sappiamo che è un campionato difficile, se facciamo un confronto con l’anno scorso abbiamo meno punti in classifica. Le ambizioni ci sono, loro sono secondi e ci farebbe piacere avvicinarci. Non possiamo avere la presunzione di andare a Ginevra a dominare tutta la partita, anche perché loro stanno bene. Hanno dimostrato di avere giocatori importanti, dunque se vogliamo portare a casa dei punti dovremo rivedere un grande Lugano».
I cambi potrebbero essere determinanti, come ultimamente in campionato succede spesso. Ma il Lugano attuale non ha la coperta un po’ corta? «Come sapete benissimo, non mi sono mai lamentato della rosa a disposizione, perché anche settimana scorsa avevo degli ottimi cambi in panchina. A volte ogni allenatore spera di avere venti giocatori a disposizione, le scelte sono maggiori. Gli infortuni nel corso di un anno ci stanno. Purtroppo, abbiamo forse avuto defezioni di giocatori importanti. Giusto che si parli degli infortuni, alla fine della stagione faremo le nostre valutazioni. Non siamo contenti di aver perso così tanti giocatori. Cercheremo di migliorare, le critiche devono essere sempre costruttive. Dobbiamo migliorare. Chiaro quando perdi giocatori come Celar, che è il nostro capocannoniere, qualcosa manca. Zero alibi».