Il Lugano ha perso una sola delle ultime 10 sfide in Vallese, tuttavia Mattia Croci-Torti mette in guardia: ‘Gestire le emozioni e mantenere l’equilibrio’
A settanta giorni dall’ultima partita, vinta 3-1 a Cornaredo contro il Winterthur, il Lugano riparte da Sion con nel mirino l’obiettivo di un posto per le prossime competizioni Uefa, con il miraggio di una seconda piazza che quest’anno regalerà i preliminari di Champions League. L’attuale quarto posto garantirebbe ai bianconeri una poltrona in Conference League, ma i giochi sono ovviamente lungi dall’essere fatti: con sette squadre racchiuse in appena cinque punti, la classifica rimane aperta a ogni possibile soluzione. Il campo dal quale dovrà partire la rincorsa all’Europa è uno dei più ostici della Super League, per quanto negli ultimi anni il Lugano sembra aver trovato il grimaldello giusto per scardinare il Tourbillon. Nelle ultime dieci apparizioni in Vallese, infatti, i bianconeri una sola volta sono tornati in Ticino con le pive nel sacco, a fronte di cinque vittorie e quattro pareggi. Nel calcio le statistiche lasciano il tempo che trovano, tuttavia le difficoltà del Sion davanti al pubblico amico sono certificate non solo dal Lugano, ma pure dal fatto che nell’anno civile 2022 gli uomini del presidente Constantin hanno vinto solo 4 delle 17 partite disputate al Tourbillon... «Non dobbiamo lasciarci ingannare – ammonisce Mattia Croci-Torti –. Sarà una partita difficile, in particolare nei primi minuti. Una squadra che nell’ultima sfida prima della pausa ha incassato sette reti (2-7 contro il San Gallo, ndr) avrà voglia di mostrare una forte reazione e i singoli faranno di tutto per mettersi in mostra agli occhi del nuovo allenatore (Fabio Celestini, ndr). Sono situazioni delle quali dovremo tenere debito conto».
Questo Lugano si affaccia sulla soglia della seconda parte di stagione con ambizioni non celate... «Il direttore sportivo Carlos da Silva ha spostato l’asticella verso l’alto. Quest’anno il secondo, il terzo e il quarto posto saranno sinonimo di Europa (più un posto in Europa League per la vincitrice della Coppa Svizzera, ndr) e noi, attualmente, il quarto posto lo occupiamo. Non chiedere un ulteriore salto di qualità sarebbe equivalso a un messaggio controproducente nei confronti del gruppo. Invece, lo spogliatoio ha percepito di essere parte di una società ambiziosa, desiderosa di spronare un gruppo reduce da un periodo di ottimi risultati (due vittorie e un pareggio nelle ultime tre prima della pausa, ndr) verso traguardi ancora più importanti. Tuttavia, sappiamo di non essere obbligati a entrare in campo per vincere tutte le partite, pronti a fasciarci la testa e cadere in depressione in caso di un paio di sconfitte. Dobbiamo essere in grado di gestire le nostre emozioni, mantenere sempre il nostro equilibrio, nella consapevolezza delle qualità di un gruppo in grado di ottenere ottimi risultati. Non ho mai pensato a una squadra costretta a salvarsi all’ultima giornata, ma ho più volte affermato che questo Lugano vale una posizione tra il terzo e il quinto posto. Affermazioni che confermo. Proviamo a ribadirlo sin da subito, con una buona prestazione a Sion».
Rispetto alla scorsa estate, quando la società aveva provveduto a una sorta di rivoluzione negli effettivi, il Lugano si presenta in Vallese con una rosa praticamente invariata... «Senza dubbio potrebbe rappresentare un vantaggio. A inizio stagione, in troppe occasioni mi ero dovuto "inventare qualcosa" per sopperire a un gruppo non ancora completo. Adesso, alibi in questo senso non ve ne saranno più, partiamo con un progetto chiaro e con la possibilità di far bene sin da subito. Per quanto riguarda la rosa, abbiamo giocatori in rampa di lancio, ai quali non dobbiamo per forza affiancare una concorrenza che potrebbe togliere loro serenità. A inizio campionato le esigenze erano chiare, adesso potrebbero essere utili rinforzi soltanto nel caso in cui qualcuno dovesse partire. Il mercato per il momento è stato piatto, ma noi abbiamo qualche ragazzo capace di attrarre l’attenzione di altre società. Dovesse capitare, ci faremmo trovare pronti».
A conti fatti, a Cornaredo è arrivato il solo Jhon Espinoza... «Jhon è pronto a dare il suo contributo. Ovviamente, rispetto a Chicago i carichi di lavoro da noi sono diversi, per cui non è stato semplicissimo adattarsi. È arrivato per essere un backup e ha accettato la situazione. Parte con un ruolo di secondo piano, ma con la possibilità di lottare per guadagnarsi minuti di gioco. Siamo contenti del percorso di Valenzuela e Arigoni, così come del recupero di Facchinetti: in autunno le fasce erano spesso un grattacapo, perché se uno dei due titolari mancava, ero costretto a inventarmi qualcosa. Con l’arrivo di Espinoza siamo molto più equilibrati e coperti. Nell’ultima amichevole gli ho chiesto di occupare il corridoio sinistro, in una posizione nella quale non aveva mai giocato, e lui si è messo a disposizione senza problemi, a dimostrazione del grado di inserimento raggiunto in queste settimane».
Negli ultimi giorni si è parlato molto del nuovo stadio, i lavori preparatori per la sua edificazione sono iniziati proprio lunedì. Mattia Croci-Torti, fresco del rinnovo contrattuale fino al 2025, non è certo di poter vedere l’inaugurazione del nuovo impianto – prevista verso febbraio 2026 – dalla panchina del Lugano... «Potrebbe essere il nuovo challenge, la nuova sfida: essere l’allenatore del Lugano quando l’Arena aprirà i battenti. È un onore che mi dovrò meritare nel corso dei prossimi due anni. Sono riuscito a ottenere un nuovo contratto perché me lo sono meritato: vedremo se saprò meritarmi un secondo prolungamento che mi consenta di sedermi sulla panchina bianconera nel giorno della prima partita nello stadio nuovo... ».
A livello di formazione, il "Crus" dovrà fare a meno dello squalificato Valenzuela, degli infortunati Mahou e Saipi e dei convalescenti Bislimi e Durrer. Dal canto suo, Celestini non avrà a disposizione Balotelli, Costa, Saintini (squalificati) e Moubandje (infortunato).