Interesse vincolante ispano-statunitense. Il Chiasso ha tempo fino al 31 marzo, ma spera di chiudere il passaggio di proprietà prima di Natale
Più di un gol ai tempi supplementari: il Chiasso non solo è ancora vivo, ma è vicino ad andare in rete e a portare a casa la vittoria più importante della sua ultracentenaria storia. Il premio? Che essa possa continuare, magari anche con un progetto sportivo ambizioso per riscattare anni difficili, grazie a un gruppo spagnolo e a un fondo di investimento americano. Ma quel che conta, oggi, è esserci ancora. Si temeva un possibile fallimento dei rossoblù che invece hanno ottenuto un differimento al 31 marzo, dato che c’è un gruppo interessato e addirittura molto avanti. Le trattative ora proseguiranno e la speranza è che il passaggio di proprietà si possa chiudere prima di Natale.
Il peggio sembra dunque al momento scongiurato. In Pretura a Mendrisio si sono presentati l’amministratore unico dimissionario, ma sempre attivo per cercare di salvare il club, Davide Miozzari, assieme a Nicola Bignotti. Hanno presentato al pretore le novità, ovvero l’avvenuto pagamento, grazie all’intervento di uno sponsor, degli oneri sociali sino al 30 novembre, di parte degli stipendi ancora dovuti a calciatori e collaboratori, di una intesa per diminuire la massa salariale degli stessi e di una richiesta ai creditori di rinunciare a parte del denaro. Il tutto è stato giudicato lodevole, ma non sarebbe bastato senza il documento più importante: la manifestazione di interesse vincolante del gruppo spagnolo, nella quale viene detto che sono stati esaminati i documenti, che c’è la piena consapevolezza della situazione debitoria in cui versa il club. Sulla base di ciò, viene ribadita l’intenzione a chiudere l’affare (con un accordo di riservatezza che impedisce di divulgare l’identità dei soggetti). Per contro, l’attuale proprietaria, la D&C Holding, invero latitante dalle parti del Riva IV da parecchio tempo, ha prodotto una lettera in cui manifesta la disponibilità a cedere le quote.
Il pretore ha dunque deciso che ci sono le basi per concedere altri tre mesi al Chiasso. Niente fallimento, quindi, ma un differimento al 31 marzo. Adesso, ovviamente, bisogna concretizzare. Nicola Bignotti spiega che l’intenzione e la speranza sono quelle di chiudere prima di Natale. La trattativa vera e propria avverrà con dei rappresentanti della D&C Holding. Il progetto sportivo? È troppo presto, ma probabilmente sarà ambizioso.
Bignotti svela qualcosa in più sui possibili, ci si augura probabili, futuri proprietari del Chiasso. «Si tratta di una società spagnola. La parte legale è rappresentata da uno studio legale di Madrid, quella finanziaria invece è legata a un fondo di investimento americano, mentre per quella sportiva c’è un manager di fama internazionale. Sono entrati in contatto con noi 15-20 giorni fa. Una persona molto vicina al club ha parlato del Chiasso al manager in questione. Devo dire che il fatto che diversi gruppi, nel tempo, si siano mostrati interessati a subentrare nel club dimostra che il Chiasso, al di là dell’attuale situazione finanziaria difficile, ha un blasone e un valore sportivo. Che poi qualcuno non abbia ritenuto di fare il passo finanziario ci sta, visto che c’è bisogno di un approccio finanziario forte, però in questi mesi abbiamo intavolato delle chiacchierate con diverse persone che hanno mostrato un interesse a portare avanti la storia rossoblù».
«Ringraziamo il pretore per aver analizzato in modo dettagliato i documenti che gli abbiamo presentato – aggiunge Bignotti –. Dico grazie anche all’avvocato Medici e al revisore dei conti in pectore Fabrizio Caruso, che si sono messi a disposizione in modo gratuito per un lodevole e straordinario lavoro, svolto in poco tempo. Non è da tutti, soprattutto se si parla di professionisti di questo calibro».
Da applaudire, aggiungiamo noi, anche quanto fatto da lui e da Miozzari. «Non mi sono mai abbattuto: per indole, sono uno che organizza il funerale solo se la salma è ben fredda, passatemi la crudezza della frase. Invece ho visto persone pronte al commiato al primo raffreddore e di sicuro mi è dispiaciuto».
Ora manca il gol in zona Cesarini. Poi si potrà pensare, finalmente, al futuro.