L’amministratore dice la sua nell’ingarbugliata situazione, e assicura: ‘Ci sono due soggetti interessati: uno estero con sede in Svizzera e uno locale’
Ha convocato l’assemblea straordinaria di mercoledì al Riva IV, cui non si è presentato perché dimissionario. Davide Miozzari, amministratore unico del Chiasso sino a pochi giorni fa, dice la sua nella ingarbugliata situazione rossoblù, e non ci sta che lo si tacci di essere fuggito. «Sollecitato anche dal revisore dei conti, ho convocato l’assemblea con 21 giorni di anticipo, come da legge. Negli ultimi mesi e in questo periodo ho chiesto risposte alla D&C Holding Ag Svizzera e non ne ho avute. Per questo ho deciso di dare le dimissioni, non il giorno prima bensì il 10 novembre. Sono stato lasciato solo dalla società. Certo, avrei potuto aspettare ed essere aggredito per colpa di altri…».
Miozzari comprende però la rabbia dei tifosi. «Non mi hanno visto all’assemblea: li capisco, così come capisco la loro preoccupazione». Il Registro di commercio, tuttavia, ha sospeso le sue dimissioni, perché non ci sarebbe nessun altro con potere di firma al Chiasso. E una firma importantissima potrebbe essere attesa presto… «Se qualcuno acquistasse il club, bisognerebbe sottoscrivere una ‘diligence’. Se accadrà, lo farò io».
Già, ma c’è davvero qualcuno che vuole rilevare una società in profonda difficoltà? Miozzari assicura di sì. «Ci sono due soggetti, uno estero con una sede in Svizzera e uno locale». Il tempo, si sa, stringe: il Chiasso ha solo qualche giorno, dunque chiunque volesse subentrare deve farlo in fretta. L’amministratore unico dimissionario per contro smentisce che qualcuno abbia dato 300mila franchi al club.
Miozzari ha gestito il Chiasso per due anni, un periodo difficile in piena pandemia. «Leonid Novoselsky ad aprile 2022 aveva comunicato di non avere più le disponibilità per portare avanti il club. La sua società russa è in difficoltà, a causa della guerra: quindi il 29 luglio, con effetto retroattivo al 30 giugno, è subentrata la D&C Holding Ag Svizzera, che al momento non ha onorato gli impegni».
E Novoselsky? Pillisio ha sempre parlato di contenziosi con la vecchia proprietà che non pagava… «In questi mesi non ha potuto farlo, ma negli ultimi 10 giorni, due settimane, sta corrispondendo quanto dovuto, in ‘tranche’. È grazie alle rimanenze della sua gestione che, seppur con difficoltà, collaboratori e calciatori sono stati pagati sino ad agosto». Poi spende parole lusinghiere per Nicola Bignotti, spesso osteggiato dall’ambiente, ma che «per il Chiasso ha messo in campo conoscenze personali e portato sponsor».
Il futuro, dunque? «Mi auguro che il Chiasso possa continuare a vivere: nessun pretore o giudice prova piacere nel far fallire una società con 45 collaboratori e 117 anni di storia». Gli interessati ci sono, ma il tempo stringe.