I rossoblù vincono e convincono anche a San Gallo contro il Brühl, ma a livello societario la situazione rimane ingarbugliata
In campo è un Chiasso che fa sognare. Continua il dualismo che caratterizza nelle ultime settimane l’ambiente del Riva IV: sole e gioia quando si gioca, con i rossoblù che sono a due punti dal primo posto e continuano a vincere e convincere, nuvoloni e temporali dal punto di vista societario. Se la situazione extracampo è ingarbugliata, con vertenze in corso tra la vecchia e la nuova proprietà e lo spettro del precetto esecutivo inviato dal Comune per i mancati pagamenti relativi allo stadio, i ragazzi di Tirapelle e Cau hanno battuto in campo anche il Brühl. «Noi crediamo nel nostro lavoro, lo abbiamo sempre fatto. E i risultati ci sono: non avremmo mai pensato di poter essere a questo punto, però l’impegno viene ripagato», ha detto il capitano Matteo Anelli. Che parla di una sfida in cui gli avversari sangallesi sono stati "asfaltati" e anzi muove un rimprovero ai suoi: «Nel primo tempo non c’è stata partita, nel secondo invece abbiamo cercato di gestire difendendoci un po’. Non bisognerebbe mai rilassarsi, nel calcio non si sa mai. Dobbiamo ripartire dalla prima frazione sapendo che nella seconda avremmo dovuto fare meglio». Sin dall’inizio si è però visto che i rossoblù erano più in palla dei padroni di casa e ben presto hanno preso il controllo della sfida. Uno dei protagonisti della giornata è stato Mbengi, capace di dare il via con dei recuperi palla alle azioni dei due gol. Si era al 21’ quando il centrocampista ha servito un buon pallone, dopo averlo scardinato dai calciatori del Brühl, a Ronchetti: 1-0. Per gli avversati tutto si è complicato quando sono rimasti in dieci, al 39’, costretti dunque a quasi un’ora in inferiorità numerica, peraltro sotto di un gol. E prima della pausa il Chiasso ha colpito ancora, di nuovo recupero di Mbengi e assist questa volta per Manicone. Nella ripresa i rossoblù hanno abbassato i ritmi, ma il Brühl, poi rimasto addirittura in nove (espulso però anche Dragonetti in modo ingenuo), non ha creato più di tanto.
Con Anelli impossibile non toccare il tema extracampo, ma il difensore afferma di sapere davvero poco. «Da parte mia ho fiducia in campo e nelle persone che hanno già ottenuto tanti risultati (parla di Corda e Pillisio, con cui ha lavorato in passato, ndr), uomini con la "U" maiuscola. Per loro metto la mano sul fuoco, mentre non commento questioni legali tra proprietà nuova e vecchia, non so cosa succeda. La nostra è una società seria». Da qualche tempo è nel mirino di un gruppo di tifosi, reo di non aver "mandato" i compagni sotto la curva. «Non ero nemmeno presente, questo mostra che grado di premeditazione ci sia verso di me. Hanno detto molte cose inventate e di fantasia, attraverso i social. Ho le spalle larghe». E si dice aperto a un eventuale confronto.