A due mesi dai Mondiali, Libération pubblica la storia di un imprenditore franco-algerino fermato in Qatar ’perché sapeva troppo su Al-Khelaifi’
Un articolo che apparirà domattina sul quotidiano francese Libération sembra destinato a fare discutere. Infatti, a meno di due mesi dalla finale della Coppa del mondo di calcio in Qatar, il giornale parigino pubblica un’inchiesta dal titolo "Nasser-al-Khelaifi, chiavette USB e detenzione arbitraria. I controversi metodi del Qatar per proteggere i suoi segreti", che punta il dito contro Nasser-al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain nonché fedelissimo in Europa della famiglia dell’emiro Al-Thani. In particolare, Libération evoca "le sevizie subite" in Qatar da tale Tayeb B, quarantunenne imprenditore franco-algerino vicino ai repubblicani francesi: l’uomo che sapeva troppo stando al quotidiano, detentore di "documenti potenzialmente esplosivi" per lo stesso Al-Khelaifi.
A inizio 2020, scrive il giornale, Tayeb B. viene fermato a Doha, la capitale del Qatar, dove si fa trovare in "possesso d’informazioni compromettenti per Al-Khelaifi", tra cui "potenziali prove di azioni di corruzione nella controversa attribuzione del Mondiale di calcio 2022 e di lavoro in nero, olter a testimonianze riguardanti la vita privata nella capitale francese del presidente del Psg". Tayeb B. viene rilasciato dopo mesi di privazioni e sevizie, ma soltanto dopo aver consegnato i documenti agli avvocati di Al-Khelaifi", è scritto nelle anticipazioni di questa sera. "Un caso - concludono i colleghi di Libération - che soltanto la giustizia francese potrà risolvere".