La nazionale Svizzera affronta stasera le Furie rosse per la Nations League
La Svizzera gioca a Saragozza per mantenere un posto nell’élite della Nations League, sia per prestigio sia per pecunia: la relegazione significherebbe infatti affrontare in futuro avversari di scarso valore, con un conseguente inaridimento dei ricavi provenienti dal botteghino. L’eventualità di una retrocessione non è così remota: in caso di sconfitta elvetica - e di successo dei cechi sul Portogallo - diventerebbe realtà già stasera. Ma l’impegno odierno, come quello di martedì a San Gallo contro la Repubblica Ceca, servirà al corpo tecnico soprattutto per fugare gli ultimi dubbi e operare le scelte definitive in vista del Mondiale.
Si sa che in guerra e nel mondo animale spesso la miglior difesa è l’attacco, ma nel calcio è quasi matematico il contrario, nel senso che se vuoi vincere non puoi prescindere praticamente mai dal mandare in campo un solido reparto di retroguardia. Da questo punto di vista, Murat Yakin sta nella classica botte di ferro: giocatori come Akanji, Widmer, Elvedi e Rodriguez sono infatti sinonimo di affidabilità, in un buon mix di elementi d’esperienza e altri in prepotente ascesa. I problemi per il selezionatore rossocrociato, nella definizione dell’ideale formazione da schierare titolare in Qatar, sono casomai a centrocampo e, soprattutto, in attacco. Per quel che concerne la zona mediana, Xhaka pare tornato in grado di fornire l’apporto che da lui ci si attende, sia a livello tecnico-tattico sia sul piano della personalità e dell’esempio che un vero capitano deve fornire. Il suo rendimento all’Arsenal non è mai stato così buono come in questo inizio di stagione: se i Gunners sono leader in Premier League, una bella fetta di merito ce l’ha proprio Granit. Ampie garanzie le fornisce pure Freuler, che il trasferimento al Forest ha caricato di responsabilità ancor maggiori di quelle che aveva all’Atalanta. I dubbi a centrocampo riguardano dunque il terzo tassello del puzzle, che secondo logica dovrebbe corrispondere al nome di Denis Zakaria, a patto ovviamente che al Chelsea trovi i minuti indispensabili per giungere all’appuntamento del 24 novembre - contro il Camerun - nelle condizioni ideali. Purtroppo il ginevrino negli ultimi 5 mesi, in gare ufficiali, ha giocato 90 minuti soltanto due volte. Scartato frettolosamente dalla Juventus, il venticinquenne è stato dirottato a Londra, dove è di nuovo alle prese con l’ambientamento in nuova realtà, la seconda nel giro di pochi mesi, non certo la situazione ideale. Speriamo trovi presto spazio nei Blues orfani dell’esonerato Tuchel e affidati a Potter, perché nel nostro calcio non c’è nessun altro giocatore con le sue caratteristiche: il più simile forse è Sow, che stasera potrebbe essere titolare proprio al posto di Zakaria.
Il reparto che dà meno certezze, e purtroppo non da oggi, è quello più avanzato. Data per scontata la titolarizzazione di Shaqiri ed Embolo, che comunque autentici attaccanti non sono, la terza maglia al Mondiale se la giocheranno quasi certamente Seferovic e Okafor, col secondo che pare favorito sul primo. Il trentenne Seferovic infatti al Galatasaray, dove già giocava poco, dopo l’arrivo sul Bosforo di Mauro Icardi è destinato a imbullonarsi alla panchina. Okafor invece - assente stasera in Spagna per problemi ai denti - al Salisburgo è titolare indiscutibile e segna con una certa regolarità, condizione che con ogni probabilità indurrà Yakin a puntare su di lui. Per Seferovic, dunque, gli impegni contro Spagna e Repubblica Ceca sono l’occasione per recuperare credibilità agli occhi del selezionatore.
Alla Romareda, fischio d’inizio alle 20.45.
Spagna: Simon; Carvajal, Garcia, Diego Llorente, Alba; Gavi, Busquets, Pedri; Sarabia, Morata, Ferran.
Svizzera: Sommer; Widmer, Akanji, Elvedi, Rodriguez; Freuler, Xhaka, Zakaria (Sow); Shaqiri, Seferovic, Embolo.