Matteo Tosetti è uno dei pilastri del Bellinzona che oggi esordirà in Challenge League contro il Losanna: ‘Sorpreso dalla rosa, non poniamoci limiti’
Le ultime tracce del Bellinzona in Swiss Football League risalgono alla stagione 2012-13, quando da un lato la squadra lottava con l’Aarau per la promozione (chiuse al secondo posto con 64 punti contro i 78 degli argoviesi), dall’altro la società annaspava sull’orlo del fallimento. Poi, la retrocessione a tavolino e la lenta risalita iniziata nel 2014-15 dalla Seconda lega. Questo pomeriggio, finalmente, i colori granata torneranno a sventolare tra le venti migliori squadre della Svizzera. Sarà un esordio significativo, perché al Comunale arriverà il Losanna, appena retrocesso dalla Super League, contro il quale l’Acb ha disputato 72 partite tutte in Lega Nazionale (più quattro in Coppa Svizzera)... «Si tratterà di una partenza tosta, non solo per la sfida contro i vodesi, ma pure per la trasferta di venerdì a Thun – afferma Matteo Tosetti, uno dei nuovi innesti voluti da Pablo Bentancur per cercare di preparare la squadra alla categoria superiore –. Due partite che ci permetteranno di capire a che punto siamo. Chiaramente, non vinceremo né perderemo il campionato nella prima settimana, ma ci servirà per farci una chiara idea di cosa ci manca e di come eventualmente correre ai ripari. Qualche miglioramento è senza dubbio necessario. Il Bellinzona ha concluso molto tardi la stagione di Promotion e c’è stato poco tempo per le vacanze, ma pure per allestire una rosa in grado di competere in un campionato difficile come la Challenge. Il tempo stringe, visto che oggi debutteremo, tuttavia in queste settimane sono stato favorevolmente sorpreso dall’effettivo a disposizione di David Sesa. La squadra c’è, la voglia è tanta, l’ultimo test contro il Monza è andato bene… L’entusiasmo non manca, adesso occorre tradurlo nell’unica moneta sonante che ha corso nel calcio: i punti».
Matteo Tosetti torna in Ticino dopo quattro stagioni trascorse a Thun e le ultime due a Sion. E se nel Canton Berna l’esperienza era stata (molto) positiva, i mesi trascorsi in Vallese sono stati alla base della decisione di cambiare aria e scendere al Sud delle Alpi… «La mia situazione a Sion era diventata molto complicata, anche perché da parte della dirigenza non vi sono mai state chiarezza e trasparenza. Mi sono presentato alla ripresa dell’attività, mi sono sottoposto ai test fisici e poi, senza comunicazioni della società, sono venuto a sapere da un compagno di squadra che non sarei partito per il campo d’allenamento. È stato un brutto colpo, anche perché credevo di potermi giocare le mie carte durante lo stage. Alla luce di come erano andati gli ultimi mesi (in stagione 18 presenze per appena 766’ di gioco, ma soltanto 123’ in primavera, ndr), l’ipotesi di un taglio non era da scartare, ciò nonostante penso che la situazione potesse essere gestita meglio e che la comunicazione mi sarebbe dovuta giungere dalla dirigenza e non dai compagni di squadra. Una disavventura, più che un’avventura. Molto diversa rispetto a quella vissuta a Thun: finita male, con una grandissima seconda parte di stagione che ci aveva però portati allo spareggio senza più energie, ma che nel complesso mi aveva regalato molte soddisfazioni».
Come si dice, chiusa una porta si è aperto un portone… «In effetti, si è subito concretizzata la possibilità di venire a Bellinzona. Desideravo tornare in Ticino, soprattutto dopo gli ultimi anni difficili, nonostante la mia famiglia si trovasse molto bene in Vallese. Purtroppo, l’aspetto sportivo era stato un disastro e io avevo necessità di ripartire da un luogo che mi desse delle certezze, un luogo del quale conoscessi l’ambiente. Questa mia necessità si è rivelata la chiave di tutta la trattativa, perché mi sono impuntato sulla soluzione Acb e non ho più considerato altre possibili destinazioni. L’accordo di massima è stato raggiunto molto velocemente, anche se poi le trattative hanno rallentato il tutto. Per fortuna, alla fine l’intesa c’è stata e adesso sono felicissimo di essere qui».
Per ripartire, il losonese campione del mondo U17 nel 2009, ha scelto di compiere un passo a ritroso… «Sono sceso di categoria, è vero, ma vista la situazione che stavo vivendo a Sion si tratta comunque di un passo avanti. Qui ho la possibilità di scendere in campo, di ritrovare la voglia e il piacere di giocare, di essere un punto di riferimento, una colonna portante della squadra. Tutte cose che in Vallese mi erano mancate, perché fa male essere messi in disparte senza nemmeno una spiegazione, fa male come persona ancora prima che come giocatore. Quando sono stato costretto a cercare una nuova sistemazione, mi sono posto quale obiettivo di trovare una squadra che mi permettesse, poco importa la categoria, di ritrovare una voglia di calcio venuta meno nelle difficoltà di Sion».
Tosetti lo ha detto, a Bellinzona è rimasto favorevolmente impressionato dalla qualità della rosa di una squadra che, però, non ha ancora esplicitato con chiarezza quelli che sono i suoi obiettivi stagionali. E, non fa male ricordarlo, al termine della stagione potrebbero addirittura essere tre le compagini promosse in Super League… «Non bisogna nascondersi dietro a un dito, quest’anno offre un’opportunità ghiottissima. Se non è l’obiettivo, è comunque il sogno. Da parte della società, per il momento non vi è stata chiarezza sull’obiettivo da centrare, ma è ovvio che tutti metterebbero la firma sulla possibilità di inanellare due promozioni consecutive. La concorrenza è altissima, le squadre ben attrezzate sono molte, per cui ci dobbiamo aspettare una battaglia giornata dopo giornata. A mio modo di vedere, questo Bellinzona può tenere testa a tutte le avversarie. Come detto, nelle prime giornate si tratterà di capire cosa ci manca. L’effettivo è un mix tra giocatori con esperienza e altri al primo approccio con la categoria. A noi vecchietti spetterà il compito di favorire l’adattamento dei più giovani».
Partito Marco Schällibaum, dopo aver centrato la promozione, in panchina ci sarà un altro ex nazionale, David Sesa… «Lui lo avevo conosciuto nel 2012 a Wohlen. Sono trascorsi dieci anni, ma so che è sempre rimasto molto vicino al calcio svizzero, lo incontravo spesso attorno ai campi. Di sicuro, il calcio di casa nostra lo conosce a fondo. È un tecnico al quale piace parlare con i giocatori e questo lo trovo un aspetto fondamentale, perché i campionati non si vincono con le individualità, bensì con il gruppo. Credo che questo Bellinzona possa essere in grado di mostrare un calcio piacevole, propositivo. In rosa non mancano i sudamericani, ragazzi che prediligono il gioco palla nei piedi. Nel complesso, numerosi elementi presentano spiccate doti offensive, con sufficiente tecnica per cercare di imporre il gioco. Il reparto arretrato mi sembra solido, davanti spetterà a noi provare a buttarla dentro. Sono convinto che esistano tutte le prerogative per proporre un calcio piacevole».
In Matteo Tosetti, il Bellinzona ha trovato un elemento di grande esperienza ai massimi livelli del calcio svizzero. Uno che in Super League è reduce da 192 partite, coronate da 13 reti e ben 59 assist. Una propensione al passaggio decisivo che, a fine stagione, si spera possa fare la gioia di Sergio Cortelezzi, Trésor Samba e Rodrigo Pollero...